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Data di pubblicazione:07/11/2005
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Per trasportare 100 persone i treni consumano 2,5 litri di petrolio al chilometro un’auto 4 , un aereo 7
Testo dell’articolo:MILANO - In Val di Susa si protesta, a Milano si progetta. Che cosa? L’alta velocità ferroviaria del futuro, naturalmente. Da oggi e per tre giorni nei padiglioni della nuovissima Fiera - tra plastici e veri treni - si ritrova tutto il Gotha dell’alta velocità ferroviaria mondiale. Sono qui per un appuntamento da superaddetti ai lavori che si chiama Eurailspeed e che riunisce appunto ogni anno tecnici e studiosi che arrivano dal mitico Giappone, pioniere dell’alta velocità dal 1964, o dalla Spagna - dopo la Francia il Paese dove i treni che corrono a più di 250 chilometri l’ora sono più diffusi -. Assieme a loro grandi nomi della rotaia come la Alstom (l’azienda che ha inventato il Tgv) o la tedesca Siemens, società di impiantistica che stendono i binari, operatori ferroviari come le Ferrovie dello Stato che questa volta fanno gli onori di casa. Il tutto sotto il cappello dell’Uic, l’Unione generale delle ferrovie, una sorta di Onu della rotaia, che aspetta oggi 1300 delegati da tutto il mondo, mentre una quantità di locomotive avveniristiche finiranno parcheggiate per la gioia degli appassionati nelle stazioni cittadine. Tema scottante già di solito, quello dell’alta velocità, che in questi giorni di battaglie italiane diventa più caldo che mai. Ma la corsa del treno HS («High-speed», come si chiama internazionalmente) - assicurano gli esperti che arrivano a Milano - non si fermerà. Anzi. Uno studio del Centro per l’innovazione dei trasporti dell’Università di Catalogna che verrà presentato proprio all’Eurailspeed spiega le dimensioni enormi dell’alta velocità nel mondo: al momento ci sono 8570 chilometri di linee ferroviarie percorse da treni HS, con un investimento che è stato di 170 miliardi di euro; tra vent’anni - è la previsione - saranno stati investiti almeno altri 220 miliardi di euro (una decina di Finanziarie 2005, tanto per capirsi) suddivisi tra le linee già in costruzione per 6240 chilometri, quelle progettate per altri 3040 chilometri e i treni che dovranno correrci sopra. E passando dal mondo all’Europa si vede come proprio l’Italia, assieme alla Spagna, sia il Paese dove l’alta velocità farà i passi più grandi nei prossimi anni. La Francia è infatti saldamente in testa con 1573 chilometri di linee, oltre a detenere il record del mondo per il treno più veloce - il Tgv ha toccato 515,3 chilometri l’ora - ma in cantiere ha solo 320 chilometri di nuove linee. Da noi, invece, di completo c’è solo al Roma-Firenze per 248 chilometri, ma in programma ci sono altri 618 chilometri che completeranno la tratta da Napoli a Milano e uniranno il capoluogo lombardo a Torino, con la tratta Milano-Novara che ormai è quasi pronta. Anche in Spagna sono previsti 644 chilometri di nuove linee nei prossimi anni, ma di già installate ce ne sono già un migliaio. Un business colossale tutto giocato in nome della dea velocità? Assolutamente no, assicurano all’Uic, sfoderando alcune delle tabelle che terranno banco all’Eurailspeed. I treni ad alta velocità, spiegano ad esempio, consumano l’equivalente di 2,5 litri di petrolio per ogni chilometro percorso con cento passeggeri, mentre per spostare lo stesso numero di persone per la stessa distanza un gruppo di auto impiega 4 litri e un aereo sette. E le stesse proporzioni valgono per le emissioni di anidride carbonica. Nello scenario dei treni che tra vent’anni attraverseranno rapidissimi tutta l’Europa insomma, c’è anche incorporata la promessa di un futuro meno inquinante, a discapito dell’auto e anche del trasporto aereo. Dove il treno ad alta velocità arriva - come nel collegamento con Eurostar tra Londra e Parigi - anche le linee aeree, comprese quelle a prezzi stracciati, tendono a perdere molti passeggeri. Gli uomini dell’alta velocità sanno comunque di non essere particolarmente popolari in quelle zone dove passano le loro linee, in base all’ormai noto principio «non nel mio cortile». Così all’Eurailspeed, tra un dibattito un po’ esoterico destinato a capire se il futuro è ancora su rotaia o invece è destinato ai Maglev, i treni a levitazione magnetica, e un incontro su «Me
rcato e marketing per l’alta velocità», ci sarà spazio anche per una tavola rotonda sull’ambiente. Parole d’ordine dal programma: «L’alta velocità, una soluzione di trasporto pulito, un contributo per ridurre i costi ambientali “esterni” del trasporto (incidenti, inquinamento, rumore, cambiamenti climatici). Un grande contributo per ridurre l’inquinamento e la congestione e migliorare la qualità di vita». Chissà se in Val di Susa saranno d’accordo.

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