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Data di pubblicazione:06/12/2005
Fonte:La Stampa edizione di Aosta
Titolo dell’articolo:Trasporti, progetti fantasma: il più concreto resta l’ammodernamento dell’attuale ferrovia
Testo dell’articolo:AOSTA - «La Valle d’Aosta chiede la ferrovia Aosta-Martigny e che sia velocizzata l’Aosta-Chivasso. Vi prometto che se dovessimo tornare al governo del paese ci impegneremo per due progetti in cui crediamo, come crediamo nell’alta velocità per la Val di Susa». Così il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi ha concluso, domenica a Courmayeur, il suo intervento in occasione della celebrazione di santa Barbara organizzata dalla Rav a Dolonne.
La promessa del ministro era stata preceduta dall’affermazione di non aver abbandonato l’idea del raddoppio del traforo del Monte Bianco, malgrado la contrarietà al progetto ribadita pochi minuti prima dal presidente della Regione Luciano Caveri. «Io non ho rinunciato al raddoppio - ha spiegato il ministro - perché nell’attuale canna di 7 metri di larghezza, che rappresenta un “collo di bottiglia” rispetto alla rete stradale sui due versanti della montagna, i camion si incrociano a 50 centimetri di distanza e basta poco perché possa verificarsi un incidente». Disporre di due canne unidirezionali consentirebbe, secondo il ministro, di abbattere anche l’inquinamento poiché, ha spiegato, «un automezzo pesante che procede a 5 o 10 chilometri orari consuma e quindi inquina quattro volte di più di uno che proceda a una velocità oraria di 70 o 80 chilometri». Desideri a parte, per quanto autorevoli che siano, resta il fatto che il raddoppio del Monte Bianco non si farà perché non lo vogliono né i valdostani, né i francesi. «Curiosa l’affermazione di Lunardi - ha commentato Caveri - considerato che soltanto pochi giorni fa il suo vice ministro Martinat ha detto che il raddoppio non si farà, tanto che l’ultima delibera del Cipe, attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regioni, non compare più nell’elenco delle opere finanziabili». Allo stato attuale delle cose, al Monte Bianco non si farà nemmeno la canna di sicurezza auspicata dal presidente Caveri ma non voluta dai francesi che ritengono il traforo già sicuro grazie al tunnel, costato centinaia di migliaia di euro, che corre sotto la galleria. «Ciò significa - dice Caveri - che al momento dobbiamo usare con il massimo rigore gli strumenti che abbiamo per il controllo del traffico attraverso il Bianco». Nell’elenco del Cipe risulta esserci invece la ferrovia Aosta-Martigny riguardo alla quale, dopo una prima opposizione, la Confederazione elvetica ha espresso la sua disponibilità ad un accordo con l’Italia limitato alla fase progettuale. «Valle d’Aosta e Vallese - dice il presidente della Regione, Luciano Caveri - stanno partecipando ad un progetto Interreg sugli aspetti ambientali legati al tunnel ferroviario». Per la Svizzera l’Aosta-Martigny non è una priorità, ma sulla sua realizzazione resta ottimista Caveri che prevede intorno al 2020 l’apertura dei primi cantieri. Forse ci vorranno dieci anni in meno per l’ammodernamento della ferrovia esistente. Il Politecnico di Torino sta completando lo studio per una nuova linea di collegamento diretto da Ivrea a Torino. «La realizzazione della cosiddetta “unghia di Chivasso” - spiega Caveri - consentirebbe di ridurre dai 15 ai 25 minuti i tempi di percorrenza da Aosta a Torino».

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