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Data di pubblicazione:09/12/2005
Fonte:Il Secolo XIX
Titolo dell’articolo:Quei treni fantasma. Le proteste dei pendolari dell’Acquese. Disagi anche in Val Bormida
Testo dell’articolo:Acqui Terme - Non si ferma il calvario dei pendolari dell’acquese. Ormai per chi viaggia in treno è un calvario quotidiano, costellato di soppressioni di convogli e, inevitabilmente, di proteste. Un bollettino di disagi, insomma, che almeno per ora sembra destinato a non esaurirsi. Ieri, esattamente come ieri l’altro, la settimana scorsa e quelle ancora prima, i pendolari, ormai sull’orlo di una crisi di nervi, denunciano treni soppressi, ritardi da brivido e coincidenze che non coincidono.
«Non è più il caso di dilungarsi in discorsi - dice Alfio Zorzan portavoce dell’associazione nata con lo spirito di tutelare gli oltre 1500 pendolari della zona - mi limito semplicemente a comunicare i disagi subiti mercoledì». Ed ecco l’elencazione di Zorzan: «Si può iniziare con il treno 4650 per Alessandria delle 7.10, soppresso per il terzo giorno consecutivo; soppresso anche il treno 10271 per Savona delle 7.04 che non è stato nemmeno sostituito con un autobus».
Un fatto piuttosto pesante per i viaggiatori di Acqui Terme che hanno dovuto prendere in alternativa il treno 6155 per Genova e proseguire su Savona col convoglio 11266. «Una scelta tra l’altro rivelatasi poi non troppo felice perché a Genova Sampierdarena c’è stata la sorpresa che il treno 11266 per Savona era soppresso».
Ad aver trascorso una vigilia di festa non troppo tranquilla sono stati anche i viaggiatori della Val Bormida. «Loro - incalza il presidente dei pendolari - continuano ad essere dimenticati perché non hanno alternative per raggiungere il posto di lavoro o la scuola, una limitazione alla mobilità personale non indifferente».
Fin qui le soppressione, poi i ritardi. A subire un consistente ritardo è stato il treno 6155 per Genova delle 7.03. Da segnalare infatti, c’è la solita sosta a Prasco per l’incrocio durata 16 minuti.
«Ormai - conclude Zorzan - credo che non ci sia più speranza per regolarizzare questo incrocio, nonostante la pubblicità mandata in onda su tutte le tv nazionali recita che i ritardi, evidenziati in modo ironico, sono una storia diversa. In realtà sono una storia attuale, aggravati dai danni delle soppressioni quotidiane ormai incontrollate che ci rende impotenti e ci umilia ogni giorno di più».



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