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Data di pubblicazione:10/12/2005
Fonte:Il Giornale del Piemonte
Titolo dell’articolo:I pendolari dimenticati dalla Bresso
Testo dell’articolo:A circa un anno di distanza, quello che era stato additato in campagna elettorale come il maggior difetto della candidata-Bresso, si è rivelato ora come una delle più gravi mancanze della presidente-Bresso, alla guida della regione Piemonte. Una Giunta Torino-centrica, nonostante il mandato le affidi l’incarico di rappresentare tutti: dal Cuneese al Verbano, dall’Alessandrino al Vercellese e così via. L’accusa, senza mezze misure, arriva da William Casoni, uno dei massimi esponenti di An in Piemonte, che nella legislatura passata ha ricoperto il ruolo di vicepresidente regionale. Subito dopo Enzo Ghigo, insomma, c’era lui, che anche grazie al suo incarico di assessore ai Trasporti aveva un contatto diretto con il territorio. Tutto il territorio. «La giunta-Bresso dovrebbe smetterla di fare tante visite in giro per la regione e pensare di più a interventi concreti». «Altrimenti - dice Casoni - si tratta solo di autopromozione, una campagna di visibilità che non serve a nulla, se non alla giunta stessa. Smettano quindi di fare ”passarella” e mandino più soldi dove ce n’è bisogno. Penso ad esempio al Cuneese, dove sono importanti le necessità nel commercio, nell’agricoltura e nell’artigianato, tanto per fare alcuni esempi».
Un altro capitolo scritto con parole dolorose per tutte le province non «torinesi» è quello che racconta la situazione dei collegamenti. E per una volta non si parla di Tav, ma dei trasporti che riguardano l’ordinaria amministrazione. Il quotidiano, insomma. A cominciare dalle ferrovie. «Mai come in questi ultimi mesi - dice Casoni - ci sono state tante proteste da parte dei comitati di pendolari. D’altra parte, in Giunta, sembra che esistano solo la Torino-Lione, i Giochi olimpici invernali e la Tav. Mentre anche il resto del Piemonte deve affrontare quotidianamente disservizi e difficoltà».
Tra ritardi, coincidenze saltate per pochi minuti e condizioni di viaggio, i pendolari sono spesso alle prese con un vero calvario. «Questo accade perché, diversamente da come eravamo abituati a fare noi - dice l’esponente di Alleanza Nazionale - non viene fatta abbastanza pressione su Trenitalia e non vengono applicate con la giusta severità le penalità in caso di disguidi. Inoltre, non si è fatto nulla per migliorare gli aspetti della sicurezza e dell’informazione alla clientela». Proprio sulla sicurezza, si può trovare una conferma concreta delle accuse di Casoni. «Quando alla guida della Regione c’eravamo noi del centrodestra, avevamo finanziato alcune iniziative come la possibilità per i rappresentanti delle forze dell’ordine di viaggiare gratuitamente sui convogli, a patto che contribuissero ad assicurare il controllo della sicurezza dei viaggiatori. Inoltre avevamo dato il via all’iniziativa dei “vigilantes”, reclutati tra gli ex appartenenti alle stesse forze dell’ordine. Tutti e due i servizi, non sono stati confermati dalla giunta Bresso».
Ma i motivi per cui mettersi le mani nei capelli potrebbero non finire qui, per i pendolari e i viaggiatori in genere. «Pare che sia allo studio - ammonisce Casoni - un progetto per sopprimere un buon numero di collegamenti ferroviari, sostituendoli con i trasporti in autobus. Una misura anacronistica che va nella direzione opposta a quella tracciata negli ultimi anni, che vorrebbe spostare il trasporto dalla gomma alla ferrovia». Un’ultima mancanza, infine, potrebbe risiedere negli interlocutori della Regione stessa. «Quando c’eravamo noi, avevamo a che fare con dirigenti di Trenitalia di assoluto valore. Con cui siamo riusciti a raggiungere buone intese. Se adesso non è così, la Regione ha il dovere di richiederne a Trenitalia la sostituzione con altri migliori». Il tutto, allargando il proprio orizzonte e guardando anche al di fuori dei confini torinesi. «Ma dopo la vittoria e l’elezione a presidente della Regione - commenta Casoni - la Bresso deve corrispondere il prezzo alla provincia di Torino. Sta pagando le cambiali contratte durante la campagna elettorale che proprio a Torino le ha garantito un’importante riserva di voti, ma dove comunque adesso la situazione non è particolarmente più florida» Tanto da lasciare un dubbio in sospeso. «Sarebbe interessante chiedere proprio ai torinesi - si domanda Casoni - se stanno effettivamente meglio adesso, o un anno fa».

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