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Data di pubblicazione:20/12/2005
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:La devolution dei treni finisce in spezzatino, effetto domino di disservizi a causa della segmentazione delle tratte: l’ira dei viaggiatori
Testo dell’articolo:Spezzatino Fs: dove prima bastava un interregionale adesso bisogna prenderne due o tre. Il risultato è un effetto-domino di disservizi che ha scatenato la protesta dei viaggiatori: treni attesi invano, coincidenze saltate, tratte spezzettate fra le Regioni, centralini in tilt per le telefonate di chi è rimasto per strada a causa dei ritardi. Non poteva avere un esordio peggiore il nuovo orario 2006 entrato in vigore l’11 dicembre. La novità principale, quella che ha provocato il caos nelle stazioni, non è altro che un anticipo della «devolution» ferroviaria già in via di sperimentazione. Le Regioni, infatti, investono risorse solo sulle tratte di loro interesse aumentando la difformità di livello e di qualità dei servizi da una zona d’Italia all’altra. La riforma si è tradotta nella segmentazione di alcune tratte di grande rilevanza come la Milano-Bologna-Ancona, la Torino-Genova-La Spezia-Roma, la Milano-Genova-Ventimiglia. L’obiettivo, sulla carta, era di diminuire i disservizi e i ritardi accumulati dai treni di lunga percorrenza durante il loro tragitto. I risultati, però, sono esattamente opposti alle intenzioni perché Trenitalia non è in grado di garantire la puntualità dei convogli, quindi i ritardi si sommano causando la frequente perdita delle coincidenza. Quindi, code nelle stazioni, vagoni superaffollati, collegamenti persi. Il piano di razionalizzazione ha creato altri svantaggi a chi si muove su rotaia. Sono stati soppressi, infatti, numerosi collegamenti. La «devolution» ferroviaria è partita l’11 dicembre scorso, con lo spezzettamento di alcune tratte nazionali. Milano-Bologna-Ancona, per esempio, non è più servita da unico interregionale. Almeno due treni (sempre interregionali) collegano il capoluogo milanese a quello marchigiano. E così succede anche sulla Milano-Genova-Ventimiglia e sulla Torino-Genova-La Spezia. «Ma pochi sono i passeggeri che viaggiano su interregionali così lunghi», spiega Marco Mancini di Trenitalia. E così, «per rendere più efficiente il servizio», più puntuale, meno tratte vuote o inutili, Trenitalia ha dato avvio alla «devolution dei convogli»: viaggi più brevi, e buona pace per gli sfortunati che ancora prendono gli interregionali di lunga portata. «Sono partita da Roma due giorni fa con l’interregionale per Torino - osserva Martina, pendolare in viaggio per il Piemonte - e arrivata a Genova sono dovuta scendere». È lo spezzettamento: Roma-Pisa-Genova, e poi si cambia. Il problema è che la coincidenza con il convoglio per il capoluogo piemontese era già passato. «Erano le 22 e 30. Non ci sono più treni, mi hanno detto; e così mio marito mi ha convinto a prendere un taxi per Torino. Trecento euro di viaggio. L’alternativa? Aspettare le quattro e mezza di mattina in stazione, “o in strada o in albergo”: come mi hanno detto». Un servizio migliore? Forse nel lungo periodo. «I nostri calcoli statistici - precisa Mancini - rilevano che le tratte “segmentate” sono secondarie per il numero di pendolari che le percorrevano dall’inizio alla fine». Treni vuoti, a carico di Trenitalia, e così diamoci un taglio, «anche se capiamo che le consuetudini di alcuni passeggeri non sono state rispettate». Mancanza di fondi, dunque, che si è fatta asentire pure con la soppressione di altre tre linee di treni Eurostar. «Un ordine di servizio - rivela Dario Balotta, segretario Filt Lombardia - sopprime il Bergamo-Brescia-Roma, in entrambi i sensi, il Bolzano-Verona-Roma e l’Ancona-Roma. Anche per questi, in andata e ritorno». Si parla di autobus fino a Fidenza, una località nel mezzo della pianura padana per cui passano le tratte. L’incognità principale resta, infatti, la coincidenza. «I disservizi per i passeggeri sono evidenti a tutti - sottolinea Franco Nasso, segretario nazionale del Filt - è un mondo che non funziona. Le coincidenze sono un miraggio, i ritardi evidenti, lo spezzettamento del nuovo orario, con lo scambio di locomotive ed elettro-treni tra le regioni, sono solo palliativi per tenere a galla una situazione che non funziona».

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