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Data di pubblicazione:20/12/2005
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Trasporti, deragliato treno fra Roma e Cassino
Testo dell’articolo:ROMA. Un treno regionale partito dalla stazione Termini e diretto a Caserta, è deragliato all’altezza della stazione di Roccasecca.

I feriti sarebbero tra «trenta e quaranta».

A quanto riferiscono fonti presenti sul posto, non vi sarebbero al momento notizie di morti ma la situazione è ancora in piena evoluzione.

I feriti più gravi sono già stati trasferiti nei nosocomi e a Pontecorvo, vicino a Roccasecca, vi sarebbero ricoverati almeno 4 feriti gravi.

Il tamponamento, che ha poi provocato un deragliamento, è avvenuto intorno alle 15.20 tra due treni provenienti da Roma. Il treno diretto a Campobasso ha tamponato quello diretto a Cassino che era fermo sul binario 2 della piccola stazione.

Sul posto ci sono i mezzi dei Vigili del Fuoco di Arce, Cassino e Frosinone. «La situazione è grave - hanno detto dal distaccamento VdF di Cassino - stiamo inizindo a tirare fuori i primi feriti. Per il momento non abbiamo notizie di morti. Ma i lavori di recupero continueranno ancora per molto tempo. Prima della fine delle operazioni non si può dire se ci sono vittime oppure no».

A quanto riferiscono i vigili del fuoco di Cassino «L’incidente sarebbe stato provocato da una collissione tra due treni regionale».

Nella stazione di Roccasecca c’è sangue dappertutto.

È la testimonianza di Valentina Carlino, uno studentessa ventenne di Cassino. Che racconta: «Siamo partiti da Roma alle 14,15 a bordo del treno regionale diretto a Campobasso.

All’improvviso alla stazione di Roccasecca abbiamo urtato un treno fermo, forse perché abbiamo preso il binario sbagliato.

Il treno si è impennato e si è accartocciato. Per terra ci sono decine di feriti e sangue dappertutto. Io e mia madre siamo vive per miracolo».

Il ministro dei trasporti Pietro Lunardi ha disposto la nomina di una commissione d’inchiesta per fare luce sulle cause dell’incidente ferroviario avvenuto questo pomeriggio nei pressi di Frosinone.

La commissione, informa la nota ministeriale, è composta dal presidente Giuseppe Sciallis, che si sta già recando sul luogo dell’incidente, dal dirigente del ministero Pietro Vallone e dal professore dell’università La Sapienza Massimiliano Bruner.





Scontro fra treni dentro la stazione

Prima il silenzio. Poi un boato assordante. Poi di nuovo un grande immenso silenzio. Erano le 15 passate da poco, alla stanzioncina di Roccasecca, qualche chilometro a Nord di Cassino. Al bar delle ferrovie il signor Pio Petrilli, come al solito, era dietro il bancone a servire i clienti appena scesi dall’accelerato che viene da Roma. Ha fatto un sobbalzo. «La prima cosa che ho pensato? Una bomba. Per forza, era stato un botto tremendo. E dalla mia finestra si vedeva solo il treno fermo e un gran fumo nero che si alzava verso la fine». Ma non era una bomba. Era l’interregionale Roma-Campobasso pieno di passeggeri che era piombato sull’altro treno. Ed è stato subito inferno ferroviario: una cinquantina di feriti, due sono gravissimi, subito trasportati in elicottero a Roma, sangue dappertutto, un pullulare di ambulanze e di mezzi di soccorso, un vagone impennato, i vigili del fuoco che rischiano la vita per tirare fuori dalle lamiere i feriti e perciò si ficcano dentro quel che resta di un vagone maciullato. Tecnicamente si può parlare di un tamponamento: le testimonianze sono concordi. Un treno era fermo al secondo binario e stava quasi per ripartire. Secondo qualcuno, addirittura, si stava muovendo. Il secondo treno passa alla stessa ora tutti i giorni, ma non si ferma a Roccasecca. Avvertono sempre: stare lontano dal binario. Solo che questa volta l’interregionale correva anche lui sul secondo binario. Correva. Finché non s’è schiantato sul convoglio fermo. La prima carrozza, che funziona da motrice, s’è letteralmente alzata in volo per poi ripiombare sul treno tamponato. «Ho sentito un boato tremendo - raccontava un giovanottone con capelli lunghi neri e giaccone - e il nostro treno s’è bloccato di colpo. Poi la mia carrozza ha oscillato a lungo. Sentivo gente che urlava. I bagagli sono schizzati da tutte le parti. Anche le persone. La carrozza intanto continuava a vibrare. Come fossero scosse di assestamento. Sembrava quasi che il treno si cappottasse. Poi s’è fermato. Allora siamo scesi. E ho visto il sangue. Tanto sangue». Per fortuna, il primo treno era praticamente vuoto. Roccasecca è la penultima fermata prima del capolinea. I pendolari partiti da Roma erano quasi tutti scesi nelle fermate intermedie. Ed è stato un vero miracolo perché, a vederlo ora mentre i vigili del fuoco ci lavorano attorno, se qualcuno fosse stato a bordo di quelle carrozze non sarebbe sopravvissuto all’impatto. Il secondo treno, invece, era pieno di passeggeri. E lì si lamentano i feriti. Come sia potuto accadere che i due treni si siano tamponati sarà la magistratura di Frosinone ad appurarlo. C’è anche al lavoro, come di prammatica, una commissione ministeriale. Resta il fatto che le voci si rincorrono. Due giorni fa, proprio nella stazione di Roccasecca, uno scambio era andato in tilt. Colpa del ghiaccio, pare. Tanto che il traffico ferroviario era stato fermo per mezz’ora. L’incidente di ieri è colpa di quello scambio? Secondo le Ferrovie assolutamente no. «Tutti gli scambi della stazione sono perfettamente funzionanti, compreso quello che aveva dato problemi il giorno prima - comunicano con nota ufficiale - e comunque lo scambio in questione non è stato interessato dall’incidente». Piuttosto che a uno scambio rotto le Ferrovie pensano al classico incidente umano: un semaforo rosso che non è stato rispettato all’entrata della stazione. A quanto pare, però, i macchinisti, che si sono salvati, e che sono stati interrogati dal magistrato già nei locali della stazione, avrebbero negato decisamente: il semaforo era verde e loro perciò hanno proceduto senza sospetti. Che fossero arcisicuri di avere la via libera è provato anche dal fatto che non s’è sentito nemmeno un accenno di frenata. È quanto raccontano quelli che erano in stazione, come il titolare del bar, ma è anche quello che hanno testimoniato i sopravvissuti. Una ragazza: «Non c’è stato nessun segnale di allarme, nessuna frenata, nemmeno un grido. Andavamo avanti regolarmente e di colpo ci siamo fermati in un boato». In questa tipica storia italiana, di treni che corrono dove non
dovrebbero, di interrogativi che ci vorranno anni a diradare, senza mai che ci sia all’opera una tecnologia di salvaguardia, c’è però il gran cuore italiano che dà il meglio di sé. I soccorsi sono arrivati nel giro di pochi minuti. Ambulanze, elicotteri, mezzi dei vigili del fuoco: l’intera provincia di Frosinone ha reagito mirabilmente. Negli ospedali vicini hanno sgomberato i letti, richiamato medici e infermieri, preparato i soccorsi. Carabinieri e polizia hanno creato lungo la Casilina una corsia di emergenza per fare correre i mezzi di soccorso. Per una volta persino i curiosi sono rimasti lontani per non intralciare.

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