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Data di pubblicazione:21/12/2005
Fonte:Il Giornale
Titolo dell’articolo:Insetti, gaffe e pendolari inferociti Così Trenitalia viaggia indietro tutta
Testo dell’articolo:Tanto impegno per l’«operazione immagine», ma scarsissimi risultati sul piano del reale miglioramento del servizio. La qualità delle nostre ferrovie continua ad essere insufficiente, nonostante da un anno i nuovi vertici di Trenitalia abbiano tentato di proporre un efficientismo di facciata che però quanti viaggiano in treno fanno presto a smascherare.
Certo, se si prenota un posto di prima classe sugli Eurostar di nuova generazione la sensazione è che la situazione non sia poi così drammatica. Ma già se si passa dall’Eurostar all’Intercity il contesto peggiora sensibilmente, per poi precipitare a livello di Terzo mondo se dall’Intercity si «retrocede» agli Interregionali: per intenderci quelli che rappresentano, da sempre, la peggiore iattura per tutti i pendolari italiani. Insomma, nel nostro Paese esistono treni di «serie A» e treni di «serie Z»: gli sforzi di Trenitalia si stanno essenzialmente concentrando sui convogli di prima fascia, abbandonando - o quasi - gli altri al loro destino. Non è un caso, ad esempio, che l’«assistente alla pulizia» sia presente solo sui treni a cinque stelle, mentre per le tratte considerate secondarie gli scompartimenti assumono l’aspetto di autentiche pattumiere su rotaie. Magari fosse solo una questione di rifiuti; nell’ultimo anno, infatti, sedersi sui sedili di un «locale» ha significato spesso fare i conti con punture di insetti. È accaduto sul Milano-Salerno, dove alla stazione di Roma Tiburtina sessanta persone sono state costrette a ricorrere alle cure mediche; è accaduto sul Torino-Reggio, dove dopo la denuncia dei passeggeri vennero trovati nidi di zecche; è accaduto sul Torino-Lecce, dove la Polfer ha raccolto la denuncia di passeggeri pizzicati dai parassiti; è accaduto sul Lecce-Bolzano, dove le cimici hanno provocato il ricovero in ospedale di una donna; è accaduto sul Nizza-Napoli, dove i passeggeri esasperati dall’invasione di cimici hanno addirittura bloccato il treno.
Allora Trenitalia che fa? Apparentemente opta per la soluzione più ovvia: il potenziamento del servizio di pulizia e disinfestazione delle carrozze. Ma non basta, gli insetti continuano ad avere la meglio (è di due giorni fa il caso della ragazza punta da uno scorpione sul Sondrio-Milano). Intanto Trenitalia ha ritirato dalla circolazione 500 carrozze ritenute obsolete. Peccato però che il provvedimento privi del posto chi è già in possesso di una prenotazione sulle carrozze «scartate», determinando una cancellazione a catena di treni che manda nel caos il viaggio di migliaia di passeggeri; uno scenario di ordinario disagio con la gente che arriva in stazione, non trova più il treno del quale ha il biglietto e viene dirottata su pullman sostitutivi su cui percorrere migliaia di chilometri in condizioni facilmente immaginabili. Trenitalia si rende conto di aver commesso una sciocchezza, ma ormai è troppo tardi per rimediare.
Intanto l’azienda ferroviaria è alle prese con un’altra grana: il rinnovo del contratto con le società addette alla pulizia dei treni, una specie di lobby che spesso è sfuggita al controllo di Trenitalia.
Il bando di concorso viene rinnovato. Ma a vincerlo sapete chi è? Proprio il «cartello» delle società di pulizie al cui indirizzo Trenitalia, nell’ultimo anno, non aveva risparmiato dure critiche.
Ma le proteste - dei viaggiatori in generale e dei pendolari in particolare - non si limitano al fattore-igiene: sull’altare dell’Alta velocità sono infatti sempre di più le linee e le stazioni destinate a «saltare»; e anche quelle che risultano «insopprimibili» sono afflitte da ritardi cronici che trasformano il tragitto casa-lavoro in un calvario quotidiano. Critiche alle quali Trenitalia risponde con la freddezza delle cifre che non possono non tener contro del rapporto costi-benefici: «Ci troviamo oggi a pagare la gestione dissennata del passato che solo negli ultimi dieci anni ha bruciato 200mila miliardi di lire». Un deficit pazzesco la cui lettura trova concordi i maggiori economisti: «Senza i contributi statali le Fs avrebbero fallito per bancarotta».
Forse però ricominciare da zero sarebbe stato meglio.

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