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Data di pubblicazione:21/12/2005
Fonte:La Stampa edizione di Imperia
Titolo dell’articolo:Treni in ritardo, sciopero bianco
Testo dell’articolo:Il treno è in ritardo? Di quanto, dieci, quindici, venti minuti? Di più? Bene, se viaggiate su un treno così e avete la fortuna di incontrare il controllore che vi chiede il biglietto o l’abbonamento, siete autorizzati a mostrarglielo con un ritardo pari a quello del treno. Non è finita. Salite su una carrozza stracarica, piena di gente in piedi? Contatele. Se sono più di venti per carrozza, sappiate che quel treno è fuorilegge, sta viaggiando al di fuori delle norme di sicurezza. Fatelo presente al capotreno, al controllore, agli agenti della Polfer. Lo stesso se, per l’affollamento, scoprite che c’è persino chi è costretto (succede, succede) a viaggiare sulla «piattaforma», cioè sui passaggi di intercomunicazione tra una carrozza e l’altra. Lo scenario sopra descritto, o meglio le «istruzioni per l’uso», se fossero messe in pratica tutti i giorni bloccherebbero completamente o quasi alcune linee e alcune fasce orarie, in Liguria e altrove. Non a caso l’Assoutenti e il Coordinamento dei Pendolari Liguria hanno chiamato la giornata di protesta «Immobility Day»: una forma di resistenza passiva, quasi gandhiana, per mettere a nudo le contraddizioni del servizio passeggeri di Trenitalia e le condizioni di vita sempre più precarie dei clienti pendolari. «Peccato che soltanto pochi viaggiatori, oggi, siano riusciti a mettere in atto la protesta del biglietto - spiega Furio Truzzi di Assoutenti - e questo perchè, con la carenza di personale, sui treni dei pendolari i controllori ieri si sono visti poco. Così almeno riferiscono via telefono ed email le centinaia di viaggiatori che hanno aderito alla protesta». In compenso, le caselle di posta elettronica dello Stato maggiore delle Ferrovie da Roma alla Liguria sono state intasate da una miriade di messaggi di protesta. Nel mirino il cocktail esplosivo di ritardi, soppressioni, insufficienza di posti a sedere, mancanza di riscaldamento . Mentre in Liguria andava in scena lo «sciopero bianco», a Roma un gruppo di parlamentari liguri con una delegazione di utenti (tra gli altri, Sonia Zarino del Coordinamento pendolari) ha partecipato a un vertice con il presidente della Commissione trasporti della Camera, Angelo Sanza. «Con i colleghi Banti, Mazzarello e Zara avevamo chiesto un incontro con le Ferrovie che crediamo possa essere strategico - spiega da Roma l’on. Gabriella Mondello (Fi) - visto che al tavolo c’era il direttore generale di Trenitalia, Massimo Ghenzer il quale ci ha anticipato alcune possibili soluzioni. A gennaio verificheremo se queste promesse si saranno realizzate». Ieri però è stato anche il giorno dei disagi e delle proteste. Anche nell’Imperiese. A Porto Maurizio sono in molti ad aspettare l’intercity per Milano delle 13,30. Il tabellone degli orari prima indica un ritardo di 30 minuti, poi si corregge: «ritardo imprecisato». A questo punto alcuni viaggiatori, che avevano appuntamenti di lavoro o personali a Genova o a Milano, gettano la spugna: «E’ una presa in giro». Meno diplomatici alcune decine di studenti, nelle stazioni di Porto e Oneglia, che non possono certo «rinunciare» a rientrare a casa dopo le lezioni. Il disappunto e la protesta salgono di tono, tanto che in entrambe le stazioni la Polfer è costretta a infoltire la presenza degli agenti. Così, per prevenire che la protesta spontanea, con tanto di cori ironici all’indirizzo di Trenitalia, potesse degenerare. Per cento problemi che nascono ogni giorno, un caso che si risolve felicemente. E quello dei pendolari della linea Genova-Tortona: dopo le proteste, sono riusciti a strappare - personalmente dal direttore Ghenzer - la fermata a Tortona di due Intercity: al mattino alle 8,58, alla sera alle 19,42. Problema risolto: è bastato ascoltare le esigenze dei viaggiatori, e studiare un modo per andare loro incontro. Un segnale positivo anche per altri casi?

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