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Data di pubblicazione:22/12/2005
Fonte:La Stampa edizione di Genova
Titolo dell’articolo:I sindacati: «Trenitalia è bugiarda, ecco perché»
Testo dell’articolo:GENOVA - «I dirigenti nazionali di Trenitalia sono dei buffoni che prendono per i fondelli i lavoratori, i pendolari delle Ferrovie e le istituzioni locali». Va giù duro il responsabile genovese della Filt Cgil, Guido Fassio, all’indomani della protesta «immobility day» dei pendolari e della tragedia di Roccasecca e propone una «giornata della solidarietà» tra ferrovieri e pendolari, «entrambi vittime di un sistema che non funziona». «All’incontro di Roma con parlamentari e pendolari - attacca Fassio - i dirigenti Trenitalia hanno continuato a vendere assunzioni che non ci sono». E spiega perchè: «I manovratori di Brignole non possono coprire i turni: hanno superato il tetto dello straordinario previsto per legge, devono smaltire le ferie e non c’è personale per sostituirli; mancano circa 60 capitreno, e il personale viene inviato in trasferta in altre regioni; i macchinisti sono insufficienti; gli operai non possono fare manutenzione». Già così, è un quadro preoccupante. Ma non basta. «I dirigenti di Trenitalia parlano di nuovo materiale rotabile quando, proprio in questi giorni, con l’orario invernale otto vetture a doppio piano per un totale di 1200 posti sono state sostituite da otto “medie distanze” pari a 800 posti: 400 posti in meno al giorno per gli utenti. Le carrozze di Genova sono finite guarda caso a Milano e Roma». I disagi: «Ieri, martedì, in Liguria le soppressioni sono state “soltanto” dieci, tutti i treni erano in ritardo, e i diretti per Milano avevano cinque carrozze invece di dieci: tutto sommato una giornata fortunata» ironizza il sindacalista che aggiunge: «Quanto sta succedendo dimostra che c’è un’emergenza pesante che deve essere affrontata, e non dipende dai problemi che creano i lavoratori per difendere la salute e la sicurezza di chi viaggia». Chiaro il riferimento alla protesta contro il pedale Vacma che nei giorni scorsi, dopo un’inutile mediazione in prefettura a Genova, era sfociata nella precettazione dei macchinisti. Su questo punto ci saranno comunque strascichi: ieri la Polfer ha inviato un rapporto alla Procura della Repubblica di Genova con le molte denunce presentate dagli utenti nei giorni scorsi dopo le innumerevoli soppressioni di treni. La Polfer ha aperto un’inchiesta per accertare la fondatezza delle contestazioni dei macchinisti, verificare fino a che punto le soppressioni erano da attribuire alla protesta (martedì i macchinisti erano tutti al lavoro, ma i treni cancellati sono stati ugualmente una decina) comparare il sistema Vacma italiano con quello impiegato nelle altre nazioni europee. Si ha comunque la sensazione che, per un concatenarsi di fattori, il sistema stia collassando. A metà ottobre la cattiva manutenzione e i ripetuti casi di infestazione da cimici avevano provocato il ritiro di 508 carrozze in tutta Italia (su un totale di 2800 della media e lunga percorrenza). Di conseguenza l’offerta di posti in treno si è ridotta in modo significativo. Problemi di manutenzione dei locomotori e l’usura abnorme dei «bordini» delle ruote dei treni (incredibile ma vero, è scritto testualmente così in una lettera inviata dall’amministratore di Trenitalia Testore all’assessore ligure Merlo) avevano provocato tra luglio e settembre almeno mille soppressioni nella sola Liguria. Poi l’orario invernale con cui, secondo Assoutenti, di fatto Trenitalia abolisce la tariffa 1 dirottando i passeggeri su opzioni più costose (gli Intercity). Quindi la protesta del Vacma, che ha riportato alla ribalta il problema della sicurezza che, su gran parte delle linee italiane è affidato alla sola vigilanza umana. Negli intervalli, uno stillicidio di guasti e problemi che ha portato a pesanti contraccolpi sulla qualità del servizio. Infine la cronica carenza di personale, a sua volta fonte di problemi a catena. E purtroppo, a volte il risveglio - Crevalcore e Roccasecca insegnano - è tragico.

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