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Data di pubblicazione:23/12/2005
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Piemonte: viaggi di rabbia sui treni della vergogna
Testo dell’articolo:«Altro che disservizi. Siamo al collasso: se i locomotori che si guastano un giorno sì e l’altro no fossero aerei, come andrebbe a finire?».

Dopolavoro ferroviario di via Sacchi, ore 11. Daniele Borioli, assessore regionale ai Trasporti, manifesta solidarietà ai pendolari seduti sotto il palco. Non può sapere che, poco dopo, quell’affermazione acquisterà un significato sinistro: per un disastro ferroviario compiuto, un altro è stato sfiorato; da Roccasecca a Cambiano, muta la geografia ma si ripropongono gli stessi problemi.

I pendolari in sala, alcuni in rappresentanza dei Comitati fioriti sulle linee locali, li hanno snocciolati anche ieri come una litania che ogni volta cade nel vuoto. La sicurezza messa a repentaglio dal «materiale rotabile» spesso vetusto, certo.
Ma anche i ritardi sempre più consistenti, le soppressioni dei treni senza preavviso, la carenza di informazione, la pulizia così così. Dalla Torino-Milano alla Torino-Asti, dalla Torino-Bardonecchia alla Santhià-Biella, i tasti dolenti sono gli stessi. Chi pensava di aver toccato il fondo ha dovuto ricredersi. Dai primi di dicembre, quando è partito il nuovo orario ferroviario e lo scontro sindacati-Ferrovie si è fatto più duro, le cose vanno di male in peggio.

Per questo i pendolari sono imbufaliti. Chiedono di non pagare l’abbonamento del mese prossimo, 78 euro, come contropartita ai disagi subìti nel 2005. Chiedono anche che con il 50% delle sanzioni inflitte dalla Regione a Trenitalia nel 2005, tre milioni di euro su sei, venga finanziato un fondo per risarcire in qualche modo «la clientela»: quella che, dovendo scendere a patti con i ritardi tutti i giorni, non può apprezzare lo humour dell’ultima campagna pubblicitaria delle Ferrovie. E se le parli della Tav ti manda a stendere.
Però hai voglia ad avanzare richieste se il tuo interlocutore ti dà buca. Ieri di Trenitalia non s’è visto nessuno. Persino la Regione, che appoggia le richieste dei pendolari, stenta ad ottenere risposte.

Parola di Borioli: «Nei mesi scorsi abbiamo deciso di ripristinare la corsa da Pinerolo a Torre Pellice, pagandola. Ebbene, le ferrovie locali hanno dovuto aspettare l’autorizzazione da Roma». Episodio emblematico, secondo l’assessore, della centralizzazione che ha privato le direzioni regionali Fs di qualsiasi autonomia. Se è per questo, la Regione fatica a sapere anche la consistenza del materiale rotabile impiegato sulle linee piemontesi: «Mi vengono fatte resistenze pure su questo...». Un altro tasto dolente è quello che chiama in causa l’anzianità dei mezzi: «In vista del rinnovo del contratto abbiamo chiesto a Trenitalia di escludere dal servizio i mezzi con più di 15 anni di esercizio». Stavolta la risposta è arrivata: «Ci hanno detto che, però, dovevamo indicargli anche quali servizi tagliare».

Parole che la dicono lunga sulle condizioni del trasporto locale. Ieri l’onorevole Marco Zacchera, An, ha presentato un’interrogazione al Governo sul degrado di molte stazioni ferroviarie e sull’assenza di informazioni. Un’altra interrogazione sul tema è stata presentata dal consigliere Angelo Motta, Margherita, a Palazzo Lascaris.

È una realtà che i viaggiatori conoscono fin troppo bene. Persino Cesare Carbonari, leader del Comitato sulla linea Torino-Milano, stenta a capacitarsi del crollo del servizio: «I comitati non riescono più a contrastare le proteste degli utenti». C’è già chi, in vista delle Olimpiadi, minaccia di alzare il livello della protesta bloccando le stazioni. Silvia Boeris, impiegata a Biella e aderente al Comitato pendolari biellesi, da tre anni si sciroppa lo stesso percorso: viaggio sulla Torino-Milano fino a Santhià; da Santhià seconda trasferta, fino a destinazione, su una littorina diesel che parte quando parte.
E se perdi la coincidenza peggio per te.
Francesco Alemanno, che lavora alla «Martini & Rossi» di Pessione, si diletta sulla Torino-Asti da quattro anni: «Ritardi anche di 40-50 minuti, treni soppressi per le cause più svariate, carenza di informazione. Con il nuovo orario la situazione è precipitata».

Simonetta Giordano, residente ad Alpignano e impiegata a Torino, conferma. Al massimo, è disposta ad ammettere un lieve miglioramento nella pulizia.

Pietro Lombardi, capostazione a Trofarello e consigliere comunale a Chieri per i Comunisti italiani, potrebbe intrattenerti per ore su tutti i guai che oggi affliggono le Ferrovie. Il problema è che, oggi come oggi, mancano le soluzioni.

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