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Data di pubblicazione:23/12/2005
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Proteste e disagi: alle lamentele dei cittadini risponde l’Amministratore delegato di Trenitalia
Testo dell’articolo:ROMA - Il suo è uno dei mestieri più difficili, far funzionare le ferrovie, mettere sui binari treni decorosi e farli viaggiare in orario. Roberto Testore se ne rende conto e sa che c’è ancora molto lavoro da fare. «Mail, lettere, lamentele: tutte le critiche che ci arrivano le trovo giuste - ammette l’amministratore delegato di Trenitalia, società del gruppo Ferrovie dello Stato -. Hanno ragione i nostri clienti a protestare, però a tutti voglio dire che possono contare sul fatto che in questa azienda ci sono persone che li ascoltano e che stanno lavorando sodo per accontentarli il più possibile». «Il nuovo orario? In questi primi giorni ha creato disagi, ma presto ci consentirà di migliorare di molto la puntualità. Si tratta di un sistema molto più flessibile del vecchio che, in caso di bisogno, ci consente di modificare l’orario anche due-tre volte all’anno». Testore ha ben presenti i sacrifici che stanno patendo i clienti delle Fs, e in particolare i pendolari, «ma quello che stiamo facendo serve a rendere il nostro servizio più decoroso e funzionale».


Perché avete deciso un intervento così radicale sull’orario?

«L’abbiamo cambiato perché quello vecchio non dava le opportune garanzie, era fragile. Bastava che un treno fosse in ritardo per generare a cascata altri ritardi su un numero grandissimo di altri treni. Adesso stiamo iniziando ad usare un sistema di simulazione evoluta, che abbiamo chiamato “Merlino”, e questo ci consente di capire in anticipo quali possono essere i punti deboli del nostro sistema».

E Merlino cosa vi ha detto?

Che avevamo dei treni come gli interregionali che effettuavano percorsi molto lunghi e che si fermavano con molta frequenza, con ovvie conseguenze negative in termini di ritardo. Per questo ne abbiamo modificato i tracciati e li abbiamo affiancati a nuovi servizi svolti dagli Intercity. Rispetto agli anni passati l’intervento è stato molto più radicale».

Però l’avvio è stato un mezzo disastro con forti ritardi su tutte le linee...

«Bisogna tener presente che questo è un periodo travagliato: sono in corso dei lavori molto importanti da parte di RFI per migliorare le infrastrutture, in più il lavoro per aumentare la sicurezza prevede l’attivazione di dispositivi molto sofisticati sui locomotori e porta via altro tempo. E come se non bastasse c’è stato di mezzo anche uno sciopero. Insomma si è concentrato tutto in questo periodo e ciò ha reso tutto più complicato».

I pendolari sono tornati sul piede di guerra.

«Capisco e me ne scuso. E mi scuso prima di tutto con i miei concittadini torinesi. E’ vero che ci sono dei disagi, ma sono in fase di riassorbimento ed ora la situazione sta andando verso la normalità, è solo questione di giorni».


Siete pronti a correggere eventuali errori?

«Certamente, ci siamo proposti la possibilità di apportare delle modifiche due o tre volte nel corso di un anno, anche per venire incontro a critiche giuste da parte dei clienti. Col sistema molto rigido che avevamo prima questo invece non era possibile».

Che modifiche si possono fare?

«Ad esempio con l’avvio dell’Alta velocità tra Torino e Novara nel mese di marzo potremo fare degli adattamenti e dei miglioramenti d’orario».

Possiamo dare una data, per il ritorno alla normalità?

«Già oggi la situazione sta migliorando. Vedremo nei prossimi giorni quando, andando verso i grandi ponti festivi, il sistema verrà ipersollecitato. Io sono convinto che al ritorno dalle vacanze sarà tutto a posto. Ma questo non ci basta: noi siamo qui per andare oltre, saremmo molto delusi se non riuscissimo a migliorare la qualità del servizio».

Tra le cause che hanno inciso sulle disfunzioni di questi giorni pesa anche il ritiro di quelle 500 carrozze finite in manutenzione straordinaria e che in alcuni casi vi ha costretto a ridurre la lunghezza dei convogli.

«Per decenni si è trascurato sia il decoro generale delle carrozze che la cura degli impianti ausiliari (condizionamento, riscaldamento e impianti voce). Era assolutamente necessario intervenire e togliere qualche componente dalla rotazione generale. Io quelle carrozze le ho viste di persona e vi assicuro che non si poteva fare altrimenti».

Quando torneranno in circolazione?

«Le prime 40 sono già pronte, arriveremo a 60 entro fine anno e poi il flusso aumenterà a partire da gennaio per completarsi entro la fine di marzo. Per essere un’azienda pubblica l’abbiamo fatto in tempi record».

Scusi ingegnere, ma il salto grande, il cambiamento vero, quando arriverà?

«In questi sistemi complessi non ci può essere un D-Day, il cambiamento dobbiamo vederlo con una certa gradualità. Già nel corso di quest’anno entreranno in servizio parecchie nuove locomotive e molte nuove carrozze: alcuni rimesse in ordine, altre assolutamente nuovi come i treni Vivalto e Minuetto. Aumenterà la qualità del nostro parco e questo ci permetterà di radiare materiale che è ridotto in condizioni di difficile manutenibilità, che costa caro e provoca molte fermate in linea e molti disagi. E poi ci sono in corso grandi investimenti sulle infrastrutture di RFI che portano a discontinuità significative: quando si apre una tratta ad alta velocità (come la Roma-Napoli o la Torino-Novara) si libera la rete tradizionale e si può quindi migliorare il servizio. A questo aggiungiamo gli interventi sui nodi, da quello di Milano che sarà terminato a fine 2006 a quello di Torino su cui si sta lavorando. E ogni volta che viene ultimata una di queste opere la situazione migliora ulteriormente ».


Torniamo alla qualità del servizio. Dopo i casi dei mesi passati avete bandito nuove gare per la pulizia dei treni: quando avremo risultati?

«Abbiamo fatto una scelta radicale avviando una gara europea. Proprio in questi giorni i primi tre vincitori stanno subentrando ai precedenti fornitori ed entro gennaio porteremo a termine tutti i cambi appalto e a quel punto sono sicuro che cambierà il giudizio dei nostri clienti perché saranno loro a giudicare la qualità del lavoro fatto. Insieme ai nostri fornitori andremo infatti a chiedere loro delle valutazioni e sulla base delle risposte anziché applicare penali o premi prenderemo delle decisioni per modificare eventualmente i processi e cercare di soddisfare a pieno i nostri clienti».


L’ultima finanziaria ha tagliato ancora una volta gli investimenti, che problemi vi crea?

«Trenitalia è un’azienda che sta sul mercato e che non dipende dai contributi pubblici eccetto che per i contratti di servizio con le Regioni. Per questo dobbiamo cavarcela da soli ed i nostri piani di investimenti non solo sono molto importanti ma per il 70-80% sono concentrati sul trasporto regionale e sui treni a maggiore affollamento. Parliamo di 7 miliardi di euro da spendere nei prossimi 3-4 anni. Certo, dobbiamo riuscire a finanziarli e per far questo dobbiamo avere più gente sui nostri treni per convincere gli investitori a finanziarci».

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