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Data di pubblicazione:23/12/2005
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:A Porta Nuova un’ordinaria giornata di caos
Testo dell’articolo:«Mia suocera è sul treno in arrivo da Palermo, dice che hanno avuto un incidente. Hanno preso una gran paura» e poi cade la linea. Il genero di Jole Savarino è a Porta Nuova dalle 11, è andato a prendere la suocera: doveva arrivare alle 11,10, ma non scenderà da quel treno prima delle 15. All’ufficio informazioni della stazione inizialmente dicono che si è trattato di un guasto al locomotore, ma i parenti dei passeggeri sono preoccupati: «Ma è vero che c’è stato uno scontro? Ci sono feriti? Mio Dio, i treni non sono più sicuri come una volta. È meglio prendere l’aereo». Torino ha saputo così dell’incidente di Cambiano. Nessun ferito, ma ne è seguita una giornata di ritardi, polemiche e lamentele. Il nuovo orario non ha modificato la situazione di ritardo cronico. Da nord a sud la situazione non varia: il Napoli-Torino è arrivato con un’ora di ritardo, quello proveniente da Lecce con più di 4 ore, stessa cosa con il Palermo-Torino. Non è andata meglio ai regionali: quello in arrivo da Alessandria viaggiava con 35 minuti di ritardo, quello da Aosta anche, gli intercity da genova e Firenze con quasi mezz’ora, come quello da Venezia. E la lista è lunga. L’incidente di Cambiano ha provocato a catena rallentamenti. Almeno altre dieci tratte, per stessa ammissione di Trenitalia, ne hanno risentito. Il clima tra i passeggeri e i loro parenti in stazione era incadescente, nonostante i tre gradi di temperatura. «Siamo stati 30 minuti fermi a Chatillon - racconta un passeggero dell’Aosta-Torino - senza una spiegazione. Pare che il treno sul quale dovevamo viaggiare sia già arrivato in ritardo da Torino». Il cartellone luminoso per tutta la giornata hanno aggiornato ritardi, davanti agli sguardi attoniti dei viaggiatori con carrelli colmi di borsoni, sacchi con pacchi regalo che venivano spinti a fatica da mani intorpidite dal freddo. Alla fine qualcuno riesce anche a riderci su: «Io ho preso un giorno di permesso, lo faccio sempre quando devo venire a prendere qualcuno in stazione», dice un ragazzo. I loro racconti si incrociano con quelli degli utenti del Lecce-Torino, partiti già in ritardo: «Abbiamo trascorso due ore al freddo in attesa che ci facessero salire a bordo. Le sale d’attesa - racconta una signora - erano piene di abusivi, che le usavano per dormirci e come bagni pubblici». Così anche per i bambini. «Ventiquattro ore per arrivare da Palermo a Torino dice Giuseppe - e poi parlano di alta velocità». Le Ferrovie si scusano, danno ai passeggeri scesi dai treni un pacchettino con wafer e succo di frutta e li invitano a compilare il modulo dei reclami per ottenere il bonus.

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