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Data di pubblicazione:24/12/2005
Fonte:La Stampa edizione di Alessandria
Titolo dell’articolo:Sconto ai pendolari: un rebus. Il regolamento non contempla troppe cause di disservizio
Testo dell’articolo:ACQUI TERME - «Treni che svaniscono nel nulla, altro che mago Silvan!»: così commenta Roberto Rossi, pendolare sulla Casale - Vercelli - Milano che definisce i primi dieci giorni del nuovo orario invernale introdotto da Trenitalia una «vera e propria Caporetto».
Chiedere lo sconto sull’abbonamento successivo? È una possibile soluzione ma Trenitalia fornisce un elenco così composito di casistiche (ben 34 voci considerate «non imputabili» come scioperi, azionamento del freno di emergenza, malori di viaggiatori, occupazione binari e altro) che i viaggiatori devono sbrogliare un vero e proprio rebus per ottenere un risarcimento. Un’altra proposta, partita sulla tratta Milano-Torino, è quella di non pagare l’abbonamento a gennaio, visti i ritardi e le soppressioni di tutto il 2005. «Stiamo valutando la proposta con la Regione - dice Aldo Pavanello, dirigente Trenitalia Piemonte- anche se tutto sommato adottarla a gennaio, quando gran parte dei pendolari riprende l’attività lavorativa al 9 del mese, pare un’occasione sprecata. Sarebbero favoririto di più sfruttarla a febbraio».
Intanto i pendolari della Genova - Stradella - Milano ieri per più di un’ora hanno atteso treni per Milano: «Treni passeggeri nemmeno l’ombra, ma treni merci addirittura quattro di cui uno ha oltrepassato la stazione a forte velocità». Mauro Chiesa che da Ozzano ogni giorno deve raggiungere Torino per lavoro, dice che i passeggeri non vengono avvisati delle soppressioni dei treni e parla di «una quotidiana rocambolesca avventura»: «Se lo sapessimo potremmo prendere l’Intercity per Genova che parte più o meno alla stessa ora, ovviamente senza pagare supplemento, come è nel nostro diritto in base alle disposizioni di Trenitalia, ma abbiamo l’impressione che l’informazione non arrivi, proprio per evitare questa possibilità. Solo nell’ultima settimana ci sono stati ritardi variabili dai 40 minuti alle 2 ore e 20 minuti, senza contare le numerose soppressioni di convogli». Così a Chiesa succede di arrivare a casa alle 20,20 invece che alle 18,42 e la sua giornata lavorativa dura ben più di otto ore con un danno alla qualità della vita. Capita così spesso che a prendere il treno successivo si scateni la bagarre per accaparrarsi un posto a sedere. La conseguenza? Vagoni stracolmi con l’incolumità dei passeggeri a rischio o semplicemente il disagio di dover viaggiare in piedi nel corridoio.
Infine l’Associazione pendolari novesi ha convocato per il 13 gennaio, alle 20,45, nel salone di rappresentanza del Comune di Novi, in via Giacometti 22, l’assemblea ordinaria dell’associazione che prevede all’ordine del giorno, fra l’altro, l’esame del nuovo orario ferroviario e l’analisi dei disservizi. «Dato il momento disastroso del servizio di trasporto passeggeri - dice il presidente dell’Apn, Riccardo Leardi - è fondamentale che la partecipazione sia estremamente numerosa».

Treno soppresso per mancanza di materiale rotabile. A segnalarlo è l’Associazione Pendolari dell’Acquese. «Almeno fino all’8 gennaio il treno 4600 in partenza da Acqui per Asti delle 6,05 sarà sostituito con bus a causa della indisponibiltà materiale come riferito da Trenitalia - spiega il presidente dell’Associazione Alfio Zorzan -. Dato che il treno è utilizzato prevalentemente da viaggiatori che da Asti proseguono per Torino col treno delle 7,11, e che il bus sostitutivo, facendo tutte le fermate, giungeva ad Asti intorno alle 7,30, abbiamo preso contatto con Trenitalia per regolarizzare questa anomalia giungendo al seguente accordo: in partenza da Acqui sono già operativi due bus, uno che percorre la via diretta facendo fermata a Nizza e Montegrosso e che giunge ad Asti intorno alle 7, in tempo per il Torino delle 7,11. L’altro bus passerà invece nei paesi facendo le fermate previste». Pur contestando il continuo ricorso a bus per sopperire alle mancanze di Trenitalia, l’Associazione pendolari dell’Acquese ha ringraziato la società ferroviaria per essere venuta incontro alle necessità dei cittadini dell’Acquese e del Nicese.

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