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Data di pubblicazione:24/12/2005
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:I pendolari minacciano lo sciopero Ma anche ieri li hanno presi in giro
Testo dell’articolo:Sciopero dell’abbonamento, cioè rifiuto di esibire il documento ai controllori, costi quel che costi, se Trenitalia non rinuncerà ai 78 euro del mese di gennaio. E’ quel che si ripromettono di fare i pendolari, decisi ad ottenere una contropartita, seppur minima, ai disagi subìti quotidianamente sulle linee ferroviarie regionali. Il tam-tam, partito da Vercelli e dintorni, corre veloce e sta facendo proseliti tra i passeggeri imbufaliti. Lo stesso Comitato spontaneo che dà voce alla protesta sulla Torino-Milano, pur favorevole alla mediazione, annuncia la sua adesione alla protesta qualora dall’azienda non arrivi un segno di disponibilità. Nel frattempo, chiede l’intervento della magistratura. La seconda novità della giornata è infatti la lettera indirizzata ai procuratori Giancarlo Caselli e Marcello Maddalena per sensibilizzarli sulla situazione, definita «grave», del trasporto ferroviario. «La presente richiesta ha carattere di urgenza - scrive Cesare Carbonari a nome del Comitato -. I comitati spontanei e delle associazioni dei pendolari non riescono più a gestire le fortissime contestazioni. Temiamo che la situazione possa degenerare, con problemi anche di ordine pubblico. Per questo motivo chiediamo un eventuale intervento da parte della magistratura invitando Trenitalia a trovare entro 48 ore una soluzione che possa riportare alla normalita la circolazione dei treni su tutto il territorio nazionale». Mossa impegnativa, quella del Comitato - la seconda dopo l’esposto, poi archiviato, presentato qualche anno fa in procura sulla sicurezza dei treni -, accolta con un «no comment» dalla magistratura. «Per il momento non ho nulla da dire - commenta Caselli -. Valuterò il da farsi con il mio collega dopo avere esaminato il contenuto della lettera». Sul fronte politico, Mariangela Cotto, consigliera regionale di Forza Italia, ha presentato una mozione che punta a creare un fondo per anticipare ai pendolari il rimborso per le ore di lavoro perse in conseguenza dei ritardi. A rinfocolare i malumori, i problemi che ormai si manifestano con cadenza quotidiana. Ieri mattina, per dire, circa 300 persone sono state beffate a Porta Susa. «L’Interregionale 2005 delle 6,50 non si è mosso in orario da Porta Nuova perché i macchinisti hanno preso servizio in ritardo - spiega Carbonari -. Allora abbiamo chiesto che l’Intercity per Venezia in partenza da Porta Nuova alle 7 venisse declassato ad Interregionale così da poterne usufruire. Invano». Morale della favola: parte dei pendolari diretti a Milano sono saltati al volo sul primo Eurostar. Gli altri, obbligati a scendere alle stazioni intermedie, hanno atteso per mezz’ora che il “2005” venisse a raccattarli. Inutile dire che, a quel punto, le coincidenze erano saltate. Ovunque si registrano rabbia, proteste, minacce di ritorsioni: con il rischio molto concreto che, dai e dai, gli stessi Comitati vengano scavalcati da chi propende per la linea dura. «Ormai è diventato un problema di carattere sociale - commenta Carbonari -. E’ difficile invitare la gente alla pazienza quando ogni giorno si registra qualche problema». Da qui l’appello a Trenitalia affinché rinunci ad incassare l’abbonamento per il mese di gennaio, risarcendo parzialmente i viaggiatori. Proprio ieri la Regione Piemonte, che appoggia i pendolari e che nel nuovo contratto ha deciso di inasprire le sanzioni applicate alle Ferrovie, ha girato la richiesta all’azienda. La risposta, per il momento, non è né positiva né negativa. «Dalla Direzione regionale ci hanno invitato a formalizzare la domanda per iscritto, cosa che faremo nei prossimi giorni - spiega l’assessore Daniele Borioli (Trasporti) -. Presumo che poi la sottoporranno a Roma. Sono ottimista sulla possibilità di trovare l’intesa». Anche per questo il Comitato della Torino-Milano, nella persona di Carbonari, invita i pendolari ad attendere prima di rinnovare l’abbonamento. Chissà che il nuovo anno, almeno su questo versante, non porti una buona notizia.

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