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Data di pubblicazione:26/12/2005
Fonte:Repubblica.it
Titolo dell’articolo:“In ritardo, abbandonati e multati”: il grido di dolore dei passeggeri Fs
Testo dell’articolo:"TRENI soppressi in una quantità mai vista prima, sporcizia dilagante, carenza di informazioni in caso di ritardi e soppressioni, treni stracolmi per le vecchie carrozze che non vengono rimpiazzate da nuove e quindi i treni vengono 'accorciati', porte non funzionanti, vagoni rabberciati alla meno peggio che stanno in piedi per 'abitudine' dopo trent'anni di servizio ininterrotto. Insomma, prendere un treno in Italia è ormai diventato una scommessa". Un lettore di Genova riassume così l'esperienza che, stando alle tante e-mail ricevute da Repubblica.it sulla questione, viene quotidianamente condivisa da tanti pendolari o viaggiatori occasionali. E non da oggi.

Natale 2004. "Esattamente il giorno di Natale del 2004, stavo andando dai miei e il treno per Venezia ci ha mollato a Sommacampagna - racconta una lettrice -, quindi sono arrivata con due ore abbondanti di ritardo. Successivamente non sono più riuscita a fare un viaggio puntuale né su quella tratta, né su quella di Torino, altro viaggio che faccio abitualmente. Non parliamo della Milano-Bologna, dove nell'ultimo anno, su 10 viaggi, sono riuscita a prendere la coincidenza per Ravenna una volta sola, con conseguente viaggio fino a Forlì e taxi da Forlì a Ravenna". E scatta il rimpianto per "i bei tempi del Rapido, che costava un patrimonio, ma ti portava da Milano a Verona in poco più di un'ora".

Testacoda. Ci sono anche viaggiatori a cui capitano episodio a dir poco singolari. "Ieri tornando da Milano a Fano, sull'IC 565 Dorico in partenza alle 19.10 da Milano Centrale. Il tabellone indica il treno per Ancona sul binario 18, arrivo e vedo il locomotore che sta dietro al treno, per di più staccato". Il treno, poi, è partito con 40 minuti di ritardo. Una volta in movimento il capotreno, dagli altoparlanti, 'si scusa del ritardo dovuto 'all'errato posizionamento del locomotore'. Che era in fondo al treno e non in testa!".

Ritardo sistematico. Il signor Gianni Parise di Roma, ha voluto usare Repubblica.it, non solo per raccontare le sue disavventure di pendolare che "quotidianamente prende il treno sulla linea Orte/Fara-Sabina Fiumicino per un paio di fermate da Tuscolana a Trastevere", e lamentarsi del fatto che "nelle ultime settimane succede di tutto: ritardi dai 15 ai 45 minuti, treni soppressi senza preavviso, con conseguente affollamento da terzo mondo", ma anche per cercare di avere una spiegazione: "Che succede? Possibile che un semplice cambio di orario abbia provocato tutto questo? E' la fregola del Natale o devo dare ascolto al mito metropolitano che vuole i treni ridotti così perché a Natale i macchinisti vanno in ferie?".

L'incubo del ritorno a casa. Sempre di ritardo 'puntuale', scrive uno studente dell'università di Bologna che abita Rimini: "Ogni domenica sera mi sposto da Rimini a Bologna con il treno, e fin qui posso dire di non avere tanti problemi". Ma il viaggio di ritorno a casa è tutt'altra cosa: "E' il mio quinto anno di Università, e posso dire di essere sceso a Rimini in orario solo pochissime volte. Emblematico è il regionale delle 19.35 da Bologna: ferma a Rimini (sempre) con almeno 10 minuti di ritardo".

Come i deportati. "Il 1 novembre, ho preso un interregionale verso Milano che sembrava un treno di deportati, stipato fino all'inverosimile", riferisce un lettore che con rassegnazione sottolinea che "è sempre così e nessuno fa nulla. Anzi, nei giorni festivi (come la domenica, classico giorno di rientro), i convogli disponibili sono anche meno. E in più, adesso, costano tutti il doppio perché da interregionali sono diventati intercity".

L'intercity non ferma. Capita anche di andare ogni giorno alla stazione col fiato sospeso: "Tolgono i diretti o gli interregionali per spingere gli intercity, il problema è che qui a Tort
ona (linea Ge-Mi), gli intercity non fermano... e chi deve lavorare a Milano spera ogni giorno che ci sia il treno per andare al lavoro, che non sia stato soppresso, in ritardo, che si riesca a salire e che le carrozze non siano gelide".

"Abbandonare i vagoni". Cosa fare se dalla capotreno ci viene imposto di abbandonare i posti di prima classe, "perché deve chiudere le carrozze", per andare in seconda? "La capotreno risponde piccata che lei non ci può fare niente - racconta G. B. - quello è il regolamento. Di fronte alle mie rimostranze vengo informato dalla signora che al massimo poteva farmi successivamente una dichiarazione. O ci muoviamo o il treno non riparte. Esodo in seconda. Posti pieni. A fatica io trovo posto da una parte, mia moglie da un'altra. Ovviamente della capotreno non ho avuto poi più notizie".

Guasti a sporcizia. Damiano Tessarin si dice " preso dalla disperazione più cupa", a causa "dell'odissea che quotidianamente deve compiere una persona che lavora a Milano e Vive a Vigevano o ad Abbiategrasso". Una situazione che si può riassumere in 3 punti: "1) La 'nostra' linea è soggetta a quattro o cinque guasti alla settimana del materiale rotabile. 2) La pulizia dei vagoni è pressoche inesistente. 3) Nelle ore di punta dalle 6.30 alle 8.30 si viaggia in condizioni di sovraffollamento".

Abbonato per rincorrere il treno. E cosa si fa se bisogna prendere una coincidenza e il treno su cui si viaggia fa ritardo? Semplice si corre. "Possiedo da due anni un abbonamento sulla linea Pianoro-Bologna-Ferrara, con partenza la mattina alle 7.10 e ritorno intorno alle 18 - scrive Sergio Minni -. Il mio problema è semplice: al ritorno il treno per Ferrara arriva alla stazione di Bologna all'estremo opposto rispetto al treno per Prato e ho a mia disposizione solo 6 minuti (sempre che il treno arrivi in orario) per compiere un'impresa atletica che farebbe invidia ad un centometrista anche se, ahimé, a quarant'anni non ho più lo scatto di una volta e il treno successivo parte alle 20.40, dopo un'ora e mezza".

Ritardi da Freddo? "Lunedi 19 dicembre stazione di Firenze S. M. Novella ho comprato il giorno prima un biglietto di 2° classe Firenze-Napoli 42,35 euro - esordisce Rita Covello -. Partenza prevista alle 10:53, arrivo in stazione e scopro con disappunto che il mio treno ha 25 minuti di ritardo, guardo il tabellone e mi accorgo che quasi tutti i treni hanno ritardi consistenti, addirittura il precedente Eurostar per Napoli ha 2 ore e 20 di ritardo. Nella sala d'attesa il servizio informazioni mi spiega che ci sono problemi tecnici sulle linee causati anche dal maltempo. E' strano, sia domenica che oggi il tempo è splendido". Alla fine la lettrice riuscirà ad arrivare a Napoli con 45 minuti di ritardo e una domanda: "Come fanno in paesi come Austria, Svizzera, Germania, Francia dove fa molto più freddo di qui a far circolare tranquillamente i treni anche d'inverno?".

Rimborso? No, grazie. In molti chiedono 'soddisfazione' di ritardi e disservizi facendo richiesta di rimborso. Poca cosa per chi, come Luigi Fraumeni, si è ritrovato a fare il viaggio Bologna-Villa San Giovanni, con 4 ore e 20 minuti in più rispetto al previsto. "Con me, sul treno, c'erano intere famiglie ed anziani, bambini e nonne che voi nemmeno immaginate come hanno patito il viaggio", racconta il lettore che aggiunge: "Trenitalia rimborsa il 50% del biglietto se si fa il reclamo. Io mi domando: ma per noi che ci siamo massacrati viaggiando su treni sporchi, stretti, per 14 ore e mezza, avere indietro la metà dei 60 euro del biglietto è veramente quel che ci serve?".

La fame e la sete. Capita anche di prendere un Eurostar Torino-Roma, sicuri di avere a disposizione il servizio bar-ristorante e di ritrovarsi con una "voce felpata" che dall'altoparlante annuncia c
he "per ragioni non chiarite, ogni servizio (ristorante, eventuale carrello con acqua, bibite panini) veniva sospeso". Un disagio a cui poi si aggiunge l'aria condizionata che "funzionava al peggio".

Storie di ordinario ritardo. "Il treno doveva partire da Campiglia Marittima alle 7.47 e come sempre è arrivato con circa un'ora di ritardo - racconta il signor Lancioni - L'altoparlante della stazione come sempre diceva che il ritardo era dovuto a problemi tecnici. Arriviamo a Roma con 3 ore di ritardo. Perse tutte le coincidenze per Lecce aspettiamo 4 ore per un treno adeguato. Solito reclamo e solita risposta degli addetti: 'Ci scusi non possiamo farci niente'".

A Repubblica.it sono anche arrivate testimonianze in 'tempo reale': "Questa sera avevo la prenotazione su l'Intercity MI-FI delle 20.05, che era in ritardo di 1 ora - scrive Roberta Lazzeri -, quindi sono salita sull'Eurostar delle 20 sempre MI-FI, ma oltre a farmi pagare giustamente la differenza, ho dovuto pagare anche la multa di 8 euro! Non lo ritengo giusto, ho preso quel treno solo per un disservizio delle Fs e dati i tempi dei due treni non ho certo avuto il tempo di fare il cambio in biglietteria. Ritengo che la multa sia ingiusta e immotivata, quindi richiedo il rimborso di 8 euro."

Abbasso il treno, viva l'auto. "Abito a Spoleto, lavoro a Foligno - scrive Mario Fagotto -, una cittadina distante dalla prima appena 34 km. La linea ferroviaria le attraversa entrambe, ma i ritardi sono incredibili: da 20 a 35 minuti, sia da Roma, sia da Ancona. Il treno è più economico dell'auto (3 euro e 70, andata e ritorno), ma i ritardi non mi permettono di fruire di tale servizio".

Anche Eleonora ha sempre preferito spostarsi con il treno piuttosto che con l'auto "da Campiglia Marittima, dove vivo, a Firenze, dove studio" per questioni di risparmio e "perché ritengo l'inquinamento un serio problema". Ma nell'ultimo anno "ho assistito a deragliamenti, carrozze senza luce o prive di riscaldamento e anche in fumo! Senza considerare che i posti non bastano per tutti i passeggeri e che l'igiene è piuttosto scarsa. Ora mi sposto in auto, contrariamente a quanto vorrei fare sono stata costretta dai tanti disagi che non ho più intenzione di sopportare".

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