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Data di pubblicazione:27/12/2005
Fonte:Il Giornale
Titolo dell’articolo:Tra carrozze fantasma e viaggi sotto zero: così i treni fanno la festa
Testo dell’articolo:“Visioni binarie” non è soltanto il titolo di una pubblicazione, che raccoglie storie e calvari dei viaggiatori della penisola, ma è anche l’ultima tendenza in fatto di treni: uno degli incubi più ricorrenti, ultimamente, è infatti quello del “convoglio fantasma”. Sintomi della visione: l’aspirante passeggero ha in mano un biglietto, con tanto di prenotazione (numero del treno, della carrozza, del posto a sedere) ma, una volta arrivato al binario, trova davanti a sé una folla di concorrenti, che ambiscono, come lui, a un posto su una carrozza che, in realtà, è inesistente. È successo alla vigilia di Natale e il fatto ha rimpinguato il dossier delle disavventure in stazione degli ultimi giorni.
Ecco alcuni esempi.

Verso sud
Stazione di Milano, direzione sud, i treni delle feste, quelli ampiamente previste dal calendario. Unico problema: qualche carrozza in meno del previsto, e molta gente inferocita. Un giovane studente della Basilicata ha raccontato la sua odissea, metà su pullman e metà su treno, cominciata verso mezzanotte e terminata a Metaponto verso mezzogiorno. “Il treno era stracarico e non partiva. Ci è bastato uno sguardo: «Blocchiamo tutto, da qui non parte nessuno». Poi il via con un’ora e mezzo di ritardo, ma non c’era posto per tutti”. Così ecco il pullman: “Ma abbiamo dovuto litigare con l’autista sulle fermate da fare: voleva portarci tutti a Bari”.

“Colombia”
Letta sui forum dei pendolari: convogli bloccati in mezzo alla campagna che si mettono a spingere il treno davanti, guasto, che blocca tutta la linea. “Stiamo spingendo tonnellate di ferro... ma dove siamo, in Colombia?”.

La navetta rottame
I pendolari dell’Emilia Romagna sono abituati a esperienze “estreme”; in particolare quelli della “Porrettana”: “Uno dei soliti navetta-rottame è partito da Bologna alle 5.55; è salito arrancando, sbuffando e facendo saltare gli orari dei treni in discesa, per arrivare a Porretta con 15 minuti di ritardo. Doveva ripartire alle 7.17 per la corsa più affollata della giornata, ma proprio non voleva andare ed è riuscito ad arrivare a Bologna con 35 minuti di ritardo”. Il giorno dopo il «navetta rottame» colpisce ancora: “Sul treno delle 6.42 da Porretta, quattro carrozze su quattro fredde gelate”; e si capisce: a Porretta, dove il convoglio ha trascorso la notte, c’erano cinque gradi sotto zero.

Il convoglio dimezzato
Sorprese mattutine anche sulla Verona-Bologna: il treno viaggia con sei carrozze (anziché sette) ma, soprattutto, tre sono chiuse: due per ragioni rimaste oscure e un’altra perché una porta non è sicura. Ai passeggeri non resta che stare in piedi, stivati su meno della metà dei posti. Non è finita: sulle tre carrozze rimaste disponibili, una porta è bloccata, mentre le altre non riescono a funzionare in automatico, perciò il capotreno deve azionarle a mano a ogni fermata, guadagnando un ritardo finale di trenta minuti. Abbonamento con la multa Una signora di Gallarate si è sfogata su un forum: “Avevo dimenticato l’abbonamento nella borsetta, ma il capotreno mi ha rassicurata: «Ora le faccio pagare il biglietto, poi in biglietteria,mostrando l’abbonamento, le rimborseranno la spesa»“.Oltre ai 3,45 euro di biglietto, la donna ha scoperto prima che non c’era nessun rimborso; poi, dopo un mese, si è vista recapitare a casa una multa da 35,60 euro.

Il suicidio non vale
Se il treno ritarda per “cause indipendenti da Trenitalia” o si viaggia senza prenotazione, è noto, non si ha diritto a nulla. Ma se il convoglio è arrivato con un’ora di ritardo causa suicidio (indipendente dalle ferrovie) e, poi, si è rotto, rimanendo fermo per altri quarantacinque minuti, questi ultimi, non saranno forse da imputare a Trenitalia? La risposta ai pendolari della Genova-Milano è stata: no. Alle ferrovie hanno annotato soltanto il suicidio, del motore non si sono accorti.

Abitudini
I pendolari del Levante ligure si sono riuniti a Brignole per una manifestazione, per contestare (in anticipo) il nuovo orario, soprattutto per la soppressione degli Interregionali. Alla protesta, è ovvio, sono arrivati “trafelati”: il treno aveva un quarto d’ora di ritardo.

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