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Data di pubblicazione:27/12/2005
Fonte:Repubblica.it
Titolo dell’articolo:Ferrovie, 35 anni buttati via: “Viaggio in piedi, come nel ’71”
Testo dell’articolo:È COME una storia d'amore finita male il rapporto che lega gli italiani alle ferrovie. Di quelle storie in cui il rancore alla fine non perdona nulla e si finisce col rinfacciare ogni cosa. Così, tra le centinaia di mail arrivate a Repubblica.it per segnalare i disagi subiti da chi si è spostato in treno durante le vacanze di Natale, sono tantissimi i messaggi che vanno indietro nel tempo: alla scorsa estate, alla precedenti feste comandate di Pasqua e ancora più indietro negli anni.

Gli anni passano i disagi no. I problemi segnalati sono sostanzialmente sempre gli stessi di cui abbiamo riferito dando conto della prima e seconda ondata di corrispondenza elettronica ricevuta da quando è partita l'iniziativa del nostro sito: treni in "puntuale" ritardo, vagoni affollati fino all'inverosimile, impianto di riscaldamento/condizionamento perennemente fuori servizio, biglietti sempre più cari e personale ferroviario maleducato e arrogante. Situazione che un anonimo lettore sintetizza così con la sua disavventura: "Diciotto ore da Pisa a Crotone, 40 euro di biglietto, coincidenze fantasma, caos totale, una persona in ospedale, un viaggio al freddo seduto a terra e la tristezza di essere trattati da terroni".

Cambia tutto, non cambia niente. Le segnalazioni però, non si limitano a queste vacanze di Natale, ma vanno molto indietro nei mesi. Le ferrovie, insomma, perdono il pelo ma non il vizio: cambiano nome (ora in realtà si chiamano Trenitalia), cambiano dirigenti e investono molto in pubblicità (anche di questo si lamentano moltissimi lettori che invocano usi più costruttivi del denaro), ma obbligano ai disagi di sempre.

Tale e quale al 1971. "La cosa più terribile - scrive Martino De Marco - è che l'incubo continua. Quando ero un giovanotto nel 1971, sono andato in Germania e ho viaggiato tutta la notte nel corridoio. In occasione del mio ultimo rientro in Italia dall'Australia, le ferrovie dello stato hanno deciso che tutti erano rientrati dalle ferie e quindi hanno tolto un treno per il nord. Il risultato e' stato che a distanza di 30 anni ho di nuovo viaggiato tutta la notte nel corridoio con il volto contro il finestrino".

Formiche a Ferragosto. Una lettrice che non si firma racconta un episodio dell'antivigilia di Ferragosto. "Ancora prima di partire - scrive - un signore esasperato dall'invasione di formiche, minaccia che se il treno parte senza cambiare vagone tira il freno a mano, dopo l'intervento della polizia la chiusura del vagone e il trasbordo su un intercity dei passeggeri del vagone formicaio, si parte, arrivo previsto a Torino ore 9.00, arrivo avvenuto ore 13".

Pasqua da incubo. Susanna Pozzoni ha avuto problemi a spostarsi in treno durante queste festività natalizie, ma si tratta di una "esperienza che non è neppure paragonabile con quella di Pasqua scorsa: deragliato treno a Modena, stazione di Bologna bloccata, i treni non andavano né su né giù, aspettavamo il treno per Parigi, la stazione era nel caos, i pullman sostitutivi erano pochi, la gente da portare tanta, poi un pullman si è bloccato in autostrada per un incidente e nessuno si poteva spostare. Informazioni non ce n'erano, quelli della ferrovia diventavano matti, mentre la gente era fuori di testa (con ragione) per il caos e perché non si sapeva come e quando partire (specie i passeggeri diretti a sud). Un incidente come quello avvenuto a Modena può sempre succedere, ma Trenitalia non è in grado di gestire queste emergenze...".

Il confronto è presto fatto. Una lunga mail è quella di Michele Burrello, che propone un puntiglioso confronto: "Dicembre 2004, tratta Pisa Centrale/Lecco con Carta Verde, cost
o del biglietto: 20,52 euro. Dicembre 2005, stessa tratta con Carta verde Rail Plus, costo del biglietto: 28,24 euro. Quelli che l'anno scorso erano treni Intercity ora sono un treno Intercity Plus con prenotazione obbligatoria (1 euro) e un treno Intercity. Si è perciò obbligati a fare due biglietti distinti (Pisa-Genova con ICplus e Genova-Milano con IC). L'aumento di spesa è notevole (quasi 40% in un anno). Si potrebbe sperare in un miglioramento della qualità dei servizi e invece da settembre ad oggi ho preso quel treno 12 volte (...) otto volte sono arrivato a Lecco con un'ora di ritardo e una volta con un ritardo di 2 ore e mezza. Solo tre volte sono riuscito ad arrivare in orario (verso le ore 20 a Lecco)".

Ultimi anni critici. Andrea Castelli, che scrive da Trento, la situazione la sintetizza così: "Uso molto il treno per lavoro. La situazione è precipitata in questi ultimi due o tre anni. Fino a tre anni fa ce n'era uno, ogni tanto, in ritardo; adesso ce n'è uno, ogni tanto, puntuale".

Che ora è? Ma forse uno dei nostri lettori ha capito qual è la vera ragione di tutti questi ritardi: "Gli orologi delle stazioni sono troppo spesso fermi o sbagliati e non vengono mai riparati (forse si vuole metterli a pagamento?). Per esempio quello davanti alla stazione di Venezia S. Lucia è fermo da mesi. Gli indicatori dei treni in partenza o arrivo alla stazione di Mestre sono nascosti da grandi pannelli pubblicitari, che aumentano di numero in tutte le stazioni".

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