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Data di pubblicazione:07/01/2006
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Personaggi · La coppia di macchinisti alla guida di un ETR 500. Il limite è stato toccato sulla nuova tratta dell’alta velocità
Testo dell’articolo:Daniele Bertolo e Mauro Gavuzzi, i macchinisti più veloci del Nord Ovest. È loro il record italiano ottenuto sfrecciando a 350,8 chilometri orari sulla nuova linea che affianca l’autostrada Torino-Milano. Veloci come la luce, veloci come i quadri futuristi, veloci come erano i giapponesi. Per nulla simili a Paul, Mick e gli altri del cupo film di Ken Loach sul disastro delle ex mitiche ferrovie inglesi. Loro sono orgogliosi come pavoni e lo sono parecchio anche di essere torinesi, città importante nella storia delle effe effe esse esse italiane. Ai comandi di un elettrotreno Etr-500, Bertolo e Gavuzzi hanno battuto il record italiano in una corsa che ha preceduto l’inizio del pre-esercizio (iniziato il 28 novembre) che dovrà dare la luce verde, il 1° febbraio prossimo, al servizio commerciale a 300 chilometri orari. Daniele Bertolo, 44 anni, di Avigliana, è capodeposito e istruttore per i nuovi macchinisti. Ex disc-jockey, voce radiofonica con perfetta dizione, da sempre affascinato dal mondo dei treni e delle ferrovie. A lui è toccato guidare l’Etr-500 nel giorno del record. Racconta emozionato: «È una grande soddisfazione e questo non solo per noi macchinisti, ma per l’azienda e per chi ha realizzato l’Etr-500. Noi siamo un po’ come i piloti collaudatori di un aereo, e prima di certificare il mezzo al servizio commerciale, dobbiamo collaudarlo al limite delle prestazioni ed anche oltre. L’Etr-500 sta rispondendo bene a tutti i requisiti per il quale è stato realizzato, cioè viaggiare con regolarità a 300 all’ora». I due speedy men non sapevano che quello sarebbe stato il giorno del record. Spiegano: «È avvenuto in corsa. Noi, come tutti i macchinisti e gli istruttori impegnati in queste prove, dovevamo raggiungere la velocità commerciale, 300 chilometri orari, più un dieci per cento, per arrivare all’omologazione della prova, quindi 335 chilometri orari. Poi si può andare oltre, dove la lancetta del tachimetro diventa rossa e quindi si sfora. Noi abbiamo “sforato” fino a 350,8». Naturalmente a bordo c’era una squadra di tecnici che controllavano attimo per attimo tutti i parametri della corsa. Mauro Gavuzzi, 47 anni, astigiano, alla guida del treno-record con Bertolo rivive quella emozione: «In un quarto d’ora circa il convoglio ha percorso la tratta da Settimo Torinese, dove sorge la cabina Pcs (Posto Comando Satelliti), fino a Novara. È stata entusiasmante vedere a sinistra le auto sull’autostrada che parevano ferme! E magari andavano a 140 all’ora». La nuova era che sta per iniziarsi, quella dell’alta velocità ferroviaria, richiede ai macchinisti una preparazione tutta nuova. Dicono i due ferrovieri: «È un po’ come ricominciare daccapo: si fa una settimana di studio per tutti i macchinisti che già hanno l’abilitazione all’Etr-500. Molti dei nostri macchinisti, quelli di Torino, hanno già 25 anni di attività, ed è richiesta esperienza. Poi un altro giorno di esami, scritto e orale a Milano, all’Impianto della Martesana, e poi via alle corsa prova». La velocità, si sa da tempi immemori, droga gli uomini, li strega, li impaurisce. Ma Bertolo e Gavuzzi appaiono impassibili: «Paura noi? No, faremmo un altro mestiere. E poi le nuove linee sono sicure, sia come tratte che per i nuovi sistemi tecnologici, che ci consentono in certi momenti più di controllare il treno, che non di guidarlo».
E il famoso pedale per la sicurezza che ha scatenato polemiche e proteste? Soegano: «È già impostato, ma intanto per ora i treni li guidiamo in due». E non sfuggono a un’ultima ruota della loro orgogliosa coda: «Con un po’ di soddisfazione e campanilismo da italiani, più che da noi stessi, ci vantiamo di questo record. Abbiamo spesso viaggiato in Francia e noi sembravamo, rispetto a loro, delle cenerentole. Ora invece anche noi abbiamo treni super-veloci e delle linee adeguate, e i nostri Etr-500 ormai stanno ottenendo buoni risultati anche in prova sulle maggiori linee veloci francesi».

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