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Data di pubblicazione:15/01/2006
Fonte:La Stampa edizione di Alessandria
Titolo dell’articolo:Guerra di cifre fra Fs e pendolari sui ritardi; proteste per sporcizia e convogli obsoleti
Testo dell’articolo:NOVI LIGURE - Abbonamento ferroviario gratuito a febbraio per tutti i pendolari piemontesi come parziale risarcimento per i gravi disservizi sopportati a dicembre. La Regione ha così deciso di beneficiare non soltanto i viaggiatori Fs delle tratte regionali e interregionali di propria competenza ma in generale tutti gli utenti residenti in Piemonte. La notizia è stata data l’altra sera dal consigliere regionale Ds, Rocchino Muliere, durante l’assemblea pubblica organizzata dall’Associazione pendolari novesi nella sala di rappresentanza del Comune. «I pendolari che si avvalgono dell’abbonamento annuale - ha precisato Muliere - avranno diritto allo sconto di un dodicesimo e gli studenti ad un decimo del costo». Erano presenti almeno una cinquantina di pendolari delle linee per Genova, Torino e Milano, che hanno affollato il salone comunale. C’erano anche alcuni dirigenti delle Ferrovie, fra i quali Aldo Pavanello di Trenitalia Piemonte, giunto alla riunione in forte ritardo, alle 23,30 (inizio fissato alle 21). Il dibattito si è acceso sull’analisi dei ritardi. Il presidente dell’Apn, Riccardo Leardi, ha reso noto che su 668 rilevazioni effettuate nel 2005, il 40,8% dei treni ha registrato ritardi superiori ai 5’ (percentuale scesa al 34,6% dopo le prime 66 rilevazioni del 2006); la percentuale sale al 61% se si considerano ritardi oltre i 10’. Oltre i 15 minuti, 76,2%. Pavanello ha invece replicato che le ultime statistiche delle Ferrovie evidenziano una raggiunta percentuale di puntualità dei treni pari all’85%. Ma Leardi: «Forse perché nelle rilevazioni voi contate come puntuali anche i treni soppressi che in Italia sono tanti». Molti gli interventi fra i numerosi pendolari presenti che hanno lamentato problemi di sporcizia sui vagoni, mancanza di posteggi nelle stazioni, convogli obsoleti e personale delle Ferrovie non all’altezza dei propri compiti. Debole la difesa dei dirigenti di Trenitalia: hanno azzardato l’ipotesi che in Italia si applicano prezzi più bassi, per esempio, rispetto alla Germania. Ancora Leardi: «Il dato è fasullo, perché non tiene conto del reddito medio della popolazione. In Germania il reddito è più alto del nostro, esattamente di una percentuale pari al 42%».


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