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Data di pubblicazione:15/01/2006
Fonte:La Stampa edizione di Genova
Titolo dell’articolo:Treni in leasing per l’emergenza Liguria
Testo dell’articolo:GENOVA - «In Liguria, forse più che altrove, il problema del trasporto ferroviario è quello di superare una volta per tutte l’emergenza. Fare un progetto, individuare le risorse, soprattutto essere interlocutori credibili nei confronti delle amministrazioni pubbliche e dell’utenza. E’ quanto chiediamo a Trenitalia». E’ impietoso ma lucido nella sua analisi l’assessore regionale ai Trasporti della Liguria, Luigi Merlo, alla vigilia dell’incontro che mercoledì prossimo, con i colleghi delle altre quattro regioni del centro-nord-ovest (Piemonte, Lombardia, Toscana ed Emilia, avrà a Roma con i vertici di Trenitalia. Sarà una sorta di «resa dei conti», l’occasione per Elio Catania, presidente e amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato, di dare una risposta ufficiale alle proteste di questi mesi: orari sballati, treni soppressi, ritardi, disagi. «E’ positivo che nei giorni scorsi Trenitalia abbia incontrato rappresentanti dei pendolari e dei consumatori - diche Merlo riferendosi al vertice di Milano dell’altroieri, conclusosi peraltro con un nulla di fatto - vedremo mercoledì se le Ferrovie hanno davvero la concreta intenzione di riparare agli errori fatti finora». Ecco alcune delle questioni liguri che saranno poste sul tappeto.

TRENI IN LEASING Locomotori e carrozze utilizzati in Liguria sono per la maggior parte obsoleti: i primi si guastano spesso e non possono essere sostituiti perchè mancano le «riserve». Le seconde sono poco confortevoli, difficili da pulire, in qualche caso (le carrozze a due piani sulla tratta Albenga-Alassio) addirittura incompatibili con le gallerie della linea. Poco prima di Natale la giunta regionale ha deciso di investire parte del Fir, Fondo Investimenti Regionale, nell’acquisto di nuovi locomotori per il trasporto ligure. Un primo passo. Servirebbe molto di più. Quanto? Merlo: «Rinnovare l’intero parco ferroviario della Liguria costerebbe circa 600 milioni di euro». Una cifra enorme, ma nemmeno tanto se si pensa che ogni anno la Regione Liguria versa a Trenitalia 65 milioni quale contributo per il trasporto regionale. «In attesa di tempi migliori, con i colleghi del Piemonte stiamo valutando l’ipotesi di attivare, sul modello inglese, le cosiddette “Rosco”, “Rolling Stock Company”: in soldoni si tratta di organismi - società, banche, fondazioni - che acquistano materiale ferroviario e lo forniscono in leasing. Per il momento si è ipotizzato un “canone” di 40 milioni di euro l’anno: ancora troppo, ma se scendesse, e di conseguenza si potessero avere carrozze e locomotori nuovi, saremmo nelle condizioni di chiedere a Trenitalia un ritocco verso il basso del contributo di contratto. Migliorando il servizio».

LA REGIONE APPALTA Ormai tutti sanno che, sul trasporto locale, la Regione è di fatto il «committente» di Trenitalia: c’è una gara d’appalto, un contratto, canoni da pagare e parametri di qualità da rispettare. Con sanzioni in caso di inadempienza. In Liguria il contratto con Trenitalia è scaduto il 31 dicembre. Merlo: «Lo abbiamo prorogato a fine febbraio, stiamo mettendo a punto un capitolato se possibile ancora più restrittivo per il concessionario. Con il contratto precedente Trenitalia si impegnava a fornire 6,9 milioni di chilometri all’anno e sosteneva di erogarne 7,2 effettivi. Oggi si parla di 7,5 milioni di chilometri ma sono cifre virtuali. Infatti noi vogliamo che Trenitalia ci dica con precisione che servizio può offrire veramente, con il personale e il materiale che ha a disposizione. Altrimenti tutto il discorso salta».
MONOPOLIO Ancora con la giunta Biasotti, la gara d’appalto per il nuovo contratto di servizio venne vinta dalle Ferrovie Nord Milano, ci furono ricorsi, poi tutto venne annullato. Ma davvero si può superare il monopolio di Trenitalia? Merlo: «Con le leggi attuali no, ed è per questo che solo poche regioni fanno una gara per il contratto di servizio. Chi vince dovrebbe poter mettere in campo i “suoi” treni, ma nessuna azienda è disposta a spendere 600 milioni di euro al buio, senza avere la certezza del contratto. Allora bisognerebbe obbligare Trenitalia a “noleggiare” il materiale rotabile al vincitore, un po’ come si fa in telefonia con l’ultimo miglio Telecom. Le norme vigenti non lo prevedono, ecco perchè queste gare sono di fatto virtuali e il monopolio di Trenitalia rimane. Forse il prossimo governo dovrebbe valutare l’ipotesi di una vera liberalizzazione del servizio, oppure dotare Trenitalia di risorse adeguate».

FUTURO INCERTO La Liguria è particolare anche perchè nei prossimi anni le esigenze ferroviarie cresceranno ancora. Una sfida che Trenitalia non sembra adeguata a fronteggiare. Merlo: «Nel 2013 sarà completato il raddoppio della linea nel Ponente e il potenziamento del nodo di Genova, mentre si ipotizza per la tratta Savona-Sestri Levante una sorta di metropolitana leggera. Come potrà Trenitalia far fronte a queste aumentate esigenze di personale e materiale?» Ma ci sono anche problemi più spiccioli, contingenti. «Spesso i treni accumulano ritardo per motivi banali: i viaggiatori sono tanti specie nelle ore di punta, le banchine delle stazioni sono corte, quindi c’è affollamento e le porte dei treni sono insufficienti. Così si perdono, ad ogni fermata, minuti preziosi che poi vanno a penalizzare tutto il servizio.

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