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Data di pubblicazione:19/01/2006
Fonte:La Stampa edizione di Biella
Titolo dell’articolo:«Rinchiusi in treno al gelo», nuova odissea per i pendolari: «La nostra pazienza è finita»
Testo dell’articolo:BIELLA - Ormai fanno tenerezza, le lettere dei pendolari: gente mite, rassegnata, che da anni racconta senza enfasi di viaggi tremendi, di carrozze al gelo, di treni fantasma. Martedì una «tradotta» da deportati ha fatto riesplodere la rabbia, e anche ieri mattina c’è stata una brutta sorpresa. Ne parla Alessandra Morino, del Comitato pendolari: «Il diretto per Torino, che al mattino parte da Biella alle 7,10, di solito inizia la corsa da Cossato, alle 6,45. Ieri invece è partito da Biella, e non sappiamo come abbiano fatto i cossatesi a raggiungere il capoluogo. La situazione era questa: treno sul binario, porte chiuse, carrozze fredde. Una carrozza era addirittura al buio (respirando si faceva la nuvoletta di vapore). Il treno è rimasto freddo per tutto il tragitto». Martedì sera, forse, è successo di peggio: il diretto da Torino delle 18,30, sempre affollato, era un colabrodo. «Prima carrozza chiusa - spiega Alessandra Morino -, seconda e terza funzionanti, quarta carrozza chiusa e quinta funzionante. Siamo saliti sulla quinta e subito ci siamo accorti che il riscaldamento era rotto, ma non abbiamo potuto muoverci, perché essendo la quarta carrozza rotta le porte erano bloccate. Siamo stati così prigionieri di quel vagone fino a Biella, al freddo e senza servizi igienici. Il controllore è salito nella nostra carrozza a Torino Porta Susa, e ci ha detto che, se avessimo avuto bisogno di qualcosa, a Chivasso e Santhià sarebbe sceso sul marciapiede, così avremmo potuto chiamarlo per ogni evenienza. Per fare questo saremmo dovuti scendere, poiché tutti i finestrini erano bloccati: per fortuna non abbiamo avuto questa necessità». E non è finita. Il treno arriva a Biella sul quinto binario, e quelli delle ultime carrozze scendono saltando nel prato, perché non c’è il marciapiedi: «Noi siamo abituati, ma una persona anziana come avrebbe fatto?», si chiede Alessandra Morino. Trenitalia, prima di Natale, aveva promesso che i ritardi sarebbero finiti, e che la manutenzione sarebbe stata più accurata. Ma è difficile spiegarlo a quelli che prendono il treno delle 5,48, che come anche altri «è sempre freddo: dicono che la temperatura interna sia pari a quella esterna. Gli utenti sono una ventina, e sono molto arrabbiati». Anche su sconti e rimborsi c’è molta confusione, e i conti non tornano: «Le ultime notizie - scrive il Comitato - confermano che a febbraio, per i possessori dell’abbonamento formula, ci sarà un rimborso pari al 40%. Facendo i calcoli sappiamo che l’abbonamento mensile formula costa 86,50 euro: il 40% è 34,60 euro, quindi i rimanenti 51,90 euro che noi dovremmo pagare dovrebbero essere pari alla quota dei trasporti urbani (Gtt a Torino), che non vengono rimborsati. Ma se l'abbonamento mensile Gtt costa 28 euro, perché noi dobbiamo pagarne 51,9? Che cosa rappresenta questa quota?». C’è poi il giallo dei diretti, che rischia di far esplodere la rivolta. I pendolari si sono allarmati, perché hanno scoperto che sul sito di Trenitalia, a febbraio, erano scomparsi sia quello del mattino sia quello serale. Poi, controllando meglio, s’è appurato che sono confermati, anche se erano a rischio nel mese delle Olimpiadi: «Trenitalia - dice Alessandra Morino - sa già che faremo la barricate se li cancelleranno». E forse anche se continuano i disservizi: «Abbiamo sopportato di tutto, siamo stati fin troppo buoni: ma non bisogna approfittare della nostra pazienza, perché ormai non ne abbiamo quasi più».

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