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Data di pubblicazione:29/01/2006
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Neve, il disastro dei treni, ritardo record per il Milano-Parigi: 100 km in 11 ore
Testo dell’articolo:Ieri abbondanti nevicate su tutto il Nord Italia. Oggi l’emergenza sembra passata ed entro domani la situazione si avvia a tornare alla normalità. I disagi peggiori hanno riguardato le ferrovie con decine di convogli soppressi. E la Fit Cisl chiede al ministero di aprire un’inchiesta. [N_TITA]IL RECORD NEGATIVO.

Il Milano-Parigi ha impiegato oltre undici ore per percorrere cento chilometri ed ha accumulato un pesantissimo ritardo.

IL PIANO SPECIALE.

Le Ferrovie confermano anche per oggi un piano speciale antidisagi. Informazioni al numero verde 800-892021.

LA NEVE OLIMPICA.

Nelle zone che tra meno di due settimane ospiteranno i Giochi di Torino 2006 sono caduti dai 30 ai 50 centimetri di neve, accolti con entusiasmo dopo una lunga e preoccupata attesa.


Cento chilometri, un viaggio di 11 ore
TORINO - Cronache dall’inferno bianco. Treni bloccati e le autostrade piemontesi ridotte a piste per lo sci di fondo. E pure cinghiali inferociti. Partiamo dalle ferrovie: cento chilometri, 11 ore. Bel record, quello del Milano-Parigi. I passeggeri si sono ritrovati ieri a Domodossola affamati e avviliti. Trenitalia li ha rifocillati ma loro non erano poi così contenti. E a Serravalle Scrivia, scene da neorealismo. Il convoglio che non va avanti, i passeggeri costretti a scendere. E mentre vagano sui binari, dall’altra parte le lucine di un altro treno che sta arrivando, per fortuna lentamente. Fuggi fuggi generale. Mancavano solo le mitragliate di «Pippetto», quel maligno cacciabombardiere che, tra il ‘44-’45, spezzonava a caso le linee italo-tedesche. E a Urbe (Genova), ieri pomeriggio, un pensionato di 66 anni che stava attraversando un bosco sommerso dalla neve, è stato assalito da un grosso cinghiale che lo ha ferito a un gluteo e ai testicoli. L’hanno trasportato con l’elicottero al San Martino di Genova. E’ grave. Giornata indimenticabile, quella di ieri sulla To-Sv, la mitica A6. Alle 9, l’inizio della tangenziale è avvolto da una nuvola bianca. Tre, quattro centimetri sulle corsie ed è subito caos. Questa volta, i generali della A6 non si sono fatti cogliere di sorpresa e una panzerdivisionen di spazzaneve riesce ad aprire i primi varchi. Piano, ma si va. Alle 5, avevano chiuso i caselli di Ceva, ma solo per poco. Adesso si riparte: 50, 60 km all’ora, sotto la tormenta. Visibilità pessima, rade automobili, spericolate gang di corvi che cercano chissà cosa proprio in mezzo alla A6. I cartelloni digitali preannunciano «possibili blocchi» e la tentazione di fare dietro front è forte, tanto che a Marene, mentre - nonostante i pneumatici da neve l’auto si trasforma in un toboga - si esce con l’idea di rientrare alla base. No, sarebbe una sconfitta. Si riparte slalomando sullo svincolo. Un calvario. Carovane di Tir (bloccati da venerdì) puntano sulla costa. I bisonti sbuffano, soffiano, avanzano con il treno da otto che scava e polverizza mucchi di neve. Le auto dietro, incolonnate, le quattro frecce in azione. Ci si ferma. Una, due, tre, quattro volte. Passano i minuti, le ore. Fossano, Carrù. Si rallenta ancora, quando si incrocia il drappello di spazzaneve che procedono in linee di fila. Si possono superare solo in galleria e la velocità media scende in modo inesorabile. Alle 11,30 la tempesta infuria sulla ormai ex Verdemare e si procede a passo d’uomo, sempre con il rischio che si debba uscire. La neve aumenta di spessore, e quando ormai si agita lo spettro del blocco, spuntano i musi arancione delle benne. E’ una crisi generale, quasi impercorribili persino le corsie d’accesso alle stazioni di servizio. A Rio Cocchi, prima di Carmagnola, le notizie sono frammentarie. «Ti fanno uscire a Ceva, no si va, boh, provate». Alle 11,45, dopo Niella Tanaro, le corsie tornano bianche, segnate solo da lievi tracce di pneumatici. Dieci chilometri a 20 all’ora. Dopo Priero, neve e ancora neve. Paesaggio da cartolina, le pigne che cadono dai rami spezzati. Gli spazzaneve tornano alla carica e il temuto colle del Montezemolo è superato. Solo a Millesimo, già in Liguria, la temperatura sale di un grado e il nevischio cala di intensità. Altare sembra Vancouver; eppure, dietro l’ultimo crinale dell’Appennino, si vede già il mare. A cinque chilometri da Savona, sulla Nazionale, piove. Sono esattamente le 12,35: 143 chilometri, 3 ore e 35 minuti di viaggio. Sulla costa ancora acqua, tira vento. Si aggira l’ostacolo: alle 15, rotta sulla Voltri-Alessandria. Rientro a Torino via Asti e Santena. I primi fiocchi ricompaiono a Masone, le corsie sono perfettamente libere e sembra di sognare. Sino a Ovada. Giusto il tempo di bloccare i freni di fronte a un muro di Tir. Occupano due corsie, sulla più esterna vanno solo le auto. Lenti come lumache. La stazione di servizio di Stura è affollata di gente che aspetta ansiosa. Fumo e ghiaccio, motori imballati e, sulle corsie di emergenza e in quelle delimitate dai cantieri, dormono coperte da u
n manto di neve le motrici rimaste in panne. Come nella ritirata di Russia. Segnalazioni sui cartelloni? Né ottimiste, né catastrofiste. Buone per qualsiasi evoluzione. Debole il segnale di Iso Radio, proprio quando dovrebbe servire di più. La pioggia, nel pomeriggio, salva la giornata a migliaia di automobilisti; le corsie tornano scorrevoli, salvo - alle 16,30 - il tratto tra Asti e Villanova. Alle 17,15 l’ultima barriera, Moncalieri e Torino: 2 ore e 15. Poteva anche andare peggio.


Maltempo, ferrovie nel caos
ROMA - Il maltempo e la neve, che venerdì nel Nord Italia hanno provocato gravi disagi in molte regioni (con strade bloccate, ritardi nella circolazione ferroviaria e aeroporti chiusi), ha concesso una tregua parziale ovunque ma non in Piemonte, dove ieri la neve è continuata a cadere, in alcune zone anche abbondantemente. In Lombardia, invece, la situazione è tornata lentamente alla normalità. La circolazione, ha detto la società Autostrade per l'Italia, si è svolta in prevalenza senza disagi, anche se è nevicato ancora sulla A6 Torino-Savona, dove sono stati fermati temporaneamente i mezzi pesanti. Pochi problemi invece per i veicoli leggeri, tranne che sulla A32 Torino-Bardonecchia, è interrotta verso il Fréjus a causa di alcuni Tir di traverso sulla carreggiata. Su tutte le autostrade piemontesi, comunque, sono obbligatorie le catene a bordo. L’aeroporto di Torino, dopo un breve stop nelle prime ore della mattina per pulire piste e raccordi, ha ripreso l’attività, anche se con ritardi intorno alle due ore e alcune cancellazioni. Circolazione stradale molto difficoltosa a Torino, dove alle 9 di ieri era ripreso a nevicare copiosamente. Nonostante l'impiego di decine di mezzi dell'Amiat che spalavano neve e spargevano sale, quasi nessuna strada - comprese le principali arterie - era pulita e il traffico di auto e mezzi pubblici era molto rallentato. Le scuole sono rimaste chiuse, come d'altronde in tutti i Comuni del Torinese e di altre province del Piemonte. Nella notte i Vigili del fuoco avevano effettuato una settantina di interventi per rimuovere alberi caduti, soprattutto in collina. Pesanti conseguenze anche sul traffico ferroviario in Piemonte: ieri Trenitalia ha soppresso una cinquantina di convogli regionali, sostituendoli con autobus. In Valle d'Aosta è continuato a nevicare (nel capoluogo sono caduti una trentina di centimetri), ma la circolazione si è svolta ovunque con una certa regolarità. Obbligatorie le catene a bordo, soprattutto sull’autostrada del Monte Bianco, e catene montate sui veicoli che dovevano percorrere le strade di alcune valli laterali. Al tunnel del Monte Bianco, per qualche ora la circolazione è stata a senso unico alternato anche per le auto. In Liguria la pioggia, caduta con insistenza da venerdì sera, ha risolto l’emergenza neve a Genova e sulla costa. La neve si è gradatamente sciolta ed il capoluogo ligure è tornato alla normalità. Ma i problemi per la circolazione sono rimasti sui valichi appenninici, dove è continuato a nevicare abbondantemente, soprattutto al confine con il Piemonte.
Per quanto riguarda la Lombardia, dalla mezzanotte su Milano e gran parte della regione aveva smesso di nevicare. Gli aeroporti di Linate e Malpensa (Varese) sono stati riaperti, anche se i viaggiatori hanno subito parecchi disagi a causa delle numerose cancellazioni e dirottamenti. Orio al Serio (Bergamo) era stato riaperto già nella giornata di venerdì. Spalatori e mezzi spazzaneve sono stati impiegati, nel capoluogo e altrove, per liberare strade e marciapiedi. Le scuole sono rimaste chiuse. In Stazione Centrale, dopo la ressa di venerdì, ieri la situazione appariva più tranquilla. Per la neve è stata anche annullata la tappa di ieri della Fiamma olimpica che avrebbe dovuto passare dall’Alto Adige a Livigno, Bormio, Sondrio e Lecco. In Trentino la perturbazione, che venerdì aveva portato un metro di neve, ha esaurito la sua fase più intensa. Secondo Meteotrentino il fenomeno non è ancora completamente cessato, anche se si è di gran lunga attenuato. Ieri mattina in 22 Comuni le scuole sono rimaste comunque chiuse.

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