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Data di pubblicazione:30/01/2006
Fonte:Il Secolo XIX
Titolo dell’articolo:Arquata, scaricati su un binario di transito: «Ho visto la morte in faccia»
Testo dell’articolo:Arquata Scrivia - «Era buio, avevo la gamba sprofondata nella neve. All’improvviso ho visto da lontano due luci che si stavano avvicinando sempre di più. Abbiamo iniziato tutti ad urlare e a scappare». Quasi non riesce a parlare M. T., di Arquata e a descrivere lo spavento che ha provato quando, insieme ad altre venti persone, è scesa dall’Intercity proveniente da Milano che ha effettuato una fermata straordinaria alla stazione di Arquata Scrivia e ha rischiato di finire travolta da un treno che proveniva dalla direzione opposta. La Polfer di Novi sta conducendo le indagini per stabilire da chi è partito l’ordine di convogliare il treno ed effettuare la fermata sul binario tre, un binario di solo transito.
Erano le 21,40 di venerdì 27, la sera della grande nevicata: il treno Intercity da Milano ha effettuato una fermata straordinaria nella stazione del centro del Basso Alessandrino. Dai vagoni scendono circa venti persone, tutte salite tra Milano e Tortona, con la voglia di arrivare presto a casa propria dopo una giornata di ritardi e disagi sui treni. I passeggeri però capiscono subito che qualche cosa non quadra: invece del marciapiede si ritrovano immersi nella neve, fino alle ginocchia. Non c’è tempo per chiedersi come mai; il capostazione inizia ad urlare: sta arrivando un altro treno Intercity da Genova e il macchinista non sa che i binari sono occupati dai passeggeri. Impossibile fermare la corsa del treno che viaggia a circa cento chilometri orari.
«Ho visto da lontano due fari gialli che si avvicinavano a grande velocità. Per fortuna c’era mia figlia che mi ha aiutato a togliere la gamba dalle neve. Ero sprofondata nelle neve mentre stavo scendendo ed avevo gli arti bloccati. Nella corsa sono nuovamente caduta ma sono riuscita ad alzarmi perché un ragazzo che era dietro di me mi ha dato una mano. Ci siamo messi tutti ad urlare e a scappare più in fretta che potevamo», racconta la donna.
L’Intercity da Genova passa veloce sollevando la neve e lasciando tutti attoniti. «Poteva essere una strage», si ripetono tutti. «Subito dopo è sceso il macchinista che guidava il treno da Milano - prosegue la donna - dice che lui non sapeva dell’altro treno e poi, invece, ha aggiunto che da Milano lo avevano detto. A me non interessa di chi è la colpa. So solo che non la passano liscia. Capisco che chi lavora può commettere degli errori, anche i miei figli lavorano. Ma io ho rischiato la vita». La signora, subito dopo l’incidente, è stata trasportata all’ospedale di Novi dove i medici del Pronto Soccorso le hanno fasciato un ginocchio e dato una prognosi di dieci giorni.
Lei ed altri passeggeri hanno già sporto denuncia alla Polfer e ipotizzano una causa per risarcimento danni. «Non lo so, vedremo, non è questo che importa - conclude M. T. - so solo che sono ancora spaventata e che oltre al ginocchio ho anche dolori all’anca».
Ora le indagini dovranno stabilire di chi sono le responsabilità per aver fermato il treno in un binario adibito a solo transito.

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