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Data di pubblicazione: | 31/01/2006 | |
Fonte: | Il Secolo XIX | |
Titolo dell’articolo: | Treno di Arquata, il giallo del fax | |
Testo dell’articolo: | Arquata Scrivia - “Delitto colposo di pericolo” è il reato ipotizzato per lo scampato incidente ferroviario di venerdì sera ad Arquata Scrivia. La conferma arriva dalla Polfer di Novi che sta indagando per accertare se ci siano responsabilità (e quali) per la fermata dell’Intercity 661 Milano-Livorno su un binario di solo transito alla stazione di Arquata Scrivia. A dare l’avvio alle indagini è stata la denuncia di alcuni dei passeggeri che hanno rischiato di essere travolti da un convoglio in corsa, un altro Intercity, che proveniva da Genova.
Venerdì sera, verso le 21,30, il convoglio si è fermato dove non avrebbe dovuto, al terzo binario, che è di solo transito non essendovi marciapiedi. Dall’Intercity sono scese una ventina di persone che si sono ritrovate la neve alle ginocchia. Dalla parte opposta, da Genova, stava sopraggiungendo un altro treno che viaggiava ad alta velocità. Impossibile per il macchinista del secondo Intercity fermare la corsa a così breve distanza. I passeggeri sono riusciti a raggiungere il marciapiede appena in tempo, sotto gli occhi esterrefatti dei testimoni, dello stesso macchinista del treno fermo e di alcuni ferrovieri che prendevano servizio. Sull’episodio, che ha rischiato di trasformarsi in un disastro, è stata aperta anche un’indagine interna di Trenitalia. Due le domande che attendono risposta: com’è stato possibile far scendere i venti passeggeri sul binario di transito? E come mai nessuno ha verificato l’arrivo di un treno sul binario attiguo, anche questo di transito? «Dalla stazione di Milano Centrale è stata presa la decisione di far effettuare all’Intercity una fermata straordinaria, vista la soppressione di numerosi treni a causa dalla nevicata - ricostruisce la vicenda la direzione ligure di Trenitalia - . Non è un fatto eccezionale e, anzi, è una scelta che spesso è richiesta dalla stessa Polfer per motivi di ordine pubblico. C’è stato evidentemente un deficit nella comunicazione interna. Il macchinista del treno ha infatti eseguito l’ordine di fermare il treno nella stazione d’Arquata e l’indagine sta cercando di accertare cosa non abbia funzionato e per quale motivo il capostazione non abbia potuto gestire la fermata, dirottando il treno su un binario munito di marciapiede. La neve ha contribuito, poi, rendere tutto più complicato». Colpa anche della neve che copriva binari e pensiline, rendendo il paesaggio omogeneo, dunque, se il macchinista non si è reso conto che il treno si trovava su un binario di solo transito, senza banchina e i passeggeri sono scesi all’apertura delle porte, nonostante sotto vi fossero binari e mezzo metro di neve. «È stato incaricato un dirigente per un accertamento interno. È un’indagine complessa perché sono coinvolte due regioni e due società del gruppo, Rete Ferroviaria e Trenitalia», concludono a Trenitalia. La Polizia ferroviaria sembra stia cercando un fax nell’ufficio della stazione di Arquata: se il documento fosse arrivato da Milano o da Genova ed ignorato dal capo stazione, a finire indagato per delitto colposo di pericolo, ai sensi dell’articolo 450 del codice penale, sarebbe il dirigente di Movimento, che rischia fino ad un massimo di due anni di carcere. In caso contrario, se la comunicazione non fosse mai arrivata ad Arquata, la responsabilità potrebbe ricadere sulle direzioni regionali. | |
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