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Data di pubblicazione:31/01/2006
Fonte:La Stampa edizione di Genova
Titolo dell’articolo:Trenitalia: ecco i nuovi orari. Aggiustamenti minimi e coincidenze migliorate. Finora ben poco rispetto alle richieste degli utenti
Testo dell’articolo:GENOVA - Lacrime e sangue. Metaforicamente, s’intende. Sarà il prezzo da pagare per riuscire a fare un passo indietro, per riavere, almeno parzialmente, l’orario ferroviario in vigore prima dell’11 dicembre. Non che il «vecchio» orario fosse eccezionale, ma niente a che spartire con i guasti prodotti dal «nuovo». Lo ha riconosciuto, implicitamente, anche Trenitalia. Tanto che ieri pomeriggio, poco prima delle 17,30, il direttore regionale ligure Domenico Braccialarghe è salito al quinto piano della sede della Regione a De Ferrari, portando con sè una prima bozza di modifica degli orari tanto contestati dai viaggiatori. Una paginetta nemmeno troppo fitta, che Braccialarghe - presenti l’assessore ai Trasporti Luigi Merlo con i suoi funzionari, i rappresentanti del sindacato, quelli dei pendolari e delle associazioni di consumatori - ha illustrato in pochi minuti, lasciando però la speranza di altre migliorie. «Abbiamo aperto un cantiere, stiamo lavorando e vi abbiamo portato quello che siamo riusciti a fare in pochi giorni - ha messo le mani avanti il dirigente di Trenitalia - stiamo verificando altre ipotesi che vi sottoporremo più avanti». Lacrime, sangue e tanto tempo, tante riunioni, tante parole. Per riportare indietro le lancette dell’orologio di qualche mese. Per ritornare a quella griglia di orari e località che i viaggiatori, fin da agosto-settembre, avevano cercato di difendere senza successo, anzi con qualche ironia da parte dei «manovratori». Tanto che c’è il sospetto, neanche troppo velato, che le modifiche decise da Trenitalia a dispetto di tutto e di tutti, fossero in realtà «blindate» e quindi non modificabili. Politiche tariffarie, taglio di presunti rami secchi, risorse da dirottare sull’Alta Velocità: queste alcune delle motivazioni che hanno fatto finire nel cestino tutte le proposte avanzate da viaggiatori ed enti locali nei mesio scorsi. Salvo ora dire: scusateci, abbiamo sbagliato, cerchiamo di tornare indietro. Ma pian piano, s’intende. Piano, perchè ormai la griglia è fatta e per toccarla senza sbaraccare mezza Italia ci vuole la perizia e il sangue freddo di un artificiere: paragone purtroppo azzeccatissimo visto che in ferrovia alcuni errori possono diventare tragedie. Ecco, comunque, le ipotesi di «correzione» avanzate da Trenitalia per la Liguria. In molti casi, per concedere da una parte si «taglia» dall’altra. È la teoria della «coperta corta» che, applicata al trasporto su rotaia ha creato, per dirla con il segretario Cgil Guido Fassio, presente alla riunione di ieri, «uno stato di insoddisfazione perenne sul funzionamento delle ferrovie in Italia».


PONENTE

Problema 1: fare in modo che i passeggeri del regionale 11297 Savona-Sestri Levante, in arrivo a Principe alle 17,39, riescano a salire sull’Eurocity Cisalpino, che parte alle 17,47.
Soluzione ipotizzata: intanto trasferire il regionale dal binario in sotterranea alla superficie, poi - per guadagnare 2-3 minuti preziosi, cancellare - solo per questo treno - la fermata di Cornigliano. Dilemma doloroso, visto che si tratta di una fermata molto «gettonata». Ma sembra non ci siano alternative.

Problema 2: ripristinare il «treno degli studenti» 6221 da Ventimiglia alle 6,47 (oggi parte da Albenga alle 7,57). Con l’orario attuale, dopo il regionale delle 6,10 e l’Intercity delle 6,35, non c’è più nulla fino alle 7,50.
Soluzione: «Si può fare - ha spiegato Braccialarghe - a due condizioni: limitare a Imperia Oneglia il 6219 delle 6,10 che oggi arriva ad Albenga, e cancellare l’11237 (Ventimiglia-Oneglia) delle 5,50 sul quale viaggiano in media 8-10 persone». Come si vede, con una mano si dà e con l’altra si toglie. Anche se effettivamente così viene risolta l’anomalia del cambio treno ad Albenga (con mezz’ora di «buco») per collegare il 6219 con il 6221.


LEVANTE

Problema: far arrivare i pendolari del Levante a Brignole alle 8 del mattino.
Soluzione: anticipare la partenza del regionale 11258, che oggi lascia la stazione di La Spezia alle 6,50 e arriva a Brignole alle 8,17, almeno alle 6,30. Così facendo si riuscirebbe a rispettare l’orario, teorico, delle 8. Diciassette minuti guadagnati (anche se in realtà oggi esiste un 11254 che parte alle 6 e arriva alle 7,51) con le seguenti operazioni: sacrificare le fermate di Nervi e Quarto dell’11258, oppure ritoccare orari e percorsi del già citato 11254 oppure dell’11256 (partenza alle 6,06, arrivo alle 8,21 con maggior numero di fermate. Con una complicazione: alle 6,40 parte da La Spezia un Intercity che arriva alle 8,01 a Brignole ma dopo Sestri ferma solo a Chiavari, Rapallo e Santa Margherita.


PONENTE GENOVESE
È uno dei nodi più caldi visto che interessa sia a chi arriva da La Spezia e Tigullio, sia ai savonesi (e imperiesi) che lavorano nelle aziende di Sestri, Cornigliano e Sampierdarena. L’11 dicembre scorso, su richiesta di Regione e Comune di Genova, Trenitalia ha attivato una «fermata» in via di Francia, a metà strada circa tra Sampierdarena e Principe. E’ un primo passo verso la metropolitana di superficie, però c’è un problema: qui fermano per ora solo quattro treni, due al mattino e due al pomeriggio, in alternativa a Sampierdarena. «Per il momento non c’è nulla da fare: se ci fermiamo in tutte e due le stazioni non funziona più il cadenzamento di 15 minuti tra Voltri-Nervi che è il cardine del nuovo orario. Ci stiamo lavorando» spiega Braccialarghe. Fine delle novità. Per ora.

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