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Data di pubblicazione:04/02/2006
Fonte:Il Secolo XIX
Titolo dell’articolo:Pendolari, una mattina da incubo
Testo dell’articolo:Alla fine anche Ulisse riuscì a tornare a casa. Analoga fine è scritta in fondo alla storia dei pendolari piemontesi che ieri mattina, sveglia all’alba, sono saliti sui due treni interregionali per Genova. Partiti tra le sette e le otto meno venti dalla stazione di Acqui sono rimasti bloccati prima a Mele poi, dopo un dietro front, in quella di Campoligure e solo dopo un paio di ore, in maniera fortunosa sono infine approdati in quel di Genova. In mezzo una vera e propria odissea, fatta di attese, di corse a piedi per raggiungere il capoluogo con mezzi alternativi, di grandi arrabbiature per il ritardo con cui i quasi mille pendolari in viaggio sui due treni sono arrivati al lavoro. «Non è possibile - hanno protestato all’arrivo a Genova molti viaggiatori - che abbiano fatto partire anche il secondo treno sapendo che c’era il merci fermo sui binari a Mele». Invece sì.
La cronaca dell’ennesima giornata nera delle Ferrovie comicia all’alba, quando uno dei tanti treni merci si guasta all’improvviso all’altezza della stazione di Acquasanta. Mentre il conduttore lancia l’Sos alla direzione di Trenitalia, dalla stazione di Acqui si fischia il via al treno 6155 delle 7.03 già carico di pendolari che devono raggiungere Genova prima delle otto e mezzo. «Nessun problema fino alla galleria che precede la stazione di Mele - racconta uno dei passeggeri - anzi il treno era persino in perfetto orario». Quando però il convoglio entra in stazione, il capotreno esce dalla cabina di guida e passando nelle carrozze annuncia, gentile, il problema: un merci, guasto, blocca il binario. L’unico disponibile sulla linea Acqui-Genova. Obbligatoria la fermata, impossibile avere l’indicazione della sua durata. È a questo punto che l’odissea comincia. Una parte consistente di pendolari, difronte all’incognita della permanenza a Mele, scende e corre verso la fermata dell’autobus. Il capolinea è a Voltri, l’armata di piemontesi deve ancora correre verso la stazione, per salire sul treno che proviene dal Ponente ed è diretto a Genova. Alla fine, stremata e trafelata ce la fa: l’orologio segna le nove e mezzo circa, i pendolari avrebbero dovuto essere sotto la Lanterna un’ora prima.
«A loro è andata ancora bene, chi è rimasto a Mele ha raggiunto Genova alle dieci». Alfio Zorzan, presidente dell’Associazione dei pendolari dell’Acquese, ha minuziosamente raccolto le testimonianze di chi era sui due interregionali e spiega: «Riconosciamo a Trenitalia di aver risolto in poco più di un’ora il guasto del treno merci. È stato infatti utilizzato un locomotore di riserva in forza al deposito di Sampierdarena. In passato per incidenti del genere si poteva aspettare anche tre o quattro ore». Magra consolazione per chi è rimasto sulla banchina ferroviaria di Mele. Il treno, dopo una mezz’ora, è ripartito ma come un gambero è tornato alla stazione di Campoligure. Dove, vista l’ora, è arrivato anche l’altro interregionale, il 6157, partito da Acqui alle 7. 41. «Ci hanno fatto scendere - è il racconto di Marco D. - assicurando l’arrivo di alcuni pullman. Non se n’è visto nemmeno uno». Trenta minuti più tardi, furiosi e infreddoliti i pendolari vengono fatti risalire tutti insieme sull’interregionale 6157. «Sono arrivato a Sampierdarena ad un quarto alle dieci - prosegue Marco D. - , ho timbrato l’ingresso al lavoro alle 10 e cinque. Avrei dovuto esserci più di un’ora prima».
La polemica con Ferrovie, dopo un periodo di relativa pax, ha trovato nuovo combustibile. Quel che contestano a Trenitalia le associazioni dei pendolari di Acqui, Ovada sostanzialmente riguarda la coincidenza di orari tra i treni merci e quelli dei pendolari sia la mattina che la sera. «Poichè c’è solo un binario disponibile - spiega Zorzan - avevamo chiesto di sfalsare l’ora delle oartenze. Invece...». Ma i viaggiatori che giornalmente vanno verso il mare per studio o lavoro hanno puntato il dito su un’altra, ricorrente, mancanza di Fs: «Perchè non è stato comunicato alla stazione di Acqui quel che stava capitando a Mele? I pendolari avrebbero potuto usare l’auto per raggiungere Genova o cambiare percorso. Invece no, il treno delle 7,41 è partito come se nulla fosse successo».


La testimonianza · L’impiegata: «Ho affrontato l’emergenza inventandomi un percorso alternativo»

Ovada - Un altro giorno di viaggi tormentati da blocchi, locomotori guasti, lunghe attese, ritardi, disinformazione, incognite. Rientra un pò di tutto nel “tragicomico” rapporto tra utenza e ferrovie, anche ingegnose storie di “autogestione” per togliersi dal caos e giungere a destinazione. Ieri mattina l’ultimo grave disguido causato da un treno merci per il trasporto di container di nuova generazione bloccato sulla storica e discussa linea, per quasi l’intero percorso ad un solo binario. Tre i convogli passeggeri particolarmente utilizzati dai pendolari coinvolti: due diretti a Genova, uno che dal capoluogo ligure si sposta nel Basso Piemonte.
Su quest’ultimo c’era anche l’architetto Gazzo dell’Ufficio tecnico del Comune di Ovada che ad Ovada è arrivato quando ha potuto. «Questa storia dei treni merci che si bloccano di continuo - commenta amareggiato il sindaco di Campoligure Oliveri - fa pensare che sia creata apposta per raggiungere degli obiettivi. Hanno passato il segno». Disastrose le conseguenze dei ritardi per chi viaggia per lavoro. «Un mio collega - ha spiegato l’assessore-pendolare ovadese, Paolo Lantero - che ha vissuto la disagevole avventura, ha raccontato che il treno 6155, che parte da Ovada alle 7,29, è arrivato fino a Mele e poi non ha potuto proseguire perchè c’era un merci tra Borzoli e Acquasanta che bloccava la linea».
Su quel treno è nata la storia di “autogestione” di Maria Angela Giacchero, informatica ovadese. «Siamo arrivati a Mele - racconta - e il treno si è bloccato. Non si sapeva esattamente cosa fosse successo, nessuno ci informava. L’altoparlante ad un certo punto ha annunciato che c’era il blocco senza dire la causa. Mi sono ricordata che doveva esserci un pullman che fa servizio tra Masone e Voltri, sono scesa dal treno, ho raggiunto la vicina ex statale 456 ed ho aspettato il bus, che poco dopo è arrivato. Sono scesa a Voltri, son corsa in stazione in attesa del primo treno locale della linea della riviera e sono finalmente arrivata a Genova, dopo quasi 2 ore e mezzo». Inbufaliti anche i pendolari del treno successivo, il diretto 6157 che parte da Ovada alle 7,56. Nonostante il blocco i passeggeri sono stati fatti partire. «Se ad Ovada avessero avvertito della situazione - commenta un portavoce dei pendolari - qualcuno avrebbe potuto decidere di utilizzare l’auto». Il terzo treno bloccato anche quello pieno di viaggiatori, il 6152 partito da Brignole alle 7,06, ha raddoppiato il tempo di percorrenza: ad Ovada è arrivato verso le 10.

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