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Data di pubblicazione:21/02/2006
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Dalle Fs luce verde per Rail One. Catania: «Sì alla concorrenza, allinea prezzi e qualità»
Testo dell’articolo:TORINO - Benvenga la Tav privata. Benvengano anche i diretti, gli espressi, gli accelerati, le linee interregionali. Le Ferrovie sono più liberaliste del re, non reagiscono con l’orgoglio piccato dell’ex monopolista alla notizia che altre aziende hanno progetti importanti sulle strade ferrate: anzi applaudono. Il patron di Air One Carlo Toto pensa di buttarsi nella mischia, offrendo ai viaggiatori treni ad alta velocità con il marchio Rail One? Il numero uno delle ferrovie Elio Catania, che ieri era a Torino per una serie di incontri istituzionali, si dice addirittura entusiasta. I treni privati sono un bene? «Altroché - dice - sono da sempre convinto che la concorrenza sia vitale, nei trasporti così come in tutti i servizi. Intanto è uno stimolo per noi a fare sempre meglio, in secondo luogo dà vitalità a tutto il mercato». Infine, «allinea prezzi e qualità», e c’è da giurare che è questo il tema che più di tutti interessa Catania. I prezzi dei biglietti, dei quali ripete da tempo che vanno adeguati: in Italia costano ancora troppo poco, circa la metà della media europea, giusto pretendere un servizio impeccabile - magari prendendo a paragone le ferrovie degli altri paesi Ue - ma altrettanto giusto adeguarsi ai costi che quello comporta. Da tempo Catania chiede il «riallineamento» - lui lo chiama così - del tariffario, da tempo il governo, cui spetta l’ultima parola sui servizi di pubblica utilità, nicchia. Aumentare il prezzo dei biglietti non è mossa popolare, chi riceve il suo incarico con un mandato elettorale non ama prendere certe decisioni. Il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi - che poi decide - ha convenuto spesso sulla necessità degli aumenti. Ma sembra impossibile venire al dunque: alla domanda quando, risponde immancabilmente: «Ora non è il momento». D’altra parte, secondo le Ferrovie, sono i costi correnti sul mercato a imporre una revisione generalizzata. E l’arrivo di aziende concorrenti non potrebbe che spingere in quella direzione il mercato del trasporto su rotaie. Non a caso Catania ha sempre invocato i ritocchi nel nome «di una logica di impresa». In diverse occasioni il presidente s’è dimostrato pronto ad ammettere che il servizio è carente, ma ha rivendicato almeno altrettanto spesso i progressi fatti dalla compagnia nell’era della privatizzazione, snocciolando elenchi di carrozze «profondamente rinnovate» o addirittura nuove, ordinando ispezioni e rilavaggi. Elenco al quale ha fatto ricorso soprattutto quest’estate, quando gli insetti che avevano eletto domicilio nei vagoni di Trenitalia sono diventati un caso. Tra l’altro Catania è fermamente convinto che in Italia il pluralismo sui binari sia già una realtà. Spiega: «Con 40 licenze ferroviarie, tredici delle quali sono già operative, l’Italia è gia oggi in Europa uno dei paesi piu aperti alla concorrenza». Dietro a tanto entusiasmo c’è anche un calcolo legato alla spsesso paventata quotazione di Trenitalia in Borsa. L’aprirsi delle grandi rotte passeggeri alla concorrenza privata - cioé di un mercato ragguardevole - sostiene qualcuno, finirebbe col dare una spinta all’intero settore. Una buona rincorsa per la quotazione.

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