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Data di pubblicazione:01/03/2006
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:«Fermata soppressa a Trinità», protesta pendolari infuriati con le Fs
Testo dell’articolo:TRINITÀ - Niente treno, soltanto un biglietto: «fermata soppressa». L’hanno trovato pendolari e studenti che, l’altra mattina, sono andati in Stazione a Trinità. Il convoglio che parte da Fossano diretto a Savona, fermava tutti i giorni alle 7,07 a Trinità. «Quella fermata non c’è più - confermano alla Stazione di Fossano - è una decisione della direzione generale del Piemonte che noi abbiamo soltanto potuto applicare». «Sono arrabbiatissima - protesta Ernesta Zucco, sindaco di Trinità - ho chiamato direttamente le Ferrovie a Torino, mi hanno rimandato a Fossano, infine ho tentato di farmi sentire direttamente con l’ufficio reclami, ma non sono riuscita a parlare con nessuno: non ha senso cancellare un treno così, improvvisamente, senza alcun preavviso». In paese molti avevano già lamentato le condizioni igieniche disastrose della Stazione, abbandonata, con lampioni rotti e la sala d’attesa teatro di falò e giacigli improvvisati. Ora la cancellazione della sosta delle 7,07 ha scatenato la denuncia di altri problemi. «Anche prima della soppressione i disagi sono sempre stati frequenti - dice Teresio Gerbaldo - la cosa più grave è che non abbiamo mai avuto alcuna informazione: lavoro a Savigliano, a volte il treno non fermava, ma nessuno sapeva niente. Addirittura quando torno la sera, a volte sono l’unico a dover scendere a Trinità: anche se la sosta è prevista, devo avvertire il capotreno per far fermare il convoglio. Mi aiutano alcuni amici: dicono anche loro di dover scendere qui, altrimenti soltanto per me il treno non si fermerebbe». Senza la sosta delle 7,07 si crea un «buco» di due ore nel quale a Trinità non passa alcun treno. «Per noi studenti diventa impossibile arrivare in orario a scuola - dice Miriam Ferrua, al quinto anno dell’Istituto Alberghiero di Mondovì - o ci alziamo all’alba per prendere il convoglio delle 6,15 altrimenti dobbiamo organizzarci: già prima, per superare i ritardi improvvisi, cercavamo qualche compagno più grande che avesse l’auto oppure ci facevamo portare dai genitori». «Sono rimasto praticamente imprigionato sul treno - racconta Luciano Bernardi di Fossano - tutte le mattine vado a lavorare a Trinità, ma la scorsa settimana non sono riuscito a scendere: tre porte erano bloccate e quando ho raggiunto la quarta il treno era già ripartito. Arrivato a Magliano ho dovuto prendere un taxi per tornare indietro e timbrare il cartellino: mi è costato 10 euro, oltre al biglietto normale».

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