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Data di pubblicazione:04/07/2006
Fonte:La Stampa edizione di Savona
Titolo dell’articolo:Treni insufficienti, a Mongrifone scoppia la protesta
Testo dell’articolo:SAVONA - «Basta, non possono farci viaggiare come bestie, ammassati gli uni sugli altri. È una vergogna». Ore 19,00: stazione di Mongrifone. Il treno per Torino è in attesa di partire: sul marciapiede centinaia di viaggiatori guardano sconsolati le cinque vetture che compongono il convoglio e reprimono a stento la rabbia. Dentro non c’è ormai più posto. Le carrozze sono piene all’inverosimile, come carri bestiame, tutti i posti a sedere sono occupati dai viaggiatori fortunati. Gli altri sono invece in piedi, lungo i corridoi, stipati come sardine in scompartimenti arroventati dal sole, che sembrano forni crematori: tutti in equilibrio precario, chi con lo zainetto, chi con la borsa della spiaggia da dove spuntano il salvagente sgonfiato, la paletta e il secchiello con cui i figli fino a poco prima giocavano sulla sabbia, il pallone, il materassino, le pinne e la maschera da sub. Il ritorno a casa dopo una giornata passata al mare è un inferno che si ripete ogni fine settimana, ormai da anni. Ma l’altra sera i turisti pendolari, quelli che vengono dal Piemonte e scelgono di viaggiare in treno proprio per evitare le code chilometriche in autostrada con la macchina, si sono ribellati. Più di uno, esasperato, ha protestato con gli agenti della polizia ferroviaria, ha preannunciato una volta tornato a casa esposti e denunce. Sotto accusa, ancora una volta, Trenitalia e i criteri che ispirano l’allestimento dei treni la domenica. Soprattutto di quelli del ritorno, dei convogli che, secondo le proteste dei viaggiatori, vengono composti di poche vetture, insufficienti per raccogliere le migliaia di turisti, che prendono il treno nel tratto fra Ventimiglia e Savona. Cinque, dicono, sono poche. Soprattutto nella fascia che va dal tardo pomeriggio alla prima serata. I bagnanti, infatti, se la giornata è bella, non anticipano di certo il ritorno a casa: restano fino all’ultimo in spiaggia a prendere il sole, non rimandano l’ultimo tuffo, l’ultima nuotata. Si gustano appunto fino all’ultimo secondo, la domenica al mare, prima del ritorno in Piemonte. A Savona, solitamente ad essere presi d’assalto sono così i treni del tardo pomeriggio che dalla stazione di Mongrifone portano a Torino: quelli delle 18,54, delle 19,40, delle 20,30 che, nei programmi di chi viaggia, dovrebbero consentire di arrivare a casa a un’ora decente, se non in tempo per la cena, comunque non a notte fonda. Ma trovare posto, soprattutto se il treno in questione è partito da Ventimiglia o da Albenga, finisce per essere un’impresa perchè i convogli sono già stati presi d’assalto, lungo il tragitto, dai turisti che hanno passato la domenica al mare ad Alassio, Albenga, Laigueglia, Pietra Ligure, Borghetto, Finale, Spotorno. Domenica, la polizia ferroviaria è dovuta correre ai ripari, operando una sorta di filtro dei viaggiatori, facendo salire i passeggeri sui treni fin quando è stato possibile, e cercando di convincere gli altri a restare a terra e ad aspettare il treno successivo. Non tutti, però, l’hanno presa bene. E non sono mancate così le proteste vivaci, animate.




LOANO - Vagoni sporchi, rumorosi e senza aria condizionata. È il «servizio» offerto dagli interregionali Milano-Riviera (e viceversa), gli stessi treni chiesti (e in parte ottenuti) a gran voce dagli utenti, dagli amministratori locali e dagli operatori turistici. Domenica pomeriggio e sera abbiamo viaggiato sulla «tradotta» Milano-Alassio in partenza da Milano-centrale intorno alle 18,30. L’unica cosa di cui non ci si può lamentare sono gli orari. Certo ci vogliono circa 3 ore (al costo di quasi 9 euro) solo per arrivare a Savona, via Genova. Il treno non è veloce, ma ha rispettato i tempi previsti. Il problema è cosa succede a chi c’è sopra. I vagoni sono sporchi, non solo cartacce e bottiglie di plastica a terra, ma anche cattivo odore ed ovunque quella patina unta che fa pensare ad una mancata pulizia «strutturale». Fa caldo (33 gradi a Milano alle 18), ma l’impianto di aria di condizionata non funziona. Di conseguenza si viaggia per 3-4 ore (anche in tratti molto veloci) con tutti i finestrini abbassati. È un vortice continuo di polvere ed odori che entrano ed escono dai finestrini. Un rumore assordante e quasi continuo, non solo in galleria. Sarebbe stato utile un misuratore di decibel a bordo. Commenta Gian Luigi Taboga dell’Assoutenti: «Siamo a conoscenza dei problemi che ci sono su questi interregionali. La situazione si ripete in quasi tutte le corse. A settembre entra in vigore il nuovo orario. Si dovrà lottare per mantenere certe “linee”. Il vero problema è la qualità dei treni. Forse è meglio averne meno, ma più puntuali e puliti. Ci rendiamo conto, partecipando a tutti gli incontri con Trenitalia, che esistono degli obbiettivi problemi finanziari. Le tariffe sono bloccate dalla fine degli Anni ‘90. È il gatto che si morde la coda». Già in primavera i vertici regionali di Trenitalia avevano annunciato la mancanza cronica di materiale rotante¹. Pochi vagoni dunque che percorrono troppi chilometri. Il problema è che i sei treni interregionali Milano-Riviera «riconquistati» in primavera rischiano di avere un effetto boomerang. Chi li prova non potrà avere un buon ricordo e soprattutto non potrà che sconsigliarli. «Da 3 a 4 ore in balia di rumori e di quanto entra dai finestrini, con sbalzi di temperature, non sono il modo migliore per viaggiare per chi non è più giovane, o ha problemi di salute. Treni del genere sono da sconsigliare anche a famiglie con figli piccoli al seguito», è il commento di chi, domenica sera è arrivato a Loano partendo da Milano. C’è l’impressione, per chi prende il treno saltuariamente, che questi servizi stiano regredendo. Nell’era dell’alta velocità e della Tav è paradossale che la più importate città italiana del Nord sia collegata alla Riviera savonese (50 per cento delle presenze in Liguria) da una sorta di tradotta.



¹: Nota del Comitato Pendolari: il materiale è rotabile, non rotante...

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