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Data di pubblicazione:13/07/2006
Fonte:Comunicato del consigliere regionale William Casoni
Titolo dell’articolo:Esiste ancora la Regione Piemonte?
Testo dell’articolo:Come riassumere un anno di Presidenza Bresso? Purtroppo è sufficiente sfogliare le notizie degli ultimi mesi per delineare un panorama di sfascio e di immobilismo che ha precipitato il Piemonte nei tempi più bui della lottizzazione.
Ancora una volta a pagare saranno i piemontesi! Speravamo fosse solo un ricordo di tempi lontani ma oggi, anziché rispondere alle numerose domande che arrivano dal territorio, dandone risposta rapida con azioni e leggi ad hoc e garantendo nel contempo supporto, sostegno e spinta all’economia regionale, la giunta Bresso passa il tempo, assieme alla sua sconquassata maggioranza, a dilaniarsi al suo interno per accaparrarsi posizioni di potere, a litigare su Palestina ed Israele, a discutere sui buoni scuola che vorrebbero togliere alle scuole cattoliche e paritarie, e a far costantemente mancare il numero legale all’Assemblea regionale.
Il Consiglio è bloccato nella sua attività, non ottiene risposta alle tante domande, interrogazioni, richieste che costantemente avanza, mentre la Bresso, a passo spedito e sicuro, si occupa di ripianare i debiti del Toroc, acquista a prezzi esorbitanti i terreni ex-Fiat, compera le proprietà del Mauriziano pur di cacciare l’attuale commissario D’Ascienzo, ripiana i debiti dell’ATC di Torino, dimenticandosi però nel contempo di tutte le altre ATC piemontesi. La denuncia che AN avanza è forte e determinata: così non va! Queste sono prove generali di regime e stanno trasformando il Piemonte in una Bressopoli.
L’orizzonte “degli eventi” che abbiamo immaginato durante la campagna elettorale delle scorse elezioni regionali dell’aprile 2005 era a tinte fosche, ma dobbiamo rendere merito alla Bresso per aver saputo ben interpretare il nostro quadro e nell’essere riuscita a spingersi anche oltre, incidendo profondamente su tutto quanto era in corso d’opera o anche solo in progettazione.
Gli incarichi che personalmente ho ricoperto nella precedente giunta Ghigo-Casoni mi spingono ad esordire sulla situazione dei Trasporti, analizzando il quadro generale con temi quali la TAV, il raddoppio del Frejus o l’indubbio “torinocentrismo” di questa giunta che condanna la province ad un isolamento comunicativo, strutturale e della rete viaria generale.
Che la Bresso cerchi di far dire un “NO alla TAV” definitivo a qualcun altro è evidente da quando si è insediata in Piazza Castello (così da salvare la sua maggioranza ostaggio degli estremisti di sinistra e l’unità con i partiti più vicini al centro, che invece sono a favore della Torino-Lione). Che, per questa ragione, il Piemonte si debba trovare ai margini dello sviluppo europeo, ci sembra però un prezzo un po’ troppo alto.
Tralasciamo i Trasporti, immaginando per un attimo che (da quando la Bresso amministra il Piemonte) i treni non abbiamo sistematicamente incrementato il loro ritardo e che l’intera rete viaria non subisca un costantemente ridimensionamento.
Possiamo invece pensare al supporto dato alle famiglie, che si può sintetizzare sia in ambito simbolico (con il sostegno e il patrocinio dato dalla Regione al recente carosello del Gay Pride di Torino) sia in ambito pratico (con l’introduzione di nuove imposte quali quella sulle acque minerali, che graverà in maniera diretta sulle famiglie) o attraverso il rispetto e l’attenzione dimostrati nei confronti dei nostri figli (con la sospensione dell’obbligatorietà dei vaccini per le nuove generazioni e tutti i conseguenti rischi epidemici che tale scelta comporta).
Ma se a fronte di questo ci viene detto che oggi la Sanità piemontese lavora bene non crediamo sia merito della Bresso, ma di chi ben ha saputo amministrarla negli ultimi dieci anni. Né tantomeno crediamo sia merito dei nuovi commissari che con una vera e propria “purga staliniana” la Presidente ha imposto alle ASL regionali, con lo stesso sistema impositivo con cui (ad esempio) sono esponenzialmente accresciuti i fondi stanziati per la “comunicazione istituzionale” di chi aveva promesso che avrebbe dimenticato in garage le auto blu e che invece paga profumatamente consulenti che non si capisce neppure cosa facciano, mentre nel contempo tenta di accorpare i servizi sanitari togliendo a molte città la titolarità di una ASL, e abbandona a loro stessi i piccoli comuni, i comuni montani e quelli collinari.
Ogni tema uno scempio: artigiani, commercianti, piccole imprese e lavoratori autonomi non vengono neppure più considerati, anziani e disabili vengono difesi a parole ma senza azioni concrete, e contemporaneamente la Regione sta frenando su tutto (nella politica delle acque come in quella dei Parchi, nella cultura e nei beni culturali come nell’urbanistica): ecco come sarà la Bressopoli che ci viene propinata a sostituzione del nostro amato Piemonte.
E infine, nello stesso anno delle Olimpiadi, tanti sport minori languono nelle difficoltà economiche e in contemporanea i centri commerciali aumentano come non mai, grazie ai permessi concessi dalla nuova giunta. Crediamo quindi senz’ombra di dubbio di non poter essere smentiti: un anno di presidenza Bresso ha lasciato il segno sul Piemonte, un segno drammatico di immobilismo, disfacimento totale di quanto costruito in tanti anni di lavoro.
Come premessa per gli anni a venire non è di certo male! Solo auguriamo al Piemonte e ai piemontesi che questi anni a venire siano pochi e che le pesanti divisioni interne presenti nella coalizione di centro-sinistra emergano (come già stanno facendo) sempre di più. Noi vigileremo costantemente e denunceremo con tenacia ogni azione sconsiderata.

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