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Data di pubblicazione:21/07/2006
Fonte:La Stampa edizione di Novara
Titolo dell’articolo:Il brutto viaggio in treno di un giovane atleta non vedente: «Multa e umiliazione per un errore»
Testo dell’articolo:NOVARA - Brutto viaggio in treno per un atleta non vedente. E’ avvenuto lo scorso lunedì 17 luglio, sul convoglio del mattino, delle 10,12 dell’Interregionale Torino-Milano. Protagonista è Tommaso Di Pilato, atleta della Nazionale disabili di Sci nautico, che ha all’attivo numerose medaglie d’oro in manifestazioni nazionali e internazionali. Il giovane è salito sul treno con l’aiuto di una passeggera in attesa sulla banchina. Ma, invece di prendere posto in seconda classe come prevedeva il biglietto in suo possesso, si è seduto in uno scompartimento di prima classe. Un errore involontario che però non è sfuggito a un controllore. Scambiando la donna che lo aveva assistito per l’accompagnatrice del non vedente, le ha elevato una contravvenzione da 7 euro. Alla richiesta del giovane di aiutarlo a cambiare scompartimento e a portarsi in seconda classe, il bigliettaio ha risposto in malo modo sostenendo di «non essere addetto a tale servizio». «E’ incredibile - dice Tommaso Di Pilato - non mi era mai capitato un episodio di tale maleducazione ed arroganza. Di solito quando rientro da Recetto a Milano dopo essermi allenato trovo sempre dei capotreno cordiali che fanno di tutto per tenermi vicino, guidandomi ed aiutandomi a salire sul treno. Questa volta ho invece trovato un funzionario che mi ha fatto sentire peggio di un animale salito a bordo per sbaglio». La donna che ha condiviso l’umiliazione è una passeggera romana: «Ho scritto alle ferrovie chiedendo spiegazioni per quanto accaduto - dice Maria Teresa Pisano -. Sono vedova di un ferroviere. Sono certa che mio marito non si sarebbe mai comportato in modo così sgarbato nei confronti di un passeggero disabile e in difficoltà. Credo che situazioni simili non debbano accadere in un Paese cosiddetto civile. Spero di non incontrare più lo zelante controllore: personaggi simili non fanno altro che gettare fango sull’ente ferrovie. Bastava un pizzico di diplomazia e di umana comprensione e tutto si sarebbe sistemato, risparmiando umiliazioni francamente inutili». Ieri non è stato possibile avere una risposta dalle Ferrovie sul perchè di quanto accaduto.

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