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Data di pubblicazione:29/08/2006
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Lione-Torino, otto ore per un viaggio-odissea: «Stipati come animali e senza un goccio d’acqua»
Testo dell’articolo:Otto ore di viaggio in treno per tornare da Lione a Torino. Un’odissea dovuta ad una sfortunata serie di coincidenze o, come ci racconta una nostra lettrice, l’ennesimo disservizio su una linea che vede alternarsi troppo frequentemente disagi e ritardi? «E’ già incredibile che su una tratta ferroviaria così importante non esista un treno diretto e si debba per forza cambiare a Chambéry - dice Eleni Vlachos -, ma magari i problemi consistessero solo nella scomodità del cambio treno! Sono costretta ad utilizzare questa linea molto spesso e giungo a destinazione perennemente in ritardo, in entrambe le direzioni: Torino-Lione e Lione-Torino. Ma quanto accaduto il giorno di Ferragosto ha davvero esaurito la mia pazienza. Sono partita da Lione alle 15,15. Dovevo arrivare a Torino alle 19,46. Sul tratto Lione-Chambéry, tutto bene. Sullo Chambéry-Torino, la vergogna. Qualche chilometro dopo la stazione di Modane, poco prima del confine (fortunatamente non ancora sotto il tunnel del Fréjus), il treno si blocca per un guasto al locomotore. Restiamo senza luce e aria condizionata, senza nemmeno la possibilità di aprire le porte. Finché un controllore, dopo tante proteste e dopo che diverse persone si sentono male per il mancato ricambio d’aria, non decide di aprirle manualmente, col rischio però che qualcuno cada sui binari». Per più di un’ora i passeggeri rimangono bloccati sul treno, grondanti di sudore, al buio e senza informazioni. «Ma quel che è più vergognoso, non viene offerto neppure un bicchiere d’acqua alle molte persone che non si sentono bene. Alla fine, dopo la bellezza di circa tre ore, arriva un locomotore e ci riporta a Modane, dove dobbiamo scendere per risalire poi tutti sul treno successivo, già pieno, e quindi stracolmo come un carro bestiame in seguito al nostro arrivo. Si riparte. E in un modo o nell’altro, arriviamo a Torino: otto ore dopo la partenza da Lione, e con un ritardo pari al tempo di percorrenza della tratta Lione-Torino in auto. Ma il teatro dell’assurdo si raggiunge quando scopriamo che siamo sì a Torino, ma Porta Nuova, anziché Porta Susa (come previsto). Il cambio viene annunciato mentre entriamo in stazione: no comment. Dopo nuove rimostranze, scopro che il treno avrebbe proseguito poi fino a Porta Susa. Peccato, perché ormai ho avvisato chi mi attendeva da un tot di ore nell’altra stazione e preferisco porre fine a questa odissea. Inutile dire che d’ora in poi, almeno per recarmi a Parigi, opterò per l’aereo, stanca dei continui disservizi delle ferrovie italo-francesi».

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