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Data di pubblicazione:11/09/2006
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Il tram-treno prende il volo sulla linea per l’aeroporto: con il nuovo mezzo non servirà più un tunnel sotto corso Grosseto
Testo dell’articolo:Da Caselle a Torino Porta Susa in tram, anzi in «tram-treno»: tempi più rapidi, semplici semafori nell’ultimo tratto torinese al posto dei passaggi a livello, meno fermate... Più in generale, servizio migliore e costi ridotti grazie alla possibilità di sfruttare indifferentemente sulle linee ferroviarie e su quelle tranviarie. Accade tutti i giorni a Kassel, in Germania, e all’Aja, in Olanda. Potrebbe essere lo stesso anche a Torino. Da qualche giorno il progetto di collegamento ferroviario fra Caselle e la città, basato sulla costruzione del tunnel sotto corso Grosseto, resta il più accreditato ma ha trovato una possibile alternativa. Regione, Provincia e Comune sono rimasti a tal punto impressionati dalle potenzialità del mezzo - prodotto in versioni diverse da Alstom, Siemens e Bombardier - che al ritorno dalla trasferta a Kassel (dove circola il modello firmato Alstom) hanno deciso di valutarne l’applicazione anche sulla nuova linea Torino-Ceres. Se sarà il caso, rivoluzionando l’assetto sul quale sta già lavorando Gtt.
L’impostazione attuale prevede che i treni, a tutti gli effetti, partano da Caselle, arrivino in zona Madonna di Campagna e, previa demolizione dello svincolo di largo Grosseto, si immettano nel futuro tunnel sotto il corso raggiungendo piazza Rebaudengo e poi la stazione di Porta Susa (sfruttando il Passante). Con la nuova soluzione le cose cambierebbero radicalmente. Il «tram-treno», partito da Caselle e arriverebbe a stazione Dora utilizzando la ferrovia. Da lì raggiungerebbe Porta Susa sfruttando i binari del tram previsti sul viale della Spina. Il vantaggio sarebbe evidente: niente galleria e utilizzo del «ferro» già esistente, uguale tempi di realizzazione e costi ridotti. L’uovo di Colombo per garantire comunque il collegamento risparmiando le difficoltà legate all’impatto ambientale e soprattutto ai costi del tunnel sotto corso Grosseto. Non è un caso che l’opera, così com’è configurata oggi, non è stata considerata dal ministro Di Pietro (Trasporti) fra i progetti finanziabili a breve termine. Da qui l’interesse della Regione, condiviso da Provincia e Palazzo civico. «Un’ipotesi? No, è un’opzione reale - conferma l’assessore regionale Daniele Borioli (Trasporti) -. Al momento la soluzione del tunnel resta la più accreditata, per questo abbiamo sollecitato Gtt a procedere con la progettazione, ma se l’impiego del tram-treno si rivelerà concorrenziale bisognerà rivedere tutto il quadro. Nei prossimi giorni organizzerò un incontro con Provincia e Comune per avviare le verifiche tecniche, coinvolgendo il ministero. A fine anno tireremo le somme». La cautela è d’obbligo, considerate le varie ed eventuali legate all’impiego di un mezzo di collegamento «flessibile» che in Italia non ha precedenti: né tecnici, né normativi. Conferma Giancarlo Guiati, presidente Gtt: «I nodi sono parecchi. Nel nostro Paese, per dire, le linee ferroviarie e quelle tranviarie hanno scartamenti e sagoma dei binari differenti. Un’altra partita è legata alle autorizzazioni ministeriali necessarie per rendere operativo un sistema nuovo. Inutile dire che tutto questo avrebbe ricadute non indifferenti sui tempi dell’opera». Perplessità che Borioli condivide, ma fino a un certo punto: «Anche la metropolitana torinese, la prima automatizzata in Italia, apriva una frontiera del tutto nuova. Eppure si è riusciti a trovare la quadra». Sulla stessa linea la Provincia, che non ha mai visto di buon occhio lo scavo sotto corso Grosseto. «Prospettiva molto interessante, da verificare fino in fondo - interviene l’assessore Franco Campia (Trasporti)-. Di certo sarebbe vantaggiosa sotto il profilo economico e dei tempi di attivazione». E il Comune? Maria Grazia Sestero, assessore alla Mobilità, lascia una porta aperta: «L’ipotesi del tram-treno pone non pochi problemi ma è sicuramente suggestiva. Siamo disponibili a valutarla con il ministero e le ditte produttrici, a patto che nel frattempo il progetto del tunnel non subisca battute d’arresto».

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