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Data di pubblicazione:19/09/2006
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Treni, c’è l’accordo sugli orari: firmate le richieste di modifica da inviare a Torino
Testo dell’articolo:CUNEO - Borioli e Trenitalia gli hanno lanciato una sfida «impossibile»: mettere d’accordo tutti i pendolari della provincia e scrivere insieme una proposta di modifica degli orari dei treni. E loro - da bravi cuneesi con la testa dura - l’hanno accettata. Non c’era tempo. Così, hanno lavorato sodo, incontrandosi anche in viaggio, discutendo al telefono e via email. Riassumere in una sola richiesta le esigenze di tutti e sei i comitati non era facile, ma ce l’hanno quasi fatta. Per dare più peso all’iniziativa, ieri, hanno «arruolato» anche i consiglieri regionali eletti nella Granda. Invitati dall’assessore provinciale Ambrogio Invernizzi alla sala Falco Dutto, Ferraris, Rabino, Rostagno e Casoni (assenti, ma si sono detti ugualmente disponibili Guida, Toselli, Cirio e Dalmasso). Con una lettera di adesione firmata da tutti e nove sottoscriveranno l’«orario dei pendolari» (per l’autunno, contiene solo una serie di modifiche ma, a marzo 2007, raccoglierà una bozza completa di riforma delle tabelle). Entro fine mese, il documento sarà consegnato all’assessore regionale ai Trasporti Daniele Borioli che, prima dell’estate a Cuneo, si era impegnato a esaminarlo se il consenso all’iniziativa fosse risultato unanime.
Una buona notizia, se confrontata ai guai che, anche ieri, non sono mancati nel primo giorno del nuovo orario regionale che contiene novità anche per le «cuneesi» Torino-Cuneo, Carmagnola-Bra e la Asti-Cavallermaggiore. Primi disagi in mattinata, quando chi doveva raggiungere Cuneo da Saluzzo con i mezzi pubblici ha dovuto attendere oltre mezzora. Destinata a far discutere anche la disavventura «a lieto fine» che ha visto protagonisti i pendolari della Cuneo-Bra. Il treno del rientro è partito 20 minuti oltre l’orario stabilito, ma alla stazione di Bra aveva recuperato 18 minuti. «L’episodio - spiegano dal comitato - dimostra che i tempi di percorrenza “gonfiati” imposti dalle ferrovie sono una questione di volontà “politica”. Non dipendono dalle caratteristiche dei mezzi: anche con gli attuali treni si può impiegare meno».

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