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Data di pubblicazione:20/09/2006
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Nuovi treni, ma la Stazione è stretta. Sono arrivati i «Minuetto»: misurano il doppio degli altri
Testo dell’articolo:CUNEO - Misurano quasi il doppio dei vecchi treni, e non ci stanno nel «tunnel di lavaggio». Così, vengono puliti a mano. È la storia dei nuovi «Minuetto» annunciati e acquistati dalla Regione per le tratte della Granda dall’aprile 2005. «A Cuneo - spiegano i sindacati dei ferrovieri - ne sono arrivati 27. Riceverli, paradossalmente, ha creato problemi. Siamo in difficoltà per lavaggi e le pulizie: da due anni aspettiamo che venga ricostruito il “tunnel” perché nel vecchio impianto i nuovi convogli non riescono a entrare». Un guaio che costringe la ditta incaricata (la «Mazzoni Spa» di Piacenza) a lavare a mano i rotabili. «È un problema organizzativo - replica Trenitalia -: dal 2004 a Cuneo non utilizziamo più quell’impianto per motivi tecnici. Le dimensioni non c’entrano. Fa parte del nostro piano di ristrutturazione». Allo scalo del capoluogo si provvede alla manutenzione dei «Minuetti» di tutta la provincia e di alcuni treni della Biella-Novara. Come prevede il contratto d’acquisto dei treni, all’officina locomotive, allestita negli anni 20, operano i tecnici dell’Alstom di Savigliano, in locali messi a disposizione dalle Fs. Sostengono Enrico Vesce della Uil, Luca Bosio della Cisl e Raffaele Iovine della Cgil: «È un problema di dimensioni. I “Minuetti” sono mezzi di nuova concezione: lunghi come due vecchie automotrici e più alti. E si tratta di convogli “a composizione bloccata”, con una vettura al centro che unisce due motrici. I binari attrezzati per la manutenzione (attualmente sono tre) non bastano più. Ne servono almeno altri due solo per i nuovi mezzi. Anche perché, entro fine anno, ne arriveranno altri che prenderanno servizio in tutta la provincia». Ma c’è anche una buona notizia. Se Cuneo «insegue» sugli adeguamenti in officina, è all’avanguardia per i sistemi di sicurezza. Un primato che è costato due vittime, i macchinisti morti due anni fa nel deragliamento del Torino-Cuneo a Madonna dell’Olmo. Infatti, nel primo cronoprogramma delle Ferrovie per l’installazione del «Scmt» (il sistema di controllo marcia treno che attiva la frenatura automatica quando si superano i limiti consentiti) la Granda era all’ultimo posto: ma dopo il tragico incidente, la Regione impose di invertire la lista. «Il sistema - prosegono i sindacati - è attivo da quest’anno su tutta la tratta Cuneo-Torino e sulla Fossano-Ceva. Sono state tra le prime linee a poter contare sul dispositivo dopo i primi esperimenti che hanno coinvolto la Torino-Milano». «Se il treno 4441 deragliato alla periferia di Cuneo nel 2004 avesse avuto a bordo l’Scmt - denunciano i rappresentanti dei lavoratori -, probabilmente quello scontro mortale non sarebbe mai avvenuto». Eppure, una volta si viaggiava meglio: più veloci. È quanto ha affermato lunedì sera, Vesce della Uil intervenuto con i colleghi di Cgil e Cisl all’incontro in Provincia sui nuovi orari con pendolari e consiglieri regionali. «In passato - dice Vesce, che ha lavorato come macchinista fino al ‘92 - i locomotori in dotazione delle ferrovie italiane avevano una potenza molto più accentuata (ad esempio il locomotore “656 quinta serie”). Si riuscivano a coprire le distanze in tempi minori, garantire “recuperi” in caso di ritardo e tempi di percorrenza più ristretti. Recentemente, si è rinnovato il parco rotabili ma le prestazioni sono inferiori. E i nuovi mezzi, meno potenti, trainano meno carrozze. Non è vero che per impiegare meno tempo, l’unica soluzione è sopprimere le fermate».

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