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Data di pubblicazione:14/10/2006
Fonte:La Stampa edizione di Alessandria
Titolo dell’articolo:«I treni merci alla Regione» L’assessore Borioli: vogliamo gestire le line
Testo dell’articolo:ALESSANDRIA - «Tratte ferroviarie per le merci, inutilizzate o scarsamente produttive? Datecele in concessione. Coinvolgeremmo operatori privati interessati e sicuramente queste ‘’tracce’’ avrebbero un migliore utilizzo». La proposta è dell’assessore regionale ai Trasporti, Daniele Borioli, annunciata ieri al convegno «Il ruolo delle infrastrutture ferroviarie per un logistica moderna al servizio dei porti liguri» che si è tenuto ieri al Castello di Marengo. Ha aggiunto Borioli: «Una soluzione condivisa anche dalla Regione Liguria (ieri, pur tra i relatori, non era presente l’assessore Luigi Merlo) e una candidatura già formalizzata a Rfi e al governo che però, in effetti, non ha avuto riscontri finora. C’è un certo conservatorismo da vincere. Le Ferrovie dovrebbero concentrarsi sulle grandi linee e lasciare in concessione agli enti locali le altre, ed in particolare quelle commerciali. Per evitare di investire milioni di euro su tratte come la Genova-Voltri dove poi passano pochi treni al giorno». Tesi condivisa, per esempio, anche dal sindaco del Comune di Novi, Renzo Robbiano che vedrebbe in questa strategia finalmente l’opportunità per rilanciare lo scalo merci di Novi S.Bovo. Un altro elemento su cui Regioni Piemonte e Liguria faranno fronte comune e faranno pressioni sul governo è il Terzo valico: «Promettiamo battaglia affinché l’opera non sia dimenticata - prosegue Borioli -. Altra cosa è il problema dei finanziamenti e delle modalità di esecuzione dei lavori: magari per lotti, riprogrammata su un periodo più lungo. Non è accettabile che venga accantonata per carenza di risorse». La parlamentare europea Marta Vincenzi: «Si potrebbe cominciare a realizzare la prima delle due ‘’canne’’ come stanno facendo in Svizzera». Un esempio di come fare per reperire i fondi necessari per costruire le grandi infrastrutture lo ha fornito uno dei relatore del convegno, Adriano Cavadini, presidente Alta Capacità Gottardo Svizzera, che ha illustrato il progetto Alptransit con i due trafori del Loetschberg (sarà inugurato il 16 giugno 2007)e del S. Gottardo (ne sono stati scavati già 100 chilometri): «La Confederazione ha attivato un fondo speciale di 30 miliardi di franchi svizzeri (20 miliardi di euro), alimentato annualmente, così costituito: per il 10% dall’Iva, il 25% dalle imposte sui carburanti ed il 65% dalle imposte sul traffico pesante. Ma siccome non basta, ha anche anticipato altro denaro che comunque dovrà essere restituito a cominciare dal 2015». Ha continuato Cavadini: «I soldi quindi non sono un problema. Occorre però contemporaneamente disincentivare il trasporto su gomma con provvedimenti dissuasivi e anche punitivi per favorire quello su rotaia. Altro punto importante la ricerca del consenso che in Svizzera avviene già prima della progettazione e attraverso consultazioni popolari». Circa il denaro, Marta Vincenzi ha sottolineato lo stesso concetto affermando che dal 2007 si potrà accedere a fondi europei, per esempio quelli previsti dal programma Marco Polo II (2007-2013) per le autostrade del mare, dove però ora sono comprese anche opere ferroviarie: «Insomma fondi per restituire al territorio un sistema ferroviario che garantisca una mobilità sostenibile, ci sono, si possono trovare. Inoltre un punto fermo deve essere che le decisioni in Europa sono state prese per il corridoio 5 e 24 e su quelle si deve andare avanti». Il punto, riconosciuto anche ieri, è prendere una decisione, stabilire le priorità che questo e il precedente governo finota non hanno fatto.

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