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Data di pubblicazione:21/10/2006
Fonte:Il Secolo XIX
Titolo dell’articolo:Pendolari, ancora disagi: ritardi e soppressioni sulla linea Acqui-Ovada-Genova
Testo dell’articolo:Ovada. Cronaca di disagi quotidiani. Continuano a raccontarla i pendolari della “tribolata” linea ferroviaria Acqui-Ovada-Genova, che non sono per niente rassegnati in attesa che un giorno o l’altro i disagi ai quali non vogliono abituarsi cessino. Forse rimarrà un “sogno nel cassetto” ma anche la speranza aiuta a vivere. Il tema è sempre lo stesso: ritardi, soppressioni improvvise, soste prolungate del treno nelle varie stazioni senza sapere perchè succede, bus sostitutivi “fantasma” e altri inconvenienti ancora.
Ai pendolari, per disagi propri ma anche per solidarietà, si sono aggiunti ora anche gli utenti dell’ex statale 456 del Turchino a causa dei tre passaggi a livello che si incontrano nel tratto Gnocchetto-Ovada. Come è stato portato alla ribalta dagli abitanti-automobilisti della località periferica nell’incontro dell’altra sera con gli amministratori comuali ovadesi per mettere in evidenza i problemi, succederebbe spesso che i passaggi a livello in argomento si chiudono e poi le sbarre rimangono abbassate anche per mezz’ora prima di riaprirsi senza il passaggio di treni.
Il perchè di questo inconveniente lo ha spiegato ieri mattina, Fabio Zotti, responsabile compartimentale ligure delle relazioni pubbliche di Fs. Secondo il funzionario il motivo sarebbe dovuto alla presenza di cantieri sulla linea (lavorano anche di notte) per il rifacimento delle massicciate sulle quale poggiano i binari, eseguiti da RFI (rete ferroviaria italiana). «Tali lavori comportano - ha spiegato il funzionario - una marcia rallentata dei convogli tra Campo Ligure e Ovada, che significa dilatare i tempi di percorrenza, quindi avere ritardi e alcuni inconvenienti. Sono però rivolti a rendere meno rumoroso, più “soft” il passaggio dei treni a beneficio anche dei viaggiatori. Tali lavori termineranno comunque entro fine dicembre». Quindi un viaggio più regolare, senza sussulti per i pendolari (oltre mille ogni giorno) in cambio dei disagi.
A questo punto la cronaca dei pendolari. «Proprio recentemente - sottolinea E. B. - il treno delle 6,32 diretto a Brignole, fondamentale per quanti iniziano attività lavorative o scolastiche alle 8, è stato addirittura soppresso, poichè sarebbe rimasto bloccato a Prasco. Ai viaggiatori, infuriati, non è stata neppure data l’opportunià del bus sostituvo, cosa che avrebbe limitato i danni. Solo un annuncio all’altoparlante della stazione che “suggeriva” ai pendolari di attendere il treno successivo delle 7,29».
A quel punto una corsa all’auto privata per raggiungere Genova via A26. Una giornata davvero storta. I pendolari raccontano di ritardi che vanno da pochi minuti a delle mezz’ore e anche di più. Per non dire di quelle curiose soste prolungate del treno che avverrebbero in varie stazioni, e persino in galleria. «Giorni addietro - aggiunge E. B. - il treno che doveva giungere a Ovada alle 7,20, si è fermato a Sampierdarena e vi ha sostato per più di venti minuti. Incredibile ma vero».
Tra i pendolari c’è anche chi ha detto: «Per un treno in perfetto orario saremmo disposti anche a sopportre le zecche». Intanto Rfi incomincia con le massicciate più... morbide.

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