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Data di pubblicazione:04/11/2006
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Cuneo-Torino: 120 posti per oltre settecento passeggeri. Pendolari, torna la rivolta.
Testo dell’articolo:SAVIGLIANO (Cuneo). Ci risiamo. I pendolari dei treni occupano i binari per protestare contro il sovraffollamento dei vagoni. Accade a Savigliano, profondo Nord, «provincia della provincia» come direbbero i cuneesi Marlene Kuntz. Stavolta a guidare la lotta è un gruppo di giovani. Tanti, tantissimi, costretti ogni mattina ad assieparsi in scompartimenti già troppo pieni per andare a scuola. Ieri, dopo aver occupato per quasi un’ora la stazione a Savigliano, hanno scattato una serie di foto con il telefonino: «Per far vedere a tutti come siamo costretti a viaggiare sulla linea Cuneo-Torino». Sulla carta, sono cento chilometri di linea ferrata. Per Trenitalia, un’ora e mezza di viaggio. Così al ritorno, dal lunedì al sabato, quando tutto fila liscio e non ci sono ritardi. Cioè quasi mai.

«Da Cuneo a Porta Nuova – spiegano i ragazzi –, nove fermate. E ad ognuna, salgono decine di viaggiatori, pigiati gli uni contro gli altri». Ieri, in corrispondenza dell’arrivo del diretto Cuneo-Torino delle 13,40 - uno dei convogli degli studenti delle Superiori della città che vanno a scuola a Cavallermaggiore, Racconigi e nei paesi della cintura di Torino - di fronte alla difficoltà nel prendere posto in una carrozza praticamente già esaurita, è scoppiata la protesta. Racconta uno dei rivoltosi: «Quando il treno arriva è già pieno e per noi non rimangono che posti in piedi, schiacciati come sardine. Mancano carrozze, le corse, soprattutto nelle ore di punta. Da mesi segnaliamo disagi alle Fs, risposte: zero».

Ieri, gli animi si sono esasperati più del solito. In sessanta sono scesi e hanno bloccato il binario 2, impedendo con un sit-in la ripartenza del treno. Sono intervenuti i carabinieri, dopo 55 minuti è tornata la calma. All’arrivo di un secondo treno, i passeggeri hanno potuto salire. Dell’accaduto è stata informata la Procura di Saluzzo, si ipotizza un’indagine per interruzione di pubblico servizio. A pagare sarebbero ancora una volta i pendolari.

Spiega Andrea Sacco, del Comitato di Bra e Alba: «Giovedì, su quella corsa c’era un Minuetto da 120 posti: doveva servire per 700-800 persone. Gli studenti vengono regolarmente ignorati. Gli orari non tengono conto delle esigenze di chi viaggia con la scusa che non se ne sa nulla. Ma quando si segnalano i guai, la situazione non cambia».

L’elenco dei disservizi sembra non finire mai. Tra 2002 e 2003 la Alba-Cavallermaggiore è rimasta chiusa 14 mesi per il consolidamento di una galleria. In quel periodo, un bus sostitutivo è uscito di strada rovesciandosi con 53 passeggeri a bordo, rimasti miracolosamente illesi. A ottobre di quest’anno, i pendolari hanno denunciato ritardi sulla Acqui-Ovada-Genova. Nell’Astigiano a causa dei furti di rame, un Intercity proveniente da Genova è stato bloccato nel Villanovese: mancava un cavo «a treccia» e la Torino-Alessandria, una delle tratte più importanti del Paese, è andata in tilt. Un mese fa, sulla Torino-Ivrea-Aosta, sono stati trovati scarafaggi ed è subito montata la protesta dei viaggiatori. A settembre, il comitato della Novara-Milano contro la sporcizia dei vagoni ha chiesto addirittura l’intervento dell’Asl. Per non parlare della Torino-Milano, che ha visto scendere sui binari anche 400 pendolari dopo la soppressione di un treno per un guasto. E’ di gennaio, invece, l’avventura tragicomica di un gruppo di passeggeri sul diretto delle 16,35 da Porta Nuova a Cuneo che hanno udito il seguente annuncio: «Il gabinetto del treno è rotto. Se qualcuno deve fare pipì si rivolga al capotreno: la prossima stazione ci fermiamo e lo aspettiamo».

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