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Data di pubblicazione:01/12/2006
Fonte:GrandaIn.com
Titolo dell’articolo:Un passo indietro sulla chiusura della linea ferroviaria Alba-Bra
Testo dell’articolo:Torino - Si è svolto nel pomeriggio di mercoledì scorso, 29 novembre, a Torino, presso gli uffici dell’Assessorato ai Trasporti della Regione Piemonte, l’incontro indetto dallo stesso ente sovraterritoriale per discutere della paventata chiusura della linea ferroviaria Asti-Alba-Bra-Cavallermaggiore (presumibilmente nel periodo dal 15 giugno al 15 ottobre del prossimo anno), richiesta dal sindaco della città della Zizzola per poter procedere ai lavori di realizzazione della copertura della trincea ferroviaria della linea Alba-Bra, nel tratto urbano prospiciente la via Vittorio Veneto, per la quale risulta completata la fase progettuale a livello esecutivo.
Giusto lunedì scorso, 27 novembre, a Bra, il primo cittadino Camillo Scimone – assieme all’assessore ai Trasporti Roberto Russo ed al responsabile dei Lavori pubblici per l’Ufficio Tecnico, Giovanni Galletto – aveva incontrato, in Municipio, l’assessore albese ai Trasporti Paolo Malcotti, accompagnato da Enrico Lusso, i consiglieri regionali albesi Alberto Cirio e Mariano Rabino, nonché i rappresentanti del comitato spontaneo pendolari Alba-Bra, in un vertice richiesto dall’Amministrazione comunale albese a seguito dell’incontro avuto con i pendolari lo scorso sabato 25 novembre. Dalla riunione braidese era emersa la volontà di fare fronte comune, in Regione, per trovare soluzioni alternative alla totale chiusura temporanea della linea: tale istanza è stata sottoposta, oggi pomeriggio, dagli stessi attori (con l’esclusione di Malcotti e Cirio, ma con l’aggiunta del sindaco di Cavallermaggiore, Michele Baravalle) all’attenzione di Lorenzo Marchisio, responsabile della Direzione Trasporti del Settore Trasporto Pubblico Locale, unitamente al segretario dell’assessore regionale ai Trasporti, Daniele Borioli, al direttore di Trenitalia Piemonte, Aldo Pavanello ed ai responsabili di Rfi.
«Siamo stanchi di dover essere sempre noi pendolari a doverci sobbarcare i costi delle scelte di altri: vorremmo che venissero considerate anche le nostre esigenze, ed i costi sociali che la chiusura delle linea comporterebbero – hanno esordito Simone Eandi, Davide Fissore, Vincenzo Ramunno ed Andrea Sacco del Comitato pendolari –; perché non pensare, magari, ad una chiusura parziale, effettuando i lavori in modo da non dover chiudere interamente la linea, se non, eventualmente, al momento dell’effettiva copertura? Si potrebbe sfruttare, infatti, la possibilità offerta dalla suddivisione dei lavori in più lotti, e visto che il primo prevede semplicemente la costruzione di un muro di contenimento (lungo 50 metri) a 3-4 metri circa di distanza dalla sede dei binari, perché non verificare la possibilità di lavorare senza bloccare il traffico ferroviario? Oppure, perché non lavorare di notte, o programmando la chiusura della linea in orari “morti”, salvaguardando le fasce di maggior traffico, quelle sfruttate dai pendolari?».
Proseguono poi i rappresentanti del Comitato: «Le difficoltà nell’effettuare i lavori senza ricorrere alla chiusura della linea, ci era stato detto in un primo momento da Bra, risiedono nei costi, che, secondo le stime di Rfi sarebbero lievitati. La realtà è che nessuno, né in Comune a Bra, né in Rfi, si era preso la briga di provare a quantificare questi costi. Se n’è parlato soltanto in generale, in astratto, senza che ci fosse una reale intesa tra le parti: Rfi, prima dell’incontro in Regione, nemmeno sapeva che ci fosse una suddivisione in lotti! Ad ogni modo, si è trovata una soluzione: tra due settimane è stato fissato un incontro – al quale parteciperà anche l’ingegner Eandi, in nostra rappresentanza – nel quale si analizzeranno i costi relativi solo a questo primo lotto, con dati certi. In base a questo, speriamo, troveremo la soluzione.

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