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Data di pubblicazione:31/12/2006
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Ferrovia Torino-Ceres la sicurezza può attendere
Testo dell’articolo:Il passaggio a livello della linea ferroviaria Torino-Ceres, dove, giovedì sera, l’auto guidata da Franco Cavicchio è stata travolta dal treno in arrivo nonostante le sbarre alzate, non doveva esserci. Dal 2002 c’è il progetto per il sottopasso che, in un solo colpo, eliminerebbe a Lanzo tre vecchi attraversamenti regolati dalle sbarre. «Per ottenere i finanziamenti facemmo il progetto a tempo di record - ricorda Andrea Filippin, il sindaco di Lanzo -. Poi, da quel che ne so, i soldi sono rimasti bloccati in Regione. Da quattro anni aspettiamo di poter appaltare i lavori». La costruzione del tunnel che attraverserebbe la strada ferrata immettendosi sull’arteria provinciale 2 da località Santa Lucia di Lanzo toglierebbe i passaggi a livello numero 62, 63 e 64 (il primo si imbocca per raggiungere la struttura sanitaria dell’Eremo di Lanzo; il secondo è all’altezza della Torre Majet; il 64 è quello dove si è sfiorata la tragedia giovedì scorso). «La galleria eviterebbe anche i pericolosi incolonnamenti di auto che si formano sul rettilineo di via Torino quando ci sono veicoli che devono svoltare a destra per attraversare i binari, e le sbarre sono abbassate», riflette il primo cittadino di Lanzo. Poi allarga le braccia: «Forse dopo quest’ennesimo incidente cambierà qualcosa, l’iter per la costruzione del sottopasso potrebbe accelerare». Intanto gli investigatori stanno cercando di capire se l’imprevisto, che poteva costare la vita a quattro persone, si sia verificato per un errore umano o per un guasto tecnico. «Quello che è accaduto è di una gravità enorme. Stavolta è andata davvero bene - ammette Giancarlo Guiati, il presidente del Gruppo Torinese Trasporti che gestisce il traffico sui 43 chilometri della Torino-Ceres sulla quale tutti i giorni viaggiano 7 mila utenti -. Con un’indagine interna individueremo chi può avere responsabilità». Il passaggio a livello 64 è uno deiquattro della Torino-Ceres rimasti da automatizzare. «Anche gli altri tre, controllati dai casellanti, sono tra Lanzo e Germagnano - spiega ancora Guiati -. Adesso richiederemo alla Regione una copertura finanziaria per la loro automazione. Tutto si potrebbe risolvere in un anno, un anno e mezzo. L’alternativa del sottopasso richiederebbe più tempo». Poi Guiati, nonostante i diversi incidenti che sono avvenuti lungo la tratta (oggi i convogli arrivano fino a Germagnano e torneranno fino a Ceres solo tra qualche tempo, dopo oltre dodici anni), ricorda che Gtt ha investito 170 milioni di euro negli ultimi dieci anni per rimodernare e rendere più sicura la ferrovia. «Nel 1994 tutti i passaggi a livello erano regolati a mano dai casellanti - conclude Guiati -. Ne sono stati eliminati 51, gli altri sono tutti automatizzati. Restano solo gli ultimi quattro».


Intervista: “Due secondi e saremmo morti tutti e quattro”

«Il treno proprio non l’ho visto, c’erano le sbarre del passaggio a livello alzate. Sono passato, tranquillo. Due secondi dopo avrei potuto essere morto, con mia moglie e i miei figli». Franco Cavicchio, impresario edile di 48 anni, racconta l’incubo che ha vissuto mentre guarda dal balcone di casa la ferrovia, lì sotto. Passa il treno.
Adesso le fa paura?

«No. Ma se penso che potevo perdere qualcuno della mia famiglia... per me la vita sarebbe finita».

Dopo l’incidente cosa ha pensato ?

«Credevo di essere stato tamponato da una macchina che percorreva la provinciale. Non mi sono reso conto di aver avuto un urto con il treno».

Come ha reagito quando ha capito che si era scontrato con un treno?

«Me la sono presa con il macchinista. Poi ho riflettuto e ho pensato che l’incidente non poteva essere stato provocato da lui. Continuava a ripetermi che le sbarre erano alzate e che, quando se n’è accorto, ha frenato immediatamente».

Poi?

«Quando ho visto che mia moglie e i nostri due figli stavano bene mi si è allargato il cuore, anche se la bambina si è spaventata molto. Da due notti non riesce a dormire».

Un ricordo indelebile.

«Sì. E mi dispiace per l’auto. Era nuova. Non avevo mai avuto un incidente in trent’anni, non immaginavo certo di scontrarmi con un treno».

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