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Data di pubblicazione:31/03/2007
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Reportage: “Abbandonati”
Testo dell’articolo:Quando arriva in stazione il treno per Parigi l’orologio di Porta Nuova segna le 11.40. Binario 17. Parte la ressa dopo quattro ore di ritardo: «Una vergogna». E le ferrovie devono fare i conti con l’ennesima giornata di passione. Alle 7.30 i centinaia di passeggeri diretti in Francia arrivano a Porta Susa. Ci sono professionisti, famiglie, studenti, insegnanti, fidanzati in trasferta: un mondo in un treno. Ma il treno non arriva. Alle 8.20 qualcuno comunica ai viaggiatori che non si parte: «Un guasto sulla linea. Andate a Porta Nuova». La gente si arrangia, qualcuno prende il taxi, gli altri il bus. Per gli stranieri è una mannaia: «E che pullman prendiamo?». Davide Masiello, 26 anni coglie l’occasione e si trascina sulla linea 1 tre ragazze di Lille con trolley rosa al seguito. Beato lui. ma intanto Nomon, 27 anni l’aspettavano a Parigi «e ho perso il colloquio di lavoro». Alle 10 Parigi appare sul tabellone: «Eccolo, eccolo». Macché, non c’è neanche il binario. Giovanni Dei Giudici la mette giù pesante: «È vergognoso. Stamattina a Porta Susa non ci hanno neanche concesso una navetta». L’interregionale per Milano delle 10.50 viene soppresso. Peccato per Pierpaolo Fornaro, docente di letteratura greca a Palazzo Nuovo. Lo aspettavano al liceo Berchet a Milano per una conferenza. Alle 11.20 il tabellone delle partenze scioglie le riserve: Il “Parigi” partirà ma alle 12.10. Il punto informativo preso d’assalto chiude. E vai. Stazione Stura, qui sono dirottati i viaggiatori alla volta di Milano, Aosta e alcuni comuni della cintura: da Settimo a Chivasso. Dell’Intercity diretto a Milano, partenza alle 11,05, non c’è traccia. Partito in anticipo, sotto l’incalzare di altri malumori. Due passeggeri si erano persino seduti sui binari per protesta. Un’«sit-in» di un quarto d’ora: quanto è bastato per convincere i carabinieri e il personale delle Ferrovie a dare il via libera alla partenza qualche minuto prima. Immaginarsi la reazione dei nuovi arrivati quando scoprono che il primo treno per Milano è a mezzogiorno. Paolo Lamura ha un aereo che lo attende all’aeroporto di Bergamo e quasi non ha parole. Laconico il commento di Claudia Bianchi: «Le solite Ferrovie». Dai e dai, si materializzano alcuni autobus. «Chi deve raggiungere Novara mi segua!», urla un autista. Confermato l’arrivo del treno diesel diretto ad Aosta per le 11,25, ma il grosso dei passeggeri punta a Milano. È il caso di Pasquale Berardi, obbligato a soggiornare a Torino dal lunedì al venerdì per sottoporsi ad esami. Le Ferrovie racimolano altri due autobus: uno per Settimo, l’altro per Chivasso. Luigi Serra, responsabile della qualità del trasporto pubblico per la Regione, scuote la testa: «La risposta dell’azienda? Come al solito vedo tanta generosità individuale ma poco coordinamento».

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