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Data di pubblicazione:04/05/2007
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Ticket più cari, mille treni in più: dal governo via libera al piano delle ferrovie
Testo dell’articolo:I prezzi dei biglietti dei treni sono destinati ad aumentare, e in misura non lieve: +22% in cinque anni nel trasporto locale, +35% per gli Intercity, gli Eurostar e l’Alta velocità. Lo prevede il piano industriale delle Ferrovie che ha ottenuto ieri il «sì politico» del governo. Con l’espressione «sì politico», spiega una fonte dell’Esecutivo, si intende una «approvazione generale», fermo restando che «sugli specifici rincari si richiedarà una nuova approvazione di volta in volta». Il piano contempla, fra i maggiori introiti, anche ricapitalizzazioni societarie e un forte aumento dei trasferimenti pubblici, una pioggia di miliardi sulle Fs, da finalizzare (è la promessa) a un forte sviluppo del sistema ferroviario italiano, così da portarlo a standard di qualità europei, anche in vista dell’apertura del settore alla libera concorrenza (entro il 2009) che non lascerebbe scampo in caso di mancati adeguamenti. Anche riguardo a questi finanziamenti si trovano nel documento parecchie cifre nero su bianco, la cui certezza (però) varia a seconda delle destinazioni: «Quelle per le infrastrutture - spiega la stessa fonte - sono a carico dello Stato mentre altre, ad esempio i soldi per il materiale rotabile, dovranno uscire dal flusso di cassa di Trenitalia, che è una Spa». Sia pure entro tali limiti, che non permettono di calcolare tutto al centesimo (ci sono, fra l’altro, diversi aspetti da discutare con i sindacati) dalla riunione fra il premier Prodi e i ministri dell’Economia Padoa-Schioppa, dei Trasporti Bianchi e delle Infrastrutture Di Pietro, oltre all’ad di Fs Moretti e al presidente Cipolletta, è stato assicurato dal governo «un appoggio attivo» alla realizzazione del programma.


Finora il patto implicito - ma scellerato, se mai qualcuno lo avesse veramente concepito in questi termini - fra i viaggiatori e le Ferrovie sembrava questo: i biglietti italiani sono meno cari della media europea, ma in cambio il servizio è scadentissimo. Ora l’intenzione è di alzare in parallelo tutti e due i piatti della bilancia. Non va peraltro dimenticato che le Fs, a dispetto della pochezza dei mezzi e di alcuni incidenti, vantano fin d’ora standard di sicurezza fra i più elevati nel confronto internazionale. In termini strettamente economici, il piano delle Fs prevede che si passi da un passivo di circa 2 miliardi di euro nel 2006 (di cui 1,7 imputabili alla sola Trenitalia) a un utile di gruppo entro il 2009-2010. In cinque anni il fatturato dovrebbe salire da 5,010 a 8,179 miliardi di euro all’anno. Comunque ecco i particolari del piano in sei punti delle Ferrovie. Il punto uno, già citato, riguarda l’aumento delle tariffe in cambio di un parallelo miglioramento della qualità dei servizi in termini di puntualità, pulizia e altro ancora. Il punto due è il taglio dei costi operativi: per Trenitalia nel suo complesso dovranno ridursi del 5% per unità di traffico con un impegno maggiore sugli Eurostar e sull’Alta velocità (-14%) e sul trasporto regionale (-34%); questi risultati sono da ottenere con la riduzione vera e propria dei costi e con l’aumento del traffico per distribuirli su più viaggiatori. Nel settore merci dovranno sparire 350 impianti sottoutilizzati. Punto tre: lungo le tratte dove la tecnologia lo consente in condizioni di sicurezza, i treni marceranno con un unico macchinista. Circa 10 mila dipendenti cambieranno mansione (molti passeranno al ruolo di controllori o capotreno); ci sarà un taglio del personale ma da ottenere solo con il blocco parziale del turnover. Atteso il calo fisiologico di 10 mila unità, delle quali 4.500 nel 2007 da rimpiazzare con mille assunzioni a tempo determinato.


È anche prevista una limatura di sprechi vari per un ammontare di 200 milioni di euro, con operazioni a basso impatto. Capitolo quattro: gli investimenti. La loro entità è prevista in ben 8,8 miliardi in cinque anni, di cui 2,4 per l’Alta velocità e gli Eurostar e 6,4 per comprare vetture e locomotori per il trasporto regionale e locale, dove si prevede l’acquisto di più di mille treni. Punto cinque: ci sarà una ricapitalizzazione da 2 miliardi di euro in due tempi (nel 2008 e nel 2009) per la società responsabile del trasporto merci, e uno da 1,5 miliardi per il trasporto locale. Inoltre ci saranno trasferimenti pubblici aggiuntivi, legati al contratto di servizio delle Fs con lo Stato, pari a 283 milioni di euro nel 2008, 244 milioni nel 2009, 338 milioni nel 2010 e 461 milioni di euro nel 2011. Punto cinque. In vista dell’arrivo dei privati nel 2009 ci sarà uno specifico aumento dei trasferimenti pari a 1,3 miliardi per Eurostar e Intercity, 10,35 miliardi per il trasporto locale (in 5 anni), 846 milioni per le merci e 16,67 miliardi per le infrastrutture. Sesto capitolo: nel trasporto regionale e locale oggi le Ferrovie incassano 3,7 cent per passeggero a km, contro 7,3 in Germania e 11,9 in Francia, a cui in Italia si aggiunge un contributo pubblico di 8,1 cent per un totale di 11,8: si dovrà salire a 16 cent.

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