<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>

Data di pubblicazione:19/06/2007
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:L’esordio della motrice elettrica sulla linea ferroviaria Chivasso-Ivrea
Testo dell’articolo:Le chiamano elettromotrici, ma hanno cognome e nome: «Ale 734»(*), dove «Ale» sta per «automotrice leggera elettrica». Da una settimana «corrono» sulla Chivasso-Ivrea, linea ferroviaria per Aosta. Non sono proprio nuove di fabbrica, hanno più o meno 25 anni di onorato servizio su binari di altre zone d’Italia. Il loro lavoro, però, lo fanno. E sono, negli auspici di tutti, il primo punto di approdo nel rinnovo e nella riorganizzazione di una linea che, a più riprese, era stata data per spacciata. È soddisfatto Agostino Petruzzelli, presidente dell’Associazione Utenti della linea Chivasso-Aosta. «È un successo anche nostro - sostiene -, vista l’attenzione e le pressioni costanti che abbiamo esercitato su Trenitalia. Certo, per ora i mezzi sono pochi, e non di ultima generazione: questo dipende dalla carenza endemica di materiale rotabile della società che gestisce l’impianto. Ci auguriamo, comunque, che presto riesca a recuperare altre motrici». Magari più nuove di quella assegnata alla linea Chivasso-Ivrea. Il consigliere provinciale Roberto Tentoni (An), autore di due interrogazioni sui problemi di questo tratto ferroviario commenta: «Meglio tardi che mai: a me, come a tanti, pareva inspiegabile il ritardo dell’entrata in funzione delle elettromotrici, visto che i lavori per la posa della linea ad alta tensione sono terminati da molti mesi». Una spiegazione la suggerisce Petruzzelli. «Le Ferrovie - sostiene - hanno accumulato due anni di ritardo sui tempi previsti, arrivando a completare l’elettrificazione in prossimità dell’entrata in vigore dello scorso orario invernale: è comprensibile, quindi, che si sia atteso il nuovo orario estivo per avviare il servizio». Ma l’elettromotrice non basta. «Comunque - aggiunge Tentoni - l’importante è che ora non si considerino risolti tutti i problemi della linea». Resta, per esempio, la questione del ponte sul Chiusella, a Cerone di Strambino. Con l’alluvione del 2000 aveva subito gravi danni. Aggiunge: «che hanno reso instabile la struttura. L’attuale sistemazione, provvisoria, impone che, per l’attraversamento, i treni rallentino da 130 a 20 chilometri all’ora: i tempi di percorrenza si allungano di molto, e si possono creare condizioni di pericolosità, se le norme sulla velocità non vengono rispettate». Paolo Meo, assessore ai Trasporti a Caluso, e utente abituale della linea conclude con un’osservazione critica: «Sono lieto che siano entrate in funzione le elettromotrici. Bisogna che vadano in porto gli altri progetti di collegamento fra Torino e Aosta. Ritengo essenziale che i locali provenienti da Ivrea non abbiano capolinea a Chivasso, ma a Torino: questo perchè i problemi con le coincidenze a Chivasso, o le difficoltà per le persone anziane di spostarsi da un binario all’altro per il cambio treno, fanno sì che questa linea sia ampiamente sottoutilizzata, rispetto alle sue ampie potenzialità». In ogni caso occorre che ci sia un reale svecchiamento del materiale rotabile e delle linee.

(*) Nota del Comitato Pendolari: il nome corretto è “ALe724” e non quello riportato nell’articolo.

<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>




Per visualizzare una news, è sufficiente selezionarne il titolo nel riquadro qui sotto:

Visualizzatore news sviluppato dal Comitato spontaneo Pendolari Bra ed Alba - www.pendolaribra.it - www.pendolaribra.altervista.org - pendolaribra@tiscali.it