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Data di pubblicazione:09/07/2007
Fonte:Newsfood.com
Titolo dell’articolo:Cotto: “Defiscalizzare le spese dei pendolari”
Testo dell’articolo:Dopo la stangata estiva per i biglietti di autobus e treni, la Regione proponga almeno al governo di defiscalizzare le spese di studenti e lavoratori pendolari. Lo chiede la consigliera regionale di Forza Italia, Mariangela Cotto, con un ordine del giorno a palazzo Lascaris per sostenere l’iniziativa del Comitato spontaneo dei pendolari Torino-Milano, che nei giorni scorsi ha inviato un appello al presidente del Consiglio dei Ministri.

“Quella di defiscalizzare le spese sostenute annualmente dai pendolari – spiega Cotto – è una proposta che meriterebbe l’attenzione del governo Prodi e della Giunta Bresso. Oltre alle quotidiane vicissitudini e peripezie che subisce chi, per tutto l’anno, utilizza i mezzi pubblici, anzichè l’auto privata, e la beffa di aumenti ingiustificati durante il corso dell’anno, sarebbe necessario dare anche qualche segnale positivo e per una volta venire incontro alle richieste degli utenti. Anche perché, diversamente, diventa difficile credere ad esempio alle finte strategie dell’assessore regionale ai Trasporti che, dopo aver aumentato fino al 16 % le tariffe, parla del futuro miglioramento della qualità dei trasporti e della progressiva sostituzione dei mezzi con altri meno inquinanti. Dimenticandosi di coloro che, da anni, per forza o per scelta, utilizzano autobus e treni al posto delle auto, contribuendo già da tempo alla riduzione dell’inquinamento, senza ottenere alcun incentivo”.

In linea con la proposta del Comitato, l’ordine del giorno chiede alla Giunta Bresso di fare da tramite, affinché nella prossima manovra finanziaria, si preveda una legge per defiscalizzare i costi del trasporto pubblico, “cifre – aggiunge Cotto – che ormai stanno raggiungendo livelli insostenibili, con importi medi annui tra i 1.500 e i 2.000 euro. Costi vivi per i lavoratori dipendenti, a differenza di altre categorie che possono “scaricare” i costi in quanto spese per l’esercizio della professione”.

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