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Data di pubblicazione:12/07/2007
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Tav e tangenziale a braccetto e i treni merci evitano Venaria
Testo dell’articolo: TORINO - Si chiama Antonio Chiari, è un ingegnere ed è il vicepresidente di Ativa, la società concessionaria della tangenziale di Torino. Si deve al suo staff la soluzione che potrebbe convincere i sindaci di Collegno, Venaria e Pianezza a dire sì al passaggio della Gronda merci dai loro territori. Ativa, infatti, ha sviluppato uno studio che prevede l’ampliamento della tangenziale da Settimo a Bruere e la costruzione in mezzo alle due carreggiate di una trincea di nove chilometri (da corso Regina Margherita a Settimo) dedicata al passaggio dei treni merci.

Il progetto è stato discusso una decina di giorni fa con il Comune e la Provincia di Torino e la Regione e oggi sarà illustrato nel corso dei lavori dell’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione guidato da Mario Virano. Per ora resta uno studio tecnico che non ha ottenuto ancora l’avallo politico ma potrebbe essere la soluzione per superare le resistenze dei sindaci della zona. La soluzione proposta, infatti, che taglia fuori i centri abitati e «ruba» i terreni liberi verso Torino, tra l’autostrada e la discarica. Resta da risolvere anche il problema dei costi. Il progetto di Ativa per la quarta corsia, infatti, ha un costo oscillante tra gli 80 e i 100 milioni. Il nuovo studio costa tra i 320 e i 330 milioni.

Chiari, che da presidente della società Torino-Savona ha completato il raddoppio dell’autostrada, parla di «un progetto avveniristico che tiene conto delle richieste della Regione di evitare interferenze tra i lavori per la ferrovia e quelli per l’autostrada». Il motivo è evidente: evitare i disagi per gli automobilisti. Già, perché la decisione di far passare il collegamento veloce Torino-Lione da Orbassano porta la ferrovia ad intersecare la tangenziale all’altezza di corso Regina Margherita e poi nove chilometri più ad Est, verso Settimo. Spiega Chiari: «Con queste restrizioni alla fine abbiamo cercato di immaginare una soluzione che tenesse insieme strada e ferrovia».

La base di partenza è il progetto preliminare predisposto da Ativa per la realizzazione della quarta corsia che prevede l’ampliamento in entrambi i sensi di marcia. Chiari e i suoi ingegneri vanno oltre. Il progetto resta valido per il tratto Bruere-corso Regina Margherita ma viene modificato da lì in avanti. Vediamo come.

La carreggiata, esterna, quella cioè che corre lato Settimo-Venaria-Collegno in direzione Savona resterà immutata e «ruberà» una corsia alla carreggiata lato Torino direzione Milano. Le altre due corsie saranno invece utilizzare per il transito dei treni, saranno abbassate in modo da realizzare una trincea di 6-8 metri al di sotto del tratto stradale dove Rfi calerà i binari. Una trincea che in futuro potrebbe anche essere ricoperta.

Le quattro corsie autostradali in direzione Milano, invece, saranno costruite ex novo sui terreni verso la discarica nel territorio del Comune di Torino. Aree libere, non occupate da quartieri residenziali tanto da essere indicate all’inizio come uno dei siti su cui far sorgere l’inceneritore di Torino. Per questo motivo la soluzione di Ativa - «una risposta tecnica ad un problema di organizzazione dei cantieri», precisa Chiari - potrebbe permettere di staccare i sindaci della Gronda dal movimento No Tav. Silvana Accossato, Nicola Pollari e Claudio Gagliardi non vedrebbero le aree residenziali dei loro territori attraversate dalla Gronda Merci.

Nulla, però, è stato deciso. Certo il progetto facilita a trovare una soluzione condivisa. Anche il problema dell’aumento dei costi potrebbe essere coperto con il prolungamento della concessione.

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