<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>

Data di pubblicazione:15/07/2007
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Torino: treni per il mare, una via crucis
Testo dell’articolo:Con la macchina, se tutto fila liscio, bastano due ore d’autostrada. Code permettendo. Verrebbe da dire: meglio il treno. Non si rischiano ingorghi, si viaggia più sicuri e più comodi. Già, però ci si impiega un’ora di più. Almeno. Un torinese che voglia godersi un po’ di mare in Liguria si armi di pazienza e riempia il borsone di libri da sfogliare durante un viaggio che s’annuncia eterno. Se sceglie il treno, ne ha per tre ore, a volte di più. Ritardi esclusi. Chi non lo sa, arriva in stazione e sbianca. Come una coppia di turisti australiani, Mary e Franklin Giant. Ieri mattina, a Porta Nuova, scrutavano l’orario incerti, pensando ci fosse un errore nel tabellone che segnalava partenza a mezzogiorno e arrivo a Savona alle 14,28. «Pazienza, abbiamo tutto il tempo. Certo che, se questo è lo stato dei vostri treni, c’è poco da stare allegri». La Via Crucis dei vacanzieri della Riviera è fatta di 20 tappe, a volte anche 27. Ciascuna è una fermata in stazione, una sosta di due, tre minuti. Significa che, per smaltire tutte le tappe, si perdono come minimo cinquanta minuti. Levante o Ponente non fa molta differenza, almeno in termini di tempo. Cambia il numero di fermate, e non poco. Un viaggio ad Alassio vale venti soste. Per raggiungere Rapallo ne bastano quattordici. Sei, se il convoglio è l’Intercity che va a Roma. Lunga percorrenza e pochi intermezzi. In due ore la spiaggia non è più un miraggio.

Il risparmio di tempo, però, si ripercuote sul prezzo del biglietto. Che è di 20 euro, a fronte dei 9,40 per il treno base, quello che ferma quattordici volte e ci mette quasi tre ore. Il guaio sono gli snodi: da una parte - riviera di Levante - sono Genova, Tortona o Voghera. È lì che si cambia. Perché quasi sempre bisogna pure scendere da un convoglio e aspettarne un altro. Sono però stazioni al centro di grandi collegamenti, e il dettaglio lascia al torinese che parte per il mare qualche speranza di capitare su un vagone che lo porterà a destinazione in una manciata di tappe. Per il villeggiante di Ponente, invece, è quasi una causa persa. E non tanto perché i treni liguri fermino in ogni stazione: è un’antica consuetudine. La sventura è che, fino a pochi anni fa, almeno la tratta che congiunge Torino e Savona, si poteva colmare in poco più di un’ora. C’era un «rapido»: tre soste - Savigliano, Fossano e Mondovì - prima di arrivare a destinazione. E c’erano sei «diretti» al giorno: fermavano a Carmagnola, Savigliano, Fossano, Mondovì e Ceva. Spariti. Ora la transumanza del torinese è fatta di sedici tappe. Sempre. Non esistono eccezioni: l’orario sfoggia una lunga sequenza di «R», sigla che sta per «Regionale» ed evoca nei passeggeri cupi scenari. Sì, i treni dei pendolari, quelli che fermano in tutte le stazioni, anche nei paesini. Quelli che spesso sono senza aria condizionata, e di questi tempi è un’assenza che si fa sentire. «È vero - conferma Silvia Starnini, un’habitué della tratta -. Viaggio spesso tra Liguria e Piemonte e la situazione non è delle migliori: ritardi, sporcizia e, di questi tempi, un calore disumano». A volte basta un solo treno, e da Torino si arriva anche a Ventimiglia. Ci vogliono quattro ore e mezza, però non si cambia mai. Succede tre volte al giorno. In tutti gli altri casi si scende a Savona e si aspetta: da dieci minuti a tre quarti d’ora. Potere delle coincidenze. La maledizione, dicono i viaggiatori, ha un nome preciso. Si chiama «Memorario». Anno 2002. Nell’ottica di chi l’ha studiato - e messo a punto - avrebbe dovuto rappresentare la tanto sospirata razionalizzazione degli orari dei treni. Una mano tesa ai pendolari, insomma: orari ragionati e coincidenze garantite. Nobili intenzioni per risultati assai contestati. Un disastro, a giudicare dalle proteste di quei giorni in Piemonte: scioperi dell’abbonamento, treni bloccati. E ancora: interrogazioni parlamentari e richieste di chiarimenti in Consiglio regionale.

Con i pendolari della linea Torino-Bra, Torino-Fossano-Mondovì e Torino-Modane letteralmente imbufaliti. Ricapitolando: «Memorario» ha scontentato i pendolari e abolito i treni “rapidi” per i vacanzieri in un colpo solo. La “razionalizzazione” voluta da Trenitalia ha coinvolto anche i treni a lunga percorrenza. E così, se fino al 2000 si poteva raggiungere Savona con tre, al massimo cinque fermate, adesso ce ne vogliono quattordici. E due ore e mezza, per appena 130 chilometri. Così, oggi, la rotta per le vacanze passa anche per Saliceto (1.500 abitanti), Cengio (3.777), Magliano (2.111). «E in certi tratti - racconta Paolo Wierdis, uno che si sobbarca 4 ore di viaggio fino a Bordighera - le fermate sono a cinque minuti l’una dall’altra».

<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>




Per visualizzare una news, è sufficiente selezionarne il titolo nel riquadro qui sotto:

Visualizzatore news sviluppato dal Comitato spontaneo Pendolari Bra ed Alba - www.pendolaribra.it - www.pendolaribra.altervista.org - pendolaribra@tiscali.it