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Data di pubblicazione:27/07/2007
Fonte:Il Giornale
Titolo dell’articolo:Viaggiare in treno, ecco il lavoro usurante
Testo dell’articolo:ROMA - Vita dura per i milioni di pendolari italiani. Ai disagi più classici, come i ritardi e le coincidenze spesso mancate, se ne aggiungono sempre di nuovi.
Emblematico il caso siciliano dove ogni giorno si stima siano circa cinquantamila i lavoratori che si recano sul posto di lavoro in treno. Provate voi a salire su delle carrozze dove la temperatura supera i cinquanta gradi. Colpa degli impianti di condizionamento spesso fuori uso e che quando funzionano non sono in grado di refrigerare i vagoni infuocati. La richiesta avanzata dal comitato pendolari siciliani, di aprire i finestrini durante le soste per arieggiare i vagoni, è stata accolta solo in parte da Trenitalia.Non bastasse questo dall’ 1 luglio le tariffe per i siciliani sono aumentate del 20%. Miglioramenti? Nessuno.

RECORD NEGATIVO
Anzi, da quando è iniziata l’estate non si contano più le corse soppresse. Pare, ma sono solo voci non confermate, che i macchinisti soffrissero così tanto il caldo dentro i locomotori che pur di non lavorare in quelle condizioni hanno cominciato a darsi malati. A fronte di tutto ciò salire sulla tratta Catania Caltagirone Gela o sulla Gela Ragusa Modica è sempre una scommessa e chi da Catania vuole raggiungere Palermo rischia di impiegare addirittura sei ore. Un vero e proprio record in negativo.
Stanno un po’ meglio al Nord, dove la colonnina di mercurio non raggiunge le temperature siciliane e il problema della sauna nei vagoni viene, almeno in parte, scongiurato. In provincia di Cuneo il problema è la velocità dei trasporti e coinvolge circa nove milioni di passeggeri l’anno. La tratta più trafficata è quella che da Alba e da Bra conduce al capoluogo cuneese o direttamente a Torino. Per percorre cinquanta chilometri si impiega un’ora e quaranta.

POCHE CORSE
Un rapporto distanza tempo decisamente sproporzionato. C’è poi il problema dei collegamenti diretti tra le due cittadine e Torino, per le quali Trenitalia garantisce un solo treno diretto, quello della sera. Troppo poco secondo i viaggiatori che denunciano come quella corsa sia sempre affollata oltre i limiti.
Problematici anche i collegamenti con la Liguria, dove sono necessarie due ore e mezza per raggiungere, da Torino, Savona in un percorso di centocinquanta chilometri. Colpa delle venti fermate e che fanno di questa tratta una vera via crucis su binari.
Stesso elenco di disagi per i pendolari che dalla provincia di Bergamo si recano ogni giorno a Milano. Cinquantasei chilometri percorsi in cinquantacinque minuti.
Di rendere più veloci i collegamenti non se ne parla, perché, come lo stesso ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro ha recentemente dichiarato, le priorità sono altre. Eppure la stazione della cittadina orobica vede transitare ogni anno circa dieci milioni di utenti. Non pochi. Qui la lista dei disagi va dai treni troppo spesso soppressi, alle vetture senza aria condizionata, ai ritardi continui. Sul sito del pendolari bergamaschi c’è un vero e proprio vademecum per lo sventurato passeggero che si appresta ad affrontare il viaggio. Nella ampia casistica delle scomodità e dei pericoli ai quali si può andare incontro si fa riferimento anche alle porte dei vagoni, spesso guaste e che non si aprono un volta arrivati in stazione. Il rischio è che lo sventurato passeggero, ignaro della trappola, non riesca a scendere dal treno e sia obbligato ad attendere la fermata successiva.
Le segnalazioni di disservizi da queste parti sono cresciute poi con il conseguente aumento del traffico aereo dell’aeroporto di Orio al Serio, il quinto in Italia per numero di passeggeri. I treni che garantiscono il collegamento con lo scalo bergamasco non sono abbastanza capienti per rendere confortevole lo spostamento a viaggiatori e turisti. In Umbria i pendolari sono inferociti per le poche comunicazioni che Trenitalia rivolge loro. Le cinquemila persone che quotidianamente partono da Terni, Spoleto e Foligno lamentano una carenza di informazioni. Molto spesso i viaggiatori vengono lasciati nel buio più totale. Una cosa accomuna tutti i pendolari, a prescindere dalle latitudini, il livello di stress e di arrabbiature che ogni giorno devono subire.

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