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Data di pubblicazione:29/07/2007
Fonte:La Stampa edizione di Imperia e Savona
Titolo dell’articolo:La vergogna viaggia in treno
Testo dell’articolo:SAVONA - Stazione ferroviaria di Mongrifone, Savona, ore 20,30. È in arrivo, sul binario 6, il treno che da Albenga porta, come ogni domenica, i pendolari delle vacanze a Torino Porta Nuova. È in ritardo, ma questa ormai non è una novità. Il problema è che il treno che doveva arrivare da Ventimiglia almeno un’ora prima, sempre diretto a Porta Nuova, viaggia con 90 minuti di ritardo accumulati, in maniera tutta da farsi spiegare dai vertici delle Ferrovie, tra la città di frontiera e Sanremo, dove le proteste non sono mancate così come in tutte le altre stazioni in cui il treno avrebbe dovuto fermarsi a raccogliere i passeggeri. Il «popolo della vacanza mordi e fuggi» è ostaggio nelle stazioni della Riviera, sorta di vergogna del turismo. Il treno da Albenga, alla fine, arriva. Sul marciapiede 6 centinaia di persone cercano di salire. Giovani tatuati pieni di sole e Ceres, famiglie con bimbi rossi come peperoni e gli occhi che si chiudono dalla stanchezza. A nulla servono le parole di un «coraggioso» (e gentilissimo) responsabile del traffico passeggeri: «Alle 21,10 arriva il treno da Ventimiglia, hanno aggiunto carrozze, ci sono posti a sedere». Chi può sale e si siede anche sugli scalini delle scalette che portano al secondo piano del vagone (carrozze di ultima generazione, le possono usare solo sino ad Albenga, o da Albenga in questo caso, perchè sotto le gallerie imperiesi non ancora raddoppiate non passano).
Una signora si lamenta: «Ho fatto il biglietto di prima classe, ho scoperto adesso che in questo treno non c’è». Gli uomini della polizia ferroviaria non fanno miracoli ma si danno un gran daffare: danno infomazioni, rassicurano i più anziani, li aiutano a portare i bagagli. Fanno anche scendere dal treno le persone in «sovrappiù». In ogni carrozza ci sono 90 posti a sedere, 150 con quelle in piedi. Sono sei carrozze, più di tanto si superano i limiti di sicurezza. Nessuno protesta ad alta voce. Il timore è che il treno in ritardo di 90 minuti da Ventimiglia accumuli altro ritardo. «Domattina lavoro», commenta un giovane, zainetto sulle spalle, sacchetto trasparente con pinne e maschera in mano e birra nell’altra. Anzichè alle 21,10 il treno arriva alle 21,16. Accettabile. Se non fosse che lo aspettavano dalle 19.

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