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Data di pubblicazione:10/08/2007
Fonte:Libero
Titolo dell’articolo:Roma-L’Aquila: il treno raddoppia la distanza
Testo dell’articolo:ROMA - Come 130 anni fa. Anzi peggio. Andare in treno da Roma a L’Aquila è come tirarsi una martellata sugli alluci. Uno sport estremo da autolesionisti. Tre ore e cinquantadue minuti, ritardo più, ritardo meno, di tafazzismo allo stato puro. Questo passa il governo. Più o meno dal 1875 in qua. Non è un errore di stampa. Le ferrovie, tra Lazio e Abruzzo, sono rimaste pressappoco le stesse dall’Unità d’Italia in poi. Persino i trenini alimentati a diesel che oggi si arrampicano da Sulmona a L’Aquila sono pronipoti in linea diretta delle littorine introdotte dal Duce. Quella fu la migliore stagione del trasporto su rotaia, da queste parti. Da allora, il lento decadimento. TRAPPOLA IN APPENNINO Alle 7.46 saliamo a Roma Termini sul primo treno per L’Aquila, via Sulmona. Una vecchia conoscenza. È uno dei Disorient Express che fanno il coast to coast, in punta di piedi, 50-60 km orari di media, come se fossero le carrozze della Transiberiana alle prese con la steppa gelata.

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