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Data di pubblicazione:25/08/2007
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Santa Vittoria d’Alba, soppressione servizio ferroviario: “benservito” delle Fs alle bottiglie Diageo
Testo dell’articolo:La comunicazione è telegrafica. «Oggetto: raccordo ferroviario. Si comunica che questa società, stante l’attuale situazione di traffico, non intende rinnovare il contratto di raccordo alla sua naturale scadenza». Un benservito con i distinti saluti dalla Rete ferroviaria italiana, direzione movimento di Torino, che pare sia arrivato a più di un’azienda piemontese che utilizza scali interni. Fra queste, la Diageo di Santa Vittoria d’Alba, azienda che 15 anni fa ha raccolto l’eredità delle storiche cantine Cinzano diventando l’impianto produttivo più importante del colosso inglese (15 miliardi di euro di fatturato) nell’Europa continentale e il primo imbottigliatore in Italia. A Cinzano sono caduti dalle nuvole. Come dar loro torto: da oltre cent’anni il sito produttivo utilizza il raccordo ferroviario interno unito alla linea Alba-Bra per trasportare le proprie bottiglie in mezza Europa, con contratti decennali rinnovati senza problemi. E ora si ritrova liquidata la faccenda in tre righe, dove non c’è traccia di spiegazioni.
Enrico Lavagnino, amministratore delegato di questa industria che ogni anno produce 16 milioni di casse tra vini, spirits e Ready to Drink, per un totale di 192 milioni di bottiglie destinate per il 94% all’esportazione, è perplesso ma tranquillo. «Non può che trattarsi di un malinteso - dice -. Fin dalla nascita, a fine Ottocento, l’azienda è sempre stata legata al proprio scalo con i binari». Dove un tempo nascevano i celebri spumanti, oggi si creano il Rum Papero e la Vodka Smirnoff, si imbottigliano i vini californiani e francesi. «Ogni settimana tre treni partono dallo snodo ferroviario che arriva sin dentro lo stabilimento e portano in Inghilterra e nel Nord Europa i vini californiani da noi imbottigliati. Con il trasporto ferroviario - spiega l’amministratore delegato - evitiamo ogni anno a 2000 Tir di percorrere 1 milione di km su strada». Per Rfi, forse, questi volumi non bastano. Anzi, pare che da Torino abbiano inviato lettere simili anche ad altre aziende piemontesi, come il Mulino Valente di Felizzano. Riorganizzazione interna? Volontà di ridiscutere i termini commerciali del servizio? Soppressione in vista per alcune tratte? «Vista la situazione in merito all’episodio le Ferrovie si riservano di chiarire sollecitamente i termini della questione» è l’unico commento ricevuto dalla direzione di Rfi, che rimanda le spiegazioni a lunedì. «Il nostro contratto scade tra un anno - dice Lavagnino -. Abbiamo scritto una lettera all’amministratore delegato Rfi, ma finora non abbiamo ricevuto risposte. Alla Diageo utilizziamo ogni mezzo di trasporto, dalle navi ai Tir, e per il traffico ferroviario spendiamo dai 3,5 ai 4 milioni di euro l’anno. È un tassello per noi fondamentale: se dovesse venir meno sarebbe un danno dal punto di vista logistico ed economico, oltre che ambientale. Ma siamo ancora fiduciosi di poter risolvere tutto con un nuovo accordo».



Intervista

Sarebbe il colmo. Si spendono continuamente parole sulla mobilità sostenibile, si fanno riunioni sulla necessità di abbattere i fattori inquinanti e poi i risultati sarebbero questi?». Alessandro Pelisseri, assessore albese all’Ambiente, non nasconde le preoccupazioni.


Avete ricevuto comunicazioni o segnali dalle Ferrovie?

«Assolutamente no. Intendiamo prendere contatti al più presto con Rfi per capire di cosa si tratta. Se questa comunicazione giunta alle aziende portasse a una soppressione del servizio, sarebbe un fatto molto grave. Se invece è un espediente per ridiscutere i termini contrattuali, allora sarebbe singolare nella forma, ma meno preoccupante. Alba è il distretto industriale più importante della provincia, chiediamo a Rfi di riconoscerlo e di dare risposte rassicuranti».


Anche perché il sistema di trasporto utilizzato da Diageo è sempre stato considerato un esempio.

«Certo. Utilizzare la rete ferroviaria è il modo migliore per far viaggiare le merci con un basso impatto ambientale. Un Tir inquina come dieci auto e togliere dalla strada duemila camion all’anno è un vantaggio per tutti. Tanto più in un tratto come quello tra Alba e Bra, che ha già raggiunto il livello di saturazione»


Perché non incentivare l’uso dei treni per le merci e i passeggeri?

«Ci abbiamo provato più volte, coinvolgendo le grandi aziende e dialogando con Rfi, ma senza risultati. Da anni attendiamo l’elettrificazione della linea Alba-Bra, con la quale si potrebbe dare vita a una metropolitana leggera, come previsto dal nuovo Piano regolatore. Ma c’è bisogno di investimenti e aperture, non di soppressioni improvvise».

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